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L'automobilista ha fatto tutto il possibile per evitare il danno?
Bisogna dimostrarlo

Foto Blaco - archivio Asaps

In materia di responsabilità da sinistro stradale, l’accertamento della colpa esclusiva di uno dei conducenti non libera l’altro dalla presunzione della concorrente responsabilità, che ha l’onere di dimostrare di aver fatto tutto il possibile per evitare il danno (Cassazione, ordinanza 4646/13).

Il caso
Gli eredi di un automobilista deceduto in un sinistro stradale chiedono il risarcimento del danno all’altro automobilista coinvolto nell’incidente. I giudici di merito, tuttavia, rigettano la domanda, escludendo la responsabilità di quest’ultimo, vista la posizione della sua auto al momento dell’impatto e la sua velocità non elevata. Anche la Cassazione è chiamata a pronunciarsi sulla vicenda e, con l’ordinanza 4646/13, afferma la corretta applicazione, da parte dei giudici di merito, del principio secondo cui «in tema di responsabilità da sinistro stradale con scontro di veicoli, l’accertamento della colpa esclusiva di uno dei conducenti non libera l’altro dalla presunzione della concorrente responsabilità» (art. 2054, comma 2, c.c.), «nonché dall’onere di dimostrare di aver fatto tutto il possibile per evitare il danno». D’altra parte, ribadisce la S.C., la prova liberatoria per il superamento di detta presunzione di colpa «non deve necessariamente essere fornita in modo diretto – e cioè dimostrando di non aver arrecato apporto causale alla produzione dell’incidente – ma può anche indirettamente risultare tramite l’accertamento del collegamento eziologico esclusivo dell’evento dannoso con il comportamento dell’altro conducente» (Cass., 2550/2009). Gli Ermellini, nel caso di specie, sottolineano che il conducente (a cui è stato richiesto il risarcimento) non avrebbe comunque potuto mettere in atto una manovra di emergenza astrattamente idonea ad evitare l’evento. Ricorso rigettato quindi e niente risarcimento per gli eredi ricorrenti.
 

 

da dirittoegiustizia.it

Lunedì, 03 Giugno 2013
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