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Roma - L’automobilista che per evitare un cane, causa un incidente mortale, non commette reato

Lo stabilisce una Sentenza della Corte di Cassazione

Foto dalla rete

 

(ASAPS), 22 luglio 2011- Non commette reato l’automobilista che, per evitare un cane, invade la corsia opposta uccidendo chi sopraggiunge, anche nel caso in cui al momento del sinistro proceda ad una velocità superiore a quella consentita. Con la sentenza assolutoria del 14 luglio 2011 la Suprema Corte ha infatti stabilito che, pur sussistendo il fatto, lo stesso non costituisce reato. I giudici si sono espressi sul caso di un automobilista accusato di aver causato un sinistro mortale in cui perse la vita un altro conducente  perché, nel tentativo di evitare un cane, aveva invaso l’altra corsia provocando un frontale.
Subito era stato contestata all’uomo l’eccessiva velocità, che superava di 20 km/h quella consentita ma, in sede di giudizio, la circostanza era stata ritenuta irrilevante sia dai i giudici di merito che da quelli di legittimità. Secondo gli Ermellini infatti "in materia di incidenti stradali, l’accertata sussistenza di una condotta antigiuridica di uno degli utenti della strada con violazione di specifiche norme di legge o di precetti di comune prudenza non può di per sé far presumere l’esistenza della causalità tra il suo comportamento e l’evento dannoso, che occorre sempre provare e che si deve escludere quando sia dimostrato che l’incidente si sarebbe ugualmente verificato senza quella condotta o è stato, comunque, determinato esclusivamente da una causa diversa".(ASAPS)

 

Venerdì, 22 Luglio 2011
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