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Cassazione: in caso d’incidente l’Anas è responsabile per i guard-rail pericolosi

La Suprema Corte ha accolto il ricorso dei famigliari di un automobilista morto trafitto dal guard rail mal posizionato
 

Foto Blaco archivio Asaps

(ASAPS), 24 marzo 2011- Nel caso di incidente stradale l’ente proprietario della strada è responsabile dei danni provocati dal guard-rail se questo, a causa della sua inadeguatezza, si configura come un elemento di “pericolo immanente”. Con la sentenza 6537 del 2011, la Terza Sezione civile della Corte di Cassazione torna a delineare la responsabilità da custodia (articolo 2051 del codice civile) nei confronti dell’Anas, inserendosi in quel filone giurisprudenziale  “revisionista” già varato con la sentenza 20427 del 2008.
Fino a tre anni fa infatti, i giudici di legittimità, avevano ritenuto applicabile la responsabilità "del custode" per la categoria demaniale delle strade pubbliche solo in relazione alla loro dimensione: strade piccole, cioè controllabili, uguale responsabilità, parametro invece non applicabile sulle grandi arterie. La Cassazione però, analizzando il ricorso degli eredi di un automobilista morto trafitto dal guard-rail mal posizionato, ha decisamente segnato un cambio di rotta. Infatti, come scrive l’estensore della sentenza 6537: la responsabilità da “cosa in custodia”, presuppone che l’ente proprietario della strada debba essere in grado di esplicare sulla stessa un “potere di sorveglianza, modificarne lo stato e di escludere che altri vi apportino modifiche”; che la responsabilità scatta una volta che si accerti che il fatto dannoso è dovuto a un’anomalia della strada o degli “strumenti di protezione della stessa”.
La responsabilità dell’ente pubblico-custode si configura sempre “salvo che quest’ultimo non dimostri di non aver potuto far nulla per evitare il danno”, e la sua presunzione di colpa può essere superata solo ”quando la situazione che provoca il danno si determina non come conseguenza di un precedente difetto di diligenza nella sorveglianza della strada, ma in maniera improvvisa, atteso che solo quest’ultima integra il caso fortuito”.
Ricapitolando, secondo il giudizio della Terza Sezione, la responsabilità da custodia si applica in linea generale “agli enti pubblici proprietari di strade aperte al pubblico transito, in riferimento alle situazioni di pericolo immanentemente connesse alla struttura o alle pertinenze della strada, indipendentemente dalla sua estensione”.
Tuttavia la sentenza della Suprema Corte riguarda anche il concorso causale del comportamento della vittima, sotto il profilo della presunta “abnormità” della guida. In sintesi per il magistrato, la funzione del guard rail “è quella di impedire al conducente di uscire fuori strada e tale funzione ovviamente è correlata a tutte quelle condotte di guida la cui conseguenza sarebbe quella per l’autovettura di uscire fuori dalla carreggiata”.
La funzione del guard-rail è quindi «ontologicamente» quella di evitare che qualsiasi condotta di guida non regolare possa far uscire l’auto di strada. Soprattutto, conclude la sentenza , non deve avvenire che la protezione si trasformi in una lama mortale che squarcia l’abitacolo. (ASAPS)

 

 

Sabato, 26 Marzo 2011
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