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Articoli 30/09/2011

Spazio alle vittime della strada
In parlamento la loro voce

Incontro nel cuore del Palazzo per i familiari degli omicidi stradali
Valducci: "Esiste un problema di legge"

di Vincenzo Borgomeo

Non possono parlare nei tribunali, sui giornali trovano poco spazio e politici, avvocati e giudici spesso li trattano come rompiscatole. Però, per una volta i parenti delle vittime della strada hanno trovato lo spazio che meritano: per un'intera giornata, nel cuore del parlamento, nella Sala Mappamondo, sono stati ascoltati da giornalisti e politici.
Questo il senso dell'incontro organizzato dalla collega Barbara Benedettelli, autrice del libro "Vittime per Sempre". In incontro duro, perché come ha spiegato Benedettelli, "Le vittime non hanno scelto di esserlo. Lo sono a causa della scelta di qualcun altro. Meritano ascolto e Giustizia."

Spazio quindi alla mamma di Flaminia Giordani uccisa insieme al fidanzato Alessio Giuliani a Roma, da Lucidi che ad alta velocità  -  e sotto l'effetto di droghe  - passava col rosso: "Parlare di introduzione di norme più severe per questi assassini - ha spiegato - non è un atto di coraggio, è un atto di giustizia. E' una cosa inaudita stare ancora a discutere se dobbiamo condannare o assolvere chi uccide sotto effetto di droghe o alcol. Il tutto davanti a sentenze che sono difficili da accettare perché nel nostro caso, quando siamo passati al secondo grado di giudizio è stata ribaltata la sentenza. Ma cose si fa a essere così incerti su tutto? Sono cose che ti sconvolgono!"

 

> Vota la proposta di legge
> Il documento

 

A lei ha fatto eco Stefano Guarnieri, papà di Lorenzo, ucciso da un uomo che aveva bevuto 15 lattine di birra, due bottiglie

di vino e che era drogato. Lui, insieme al Sindaco di Firenze Matteo Renzi, l'Asaps e l'Associazione Gabriele Borgogni ha messo in piedi una raccolta di firme per una proposta di legge sull'omicidio stradale, ed è a quota 40 mila adesioni.

Testimonianze strazianti, tremende, ma Guarnieri è riuscito a convogliare questo enorme dolore, in proposte concrete. "La legge va cambiata - spiega - se a mio figlio invece di ucciderlo gli avessero rubato il portafoglio il ladro si sarebbe beccato da 3 a 5 anni. Invece lo hanno ucciso in questo modo e il colpevole è libero. ll nostro è un omicidio di serie C - continua - e perché quando noi parenti delle vittime entriamo nei tribunali ci dobbiamo adattare a una legge fatta male".

Hanno preso poi la parola i genitori di Antonello Zara, ucciso in Sardegna nel 2008 da un ragazzo che ha invaso la sua corsia di marcia; la mamma e il fratello gemello di Andrea De Nando, ucciso a Peschiera Borromeo davanti agli occhi di Cristian mentre attraversavano le strisce pedonali; il papà e la sorella di Alex Di Stefano, ucciso da un ragazzo che ha invaso la sua corsia di marcia  -  la madre si suicidò vinta dal dolore; la mamma di Giuseppe Magnifico, ucciso all'Aquila da un uomo che andava ad alta velocità.

Sono poi intervenuti il Presidente della Fondazione ANIA, dottor Sandro Salvati, l'avvocato Domenico Musicco esperto diritti delle Vittime e avv. dell'A. I. F. V. S, il Ministro della Giustizia Nitto Palma, l'Onorevole Mario Valducci(Pdl), Presidente della Commissione Trasporti; L'Onorevole Silvia Velo(Pd),
Vicepresidente della Commissione Trasporti; il Senatore Luigi Grillo(Pdl), Presidente dell'VIII Commissione Lavori Pubblici e Comunicazioni del Senato; il Senatore Stefano Pedica (Idv), Vicepresidente della XIV Commissione permanente politiche Unione Europea; il Sentore Luigi Li Gotti (Idv), Vicepresidente del Comitato parlamentare per i procedimenti di accusa.

"Nella maggior parte dei casi, tre italiani su dieci, ha spiegato Salvati, non si conoscono I limiti di velocità. La velocità alcol e droga sono I maggiori responsabili di morte da incidente stradale. E se la sanzione fosse cosi pesante ci sarebbe un fortissima deterrenza. E' necessario introdurre una norma diversa, più dura l'84 per cento degli italiani è d'accordo nell'introdurre il reato di omicidio stradale".

Importante il contributo di Mario Valducci a tutta la manifestazione: "Come commissione trasporti - ha in fatti spiegato - abbiamo votato all'unanimità, tutte le iniziative per migliorare la sicurezza stradale e abbiamo appoggiato fin da subito il progetto di Omicidio Stradale. Io non sono un giurista ma dobbiamo risolvere questo problema delle sanzioni: purtroppo nella realtà le sanzioni non vengono mai applicate a chi uccide con l'auto perché chi commette il reato passa pochi giorni in galera. Quindi noi con questo provvedimento legislativo vogliamo dividere il codice in due, la prima parte che si occupa dei comportamenti, la seconda che si occupa di chi produce cose correlate alla sicurezza stradale. Una rivoluzione".

Valducci ha ragione, si tratterebbe di una rivoluzione perché non è vero che in questo settore "ci sono le leggi, basta solo applicarle" come recita uno dei più triti luoghi comuni. Insomma, se in Italia abbiamo ancora 12 morti al giorno per incidenti stradali una fetta di colpa va anche alle leggi, che oggi i familiari delle vittime hanno chiesto di cambiare con forza. Ed è stato bello vedere seduti allo stesso tavolo, e con le stesse intenzioni, politici di schieramenti così diversi. Peccato che in questa bella pagina per la sicurezza stradale oggi sia mancata la presenza di chi si è inventato fisicamente il termine "omicidio stradale" lottando a fianco di tante vittime della strada: l'Asaps, associazione amici della polizia stradale. Motivo? Non sono stati invitati. Peccato.

 

da repubblica.it/motori

 

 



 

Venerdì, 30 Settembre 2011
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