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Articoli 29/08/2018

di Lorenzo Borselli*
Etilometro che ciofeca! Tanto vale arrenderci?
No: l’ASAPS vuole il tasso zero
Riflessioni dopo la presentazione dell’ennesimo “j’accuse!” contro lo strumento salvavita sulla strada

(ASAPS) – Francamente, non ce l’aspettavamo: l’etilometro è ancora sotto accusa, ma la soluzione c’è ed è sicuramente quella eliminare la soglia legale ed introdurre il divieto di assumere sostanze alcoliche prima di porsi alla guida.
Il fatto: il 7 agosto 2018 i senatori Agostino Santillo e Sabrina Ricciardi, entrambi del Movimento 5 Stelle ed entrambi della commissione Lavori Pubblici e Comunicazioni, hanno presentato un atto di sindacato ispettivo, il n. 4-00492 (leggi qui), per segnalare al ministero delle Infrastrutture e Trasporti una serie di circostanze che ormai hanno minato la credibilità dell’accertamento.
La questione è semplice: nel paese che non riesce nemmeno a misurare l’incidenza dell’alcol nella sinistrosità stradale (morti, feriti e numero generico di incidenti), nel paese in cui incappare in un controllo antidroga per conducenti equivale praticamente a trovare il famoso ago nel pagliaio, quella che era stata considerata finora la più affidabile contromisura contro l’ebbrezza alla guida, è ritenuta uno strumento che:
-    non è affidabile nell’accertamento, poiché misura la presenza di alcol nell’aria espirata, lavorando con un algoritmo che effettua, ovviamente, un calcolo medio e, quindi, potrebbe secondo i più critici, non tenere in debita considerazione l’individuo;
-    non è affidabile la procedura che ne certifica l’efficienza, e ciò in relazione ai tempi tra visita di revisione ed emissione della relativa certificazione (che può variare di diversi mesi a causa dei tempi di lavorazione) e la confusione che gli uffici di polizia farebbero proprio per stabilire quando l’apparecchio vada revisionato, stabilendo in alcuni casi la prima data ed in altri la seconda;
-    il rischio che lo Stato debba poi risarcire i trasgressori, sia quelli giudicati in sede amministrativa e penale, emergendo la nullità della prova acquisita nei controlli che hanno originato il procedimento.
Insomma, l’etilometro sarebbe uno strumento impreciso nella determinazione delle soglie e, per giunta, gli organi di polizia sono un po’ incapaci nel gestirne la parabola operativa nella quale è lecito utilizzarli e un po’ cialtroni a prescindere, a discapito dei poveri conducenti.
Ok, siamo tutto questo.

Siccome però sono MIGLIAIA (sì, l’uso del maiuscolo riproduce un innalzamento del tono di voce, nda) le vittime di sbronze passive sulla strada e siccome è ingiusto che chi guida dopo aver bevuto debba anche preoccuparsi di incappare in controlli alcolemici che potrebbero comportare gravi conseguenze sul proprio futuro (sì, qui siamo sarcastici), prendiamo il dovuto coraggio e tagliamo la testa al toro: chi guida non deve bere.
Rispolveriamo le vecchie e indiscusse tesi, sancite da OMS e da un coacervo di esperti del settore (parliamo ovviamente di medici e scienziati) secondo i quali l’ebbrezza comincia col primo bicchiere, e prendiamo atto che non è possibile dotare ogni pattuglia di un laboratorio di analisi in grado di determinare la soglia esatta di alcol assunto.

Al di là degli effetti nocivi dell’alcol sulla salute, che restano indiscussi, all’ASAPS interessa l’effetto che l’assunzione di una sostanza psicoattiva come l’alcol – al pari di altre – sia incompatibile con la guida.
Poi, è ovvio: tutti pensano di poter guidare, dopo aver bevuto, e comunque lo fanno, ma questa è un’altra storia. La legge serve proprio a questo.
In tutto il mondo si discute continuamente su questo argomento: il BAC (blood alcohol content) varia tra la soglia 0 lo 0,8 g/l, ma nessuno dei paesi stranieri di cui l’ASAPS monitora costantemente le evoluzioni in materia di leggi stradali, ha mai pensato di innalzare la propria soglia legale alcolica. Vi siete mai chiesti perché? La domanda è ovviamente retorica, perché tutti, ad eccezione di Gambia, Kenya, Niger e Togo, dove non esiste una legislazione in materia di guida in stato di ebbrezza e dove i livelli di sinistrosità sono “SPA-VEN-TO-SI”, sanno perfettamente che l’ebrietà è incompatibile con la conduzione di un veicolo.
Comprendiamo le riserve dei politici a tutela della brava gente, ma prendiamo atto che in nessun altro ambito verrebbe in mente di minare così alle fondamenta uno strumento come l’etilometro, in campo anche in difesa di un diritto di “bere poco” che molti ritengono sacrosanto: ma sì, che male può fare un bicchierino? E poi, basta restare sotto lo 0,5, no?
Avete mai pensato che nemmeno a un chirurgo che debba operare un paziente o a un pilota di aereo si permette di bere un goccio prima di cominciare ad aprire una scatola cranica o ad iniziare un avvicinamento a terra?
No eh? (ASAPS)

(*) Ispettore della Polizia di Stato. Responsabile Comunicazione di ASAPS
 


Una amara riflessione dopo la messa sotto accusa degli etilometri. Intanto sulla strada si continua a morire a causa di conducenti ebbri. Aiutateci nel nostro sforzo per non perdere questa partita. (ASAPS)

Mercoledì, 29 Agosto 2018
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