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Articoli 10/06/2006

Francia, la politica della fermezza sulla strada rende: confermato il calo della sinistrosità del 4,9% relativamente al 2005. Maggio 2006 mostra una diminuzione del fenomeno pari al 14,7%. Il 2010 è in vista e la Francia potrebbe tagliare il traguardo per prima


(ASAPS) PARIGI – Ad inizio anno avevamo parlato del drastico calo della sinistrosità rilevato in Francia, paese che ha adottato una linea intransigente contro la violenza stradale, tanto da diventare – in ambito comunitario – uno dei paesi più credibili sul fronte della prevenzione. Molte malelingue avevano però contestato i dati, giudicati troppo frettolosi perché diffusi poche ore dopo l’inizio del 2006: a giudizio dei critici, il fatto che non tutte le fonti statistiche potevano essere state accolte con precisione e l’affatto trascurabile particolare che molti decessi o esiti invalidanti, pur non essendo stati registrati nell’immediatezza degli incidenti, avrebbero pesato sul 2005 ad istruttorie concluse. Un esempio pratico? Un sinistro gravissimo del 30 dicembre, avrebbe potuto comportare il ricovero di una persona in ospedale, che sarebbe poi deceduta a seguito di complicazioni nelle settimane successive. Analogamente, lesioni apparentemente stabili soggette poi ad improvvise complicazioni, tali da trasformare lesioni lievi in gravissime. Per questo motivo le dichiarazioni diffuse dall’esecutivo francese, che aveva evidenziato la discesa delle vittime al di sotto di quota 5mila, erano state bollate come “eccessivamente ottimistiche”. L’analisi auspicata dai critici, però, c’è stata ed il governo di Raffarin si è preso una notevole rivincita. Quello che ci voleva, dicono ancora una volta le malelingue dopo lo scivolone dell’affaire C.P.E. – la questione sulle leggi di primo impiego frettolosamente ritirate dopo la rivolta degli studenti e l’improvviso “jamais plus” del presidente Chirac – e dopo il riacuirsi delle tensioni nelle banlieux parigine. Fatto sta che in Francia la sinistrosità del 2005 è sicuramente scesa, guadagnando un nuovo 4.9% rispetto al 2004. per il ministro dei trasporti Dominique Perben, che ha presentato i dati lo scorso 6 giugno, si è trattato del risultato di “una politica di fermezza”. Così la Francia guarda al 2007 con traguardi ancora più ottimistici, tanto da stupire il resto dell’Unione: si parte da quota 4.975, numero di vittime registrate nel 2005, per scendere ancora. Il trend c’è, e nonostante uno scivolone nel mese di febbraio, il resto delle mensilità per ora analizzate sono addirittura sorprendenti. Un dato tra tutti, quello del mese di maggio: nel mese appena concluso sono stati registrati 384 decessi, il 14.7% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. E così, con queste bordate che sanno tanto di determinazione, la Francia entra nel quinto anno consecutivo di discesa drastica dei dati, con un 2010 che – stando così le cose – consentirà ai cugini d’Oltralpe il rispetto del diktat europeo di dimezzare la mortalità. “È stata la nostra politica di assoluta fermezza – ha detto Perben – che ci ha consentito di ottenere questi risultati. Ecco perché rispondiamo con un secco no a chi negli ultimi mesi parla di alleggerire le sanzioni per le piccole infrazioni”. Perben si è poi detto favorevole alle misure in cantiere che consentiranno procedure più semplici per tornare in possesso della patente una volta che questa sia stata “invalidata” dalla perdita di tutti i 12 punti disponibili. Ma come e quando, è ancora un mistero. (ASAPS)


© asaps.it

di Lorenzo Borselli

Sabato, 10 Giugno 2006
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