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Articoli 14/02/2003

Il social forum e l’impegno della polizia stradale

Firenze, città aperta: sei giorni e sei notti di pattuglie, di logistica e impegni intorno al capoluogo toscano

Il social forum e l’impegno della polizia stradale 
Firenze, città aperta: sei giorni e sei notti di pattuglie, di logistica e impegni intorno al capoluogo toscano


di Lorenzo Borselli
 

Quando una città come Firenze apre le sue porte ad un evento come il Social Forum Europeo, soprattutto dopo le polemiche seguite ai fatti di Genova e di Napoli, alla luce del particolare significato geopolitico che esso rappresenta ed alla crescente forma di allarme sociale che il corteo aveva suscitato tra una buona parte di fiorentini, può accadere di tutto. Era una prova del nove per tutti: per l’apparato di sicurezza, per chi lo gestisce, per il potere politico, nella sorte di diatriba aperta tra la maggioranza del governo di Roma e quella di Firenze, per la disarmonia con cui gli stessi cittadini attendevano l’arrivo dei manifestanti, per il Movimento stesso, alla ricerca di credibilità. Un conto alla rovescia globale, Polizia Stradale compresa, che ha mosso un apparato burocratico ed operativo gigantesco, studiato fin nei minimi particolari. Era un evento talmente "atteso" che fin dagli inizi del mese di ottobre ogni giorno l’attività si è fatta sempre più frenetica, con continui sopralluoghi sui vari quartier generali, con la sperimentazione allo spasmo degli itinerari sensibili, della vigilanza alle stazioni autostradali, del controllo del territorio in ambito autostradale. In tutto sono stati fatti convergere in seno al Compartimento "Toscana" 160 uomini e donne, tra funzionari, sottufficiali ed agenti, impegnati in 81 pattuglie giornaliere, affiancate nei posti di controllo da unità operative - non conteggiate - dei Reparti Prevenzione Crimine, nell’ambito di uno sforzo organizzativo immane, al punto che fin dalla seconda settimana di ottobre l’intera struttura operativa era stata virtualmente dispiegata. Ne è scaturito un modulo operativo esemplare, accuratamente standardizzato dal personale impegnato, che sarà proposto al Ministero come esempio per future pianificazioni di eventi analoghi.

Logistica e protocolli operativi:

Per tenere compatto il controllo su un dispiegamento di forze in così vasta scala nell’ambito della rete viaria autostradale, era necessario consolidare un vero e proprio quartier generale il più vicino possibile al luogo ove tutti gli operatori aggregati avrebbero alloggiato, un luogo da localizzare il più vicino possibile alla rete autostradale e che fosse al contempo idoneo alla custodia delle ottanta vetture di servizio giunte da ogni parte d’Italia. Per tale scopo la Direzione del Compartimento ha deciso di decentrare un ufficio composto da personale locale direttamente all’Hotel dove alloggiava l’intera forza aggregata al quale facesse riferimento ogni mansione tipica di un ufficio servizi: dalla presa in forza alla gestione delle risorse, dal computo degli straordinari fino alla ricezione degli atti amministrativi e di polizia giudiziaria, da far recapitare poi al comando Sezione competente alla loro trattazione. Ne è seguito che i funzionari preposti hanno coordinato le operazioni direttamente sul posto e che ogni minimo dettaglio, da quello relativo al confort degli operatori (alloggio e ristorazione) a quello di sicurezza (comunicazioni con il comando e gestione operativa delle pattuglie), ne è risultato particolarmente curato. Proprio la gestione delle pattuglie impegnate nella vigilanza delle stazioni autostradali è stata trasferita presso il Centro Operativo del Compartimento, rinforzato per l’occasione e presidiato permanentemente da un funzionario, lasciando il COA libero da mansioni aggiuntive e consentendo in questo modo di avere - sul facsimile di grosse sale operative cittadine - un canale dedicato ai controlli ed un altro alla gestione delle pattuglie impegnate sul tratto autostradale vero e proprio. D’altro canto, come rilevato in occasione di eventi simili in altre città, uno dei problemi maggiori era stato proprio il confort del personale aggregato, spesso relegato in strutture lontane dai centri urbani e privi di ogni tipo di assistenza. In questo caso la Polizia Stradale ha stipulato un accordo con la società di trasporti pubblici di Firenze (Ataf), che ha messo a disposizione numerosi autobus navetta con la città.


Strategie e servizi istituzionali

Un’area come quella fiorentina non poteva essere gestita in maniera globale, tanto per restare in tema. Così nella preparazione delle strategie il Compartimento ha optato per una divisione in due complessive zone, delle quali una ove era previsto il transito e la concentrazione di veicoli (pullman, camper e vetture) su cui convergere le attenzioni prioritarie, ed un’altra ove la previsione e la configurazione territoriale facevano prevedere una migrazione minore, ma da vigilare attentamente. Ne è conseguito che le sottosezioni del quarto tronco più lontane hanno lavorato per raccogliere informazioni e filtrare il traffico diretto verso Firenze, consentendo insieme al dispositivo fisso alle stazioni di servizio ed ai caselli, ed alle spole delle autoradio di Digos e della Polizia Giudiziaria della specialità, di far giungere presso l’unità di crisi della Questura ogni minimo dettaglio informativo in tempo reale, quindi con congruo anticipi rispetto all’ingresso nell’area urbana. I collegamenti e l’accompagnamento di fermati è stato ininterrottamente garantito da pattuglie di Intervento Rapido, veloci e discrete, che hanno portato a termine le incombenze delle pattuglie destinate ai presidi fissi. Un vero banco di prova, nel quale la Polizia Stradale ha dato senz’altro un’ottima immagine di sé, tanto che nessun inconveniente è sorto in questa sei giorni fiorentina: d’altro canto il compito era chiaro. Nell’immaginario di molti la manifestazione era destinata ad una conclusione cruenta e quindi l’unica soluzione possibile era proprio quella di controllare minuto per minuto ogni persona sospetta diretta in città, intercettando i personaggi considerati pericolosi e verificando la presenza di materiale pericoloso. L’impegno profuso è stato grande e i risultati sono sotto gli occhi di tutti: balza subito all’occhio il numero di persone controllate al loro ingresso a Firenze, ben 8044, 890 delle quali sottoposte a verifiche presso gli schedari di polizia. 64 di queste persone sono state denunciate a piede libero, mentre 6 sono finite addirittura in manette, e non certo per reati politici, mentre in 1273 casi è stato necessario, per i colleghi in strada distribuiti in 733 pattuglie, compilare verbali di contravvenzioni per ritirare 36 patenti, disporre il fermo amministrativo di 51 veicoli e sequestrarne 16.
 



di Lorenzo Borselli

da "Il Centauro" n. 74
Venerdì, 14 Febbraio 2003
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