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Articoli 16/05/2003

Inquinamento "Dove va il mondo?"

Domande, risposte e dubbi, sempre attuali, mai scontati

Inquinamento
"Dove va il mondo?"
Domande, risposte e dubbi, sempre attuali, mai scontati


di Gianluca Galeotti

 Sarà capitato anche a voi, o magari la domanda sarà partita dai perché di vostro figlio, di chiedervi almeno una volta come mai ogni manifestazione della natura, ultimamente riesca quasi sempre a stupirci. Constatando con freddo raziocinio i passi da gigante della scienza, della tecnica, della ricerca in campo medico, ci ritroviamo troppo spesso in situazioni che raccolgono quel nucleo di incredibile impotenza e ci fanno trasecolare. Immaginate la scena di un film. Un uomo (o una donna) rientra dal lavoro. Vestito tassativamente in grigio firmato (così si vuole), scende dall’auto anche lei tassativamente di un certo livello (alla faccia della crisi) ed entra in casa. Inutile descrivere il costosissimo minimalismo che pervade l’arredamento della stessa. Si siede sulla poltrona Frau (almeno quella ha resistito) ed accende il DVD, o la televisione al Plasma o lo stereo con le casse sottili come riviste patinate. Poi, improvvisamente, fuori si scatena il finimondo. Tuoni, lampi e pioggia a catinelle o, se preferite, una scossa tellurica impressionante. O forse è meglio prevedere nella sceneggiatura una eruzione vulcanica? No, meglio una inondazione, seguita dall’innalzamento del livello dei mari e contestuale inghiottimento di parte delle coste. E la siccità dove la mettiamo? Questo è quanto quotidianamente succede nel nostro pianeta. A pensarci bene raramente leggiamo un giornale che non si soffermi su episodi come quelli sopra descritti. Ormai sono all’ordine del giorno e, se vogliamo escludere quelli prettamente di competenza della "irrequietezza" del nucleo del nostro pianeta (terremoti ed eruzioni vulcaniche) cerchiamo almeno di capire come e perché il nostro mondo non ha più le certezze di una volta ed ogni stagione è quasi sempre simile a quella prima o quella dopo.
 

L’EFFETTO SERRA
 

Le attività umane, incrementate sempre più nel rispetto di una smisurata evoluzione, aumentano le concentrazioni di gas nell’atmosfera che, di conseguenza, trattengono il calore solare riscaldando la superficie terrestre. L’I.P.C.C. (Intergovernamental Panel On Climate Change) ha previsto che nel prossimo secolo, a fronte di un tasso di sviluppo delle attività umane neppure troppo elevato, la concentrazione dei gas serra aumenterà tanto da provocare un innalzamento medio della temperatura di 1,5-4° C. La stessa è già aumentata, rispetto al secolo scorso, di 0,3-0,6°C. Questa variazione del clima provocherà una reazione del pianeta diversa fra area ed area che, a seconda, potrà riscaldarsi od intiepidirsi. L’aumento della "febbre" della terra si è verificato soprattutto tra il 1910 e il 1940 e dopo il 1970. Le annate più calde si sono verificate proprio negli ultimi 15 anni. Dati ottenuti con speciali carotaggi dei ghiacci polari dimostrano che l’incremento termico degli ultimi 100 anni è stato il più veloce negli ultimi 10.000 anni. Questo innalzamento anormale della temperatura della crosta terrestre determina, oltre a variazioni climatiche importanti, anche il graduale scioglimento dei ghiacci perenni con conseguente innalzamento del livello dei mari e una distribuzione dei confini geografici in continua, paurosa, evoluzione.
 

I gas serra
 

 

Sono i gas presenti nell’atmosfera. Rappresentano la causa principale del riscaldamento della terra. Anidride carbonica, metano, protossido di azoto, clorofuorocarburi e ozono. Tutti assieme in una mistura che ormai è diventata insostenibile per gli effetti devastanti che, magari non nell’immediatezza, riescono a provocare. La concentrazione di CO2 (Anidride carbonica) è del 30% più alta rispetto a 200 anni fa ed è responsabile per il 70% dell’effetto serra. Si forma come conseguenza della combustione del petrolio, della legna, del gas, del carbone e, non ultimo, è direttamente proporzionale alla deforestazione dei grandi polmoni della terra.
 

Consumi energetici
 

Abbiamo visto come l’Anidride carbonica sia presente in percentuali altissime nella nostra atmosfera e come sia una delle maggiori artefici del riscaldamento della terra. Abbiamo anche visto che la sua concentrazione dipende dai consumi di noi uomini, dalle nostre esigenze e dalle necessità che la nostra crescita, la nostra evoluzione chiedono.

 

 

FONTE

Carbone

Petrolio

Gas naturale

Nucleare

Energie rinnovabili

(da biomassa, idrogeno, eolica, geotermica e solare)

1900 - %

55

2

1

0

42

1997 - %

22

30

23

6

19 

 

 

E’ evidente che le energie rinnovabili hanno una percentuale troppo bassa nel parco delle fonti energetiche utilizzate per i consumi dell’uomo. Anche se gli incrementi di richiesta dei prossimi dieci anni fossero tutti soddisfatti da questo tipo di energia (previsione fin troppo ottimistica), le emissioni di CO2 rimarrebbero costanti, in quanto i combustibili fossili forniscono attualmente oltre il 90% dell’energia nella maggior parte dei paesi industrializzati, il 75% su scala mondiale.
 

La deforestazione
 

Le maggiori necessità dell’uomo, la sua crescita numerica, il bisogno di avere maggiori spazi coltivabili, l’utilizzo del legno come importante materia prima, hanno portato alla selvaggia sparizione di aree sterminate di foreste secolari, inghiottite dalle esigenze dell’umanità. Assieme agli alberi spariscono per sempre numerose specie vegetali che non trovano più l’habitat naturale ed idoneo per la vita. L’estinzione è una componente fin troppo naturale e conseguente l’evoluzione. Ma calcolato che in questo secolo i ritmi di estinzione sono aumentati fino a raggiungere quasi le 1000 specie l’anno, possiamo dire (anzi lo affermano gli scienziati) che stiamo vivendo un periodo di estinzione di massa. I paleontologi hanno identificato cinque episodi di estinzioni di massa. L’ultimo si è verificato 65 milioni di anni fa, alla fine del Cretaceo, con la scomparsa dei dinosauri. Oggi l’estinzione riguarda le specie vegetali, ma possiamo immaginare come possa influire negativamente direttamente sulla vita degli animali (quindi di noi uomini). Il problema è vastissimo, di una importanza e di una urgenza eccezionali. Gli interessi che si muovono sono fin troppo manifesti e già le menti più preparate sono impegnate a cercare al più presto una soluzione. Un articolo non può certo cambiare le cose, è solo un granello di sabbia. Ma prima di fare la fine di un Brontosauro o di un Tirannosauro, vorremmo far conoscere il nostro pensiero e il nostro amore per la terra, perché ci sia ancora e sempre spazio per l’estate, l’inverno, la pioggia il sole, il verde e l’azzurro. L’importante è crederci sempre.

 



di Gianluca Galeotti

da "Il Centauro" n. 76
Venerdì, 16 Maggio 2003
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