Arezzo, quattro morti nello schianto in A1 tra cui bimba di sei mesi: chiusa inchiesta sul padre. Omicidio stradale plurimo
Strage in A1 a Badia al Pino con quattro morti, la procura di Arezzo ha chiuso l’inchiesta sulla tragedia del 5 giugno 2020. Persero la vita una bimba di appena sei mesi, il fratello di 10 anni e i loro nonni cinquantenni. Omicidio stradale plurimo: è questa l’accusa per il conducente dell’auto, il rom Emil, che per un colpo di sonno perse la guida del mezzo sulla sud. Le immagini, riprese dalle telecamere dell’Autostrada, mostrano lo la Volkswagen Sharan che improvvisamente imbocca la corsia che immette nella piazzola di sosta e si schianta su un Tir in sosta. Nel veicolo viaggiavano in otto, provenienti dalla Romania, regione della Transilvania. Erano partiti il giorno prima, un viaggio massacrante di 1.600 chilometri. Stanco per le ore al volante, Emil non riuscì a riprendere il mezzo quando il padre, accortosi che si era addormentato, gridò “Attento”. Oltre alle quattro vittima, rimasero ferite la moglie del conducente, la gemellino della piccola e il fratello 14enne di Emil. Il trentenne rumeno fu arrestato, quindi messo ai domiciliari e ottenne il permesso di andare in patria per i funerali, celebrati la settimana dopo. Poi tornò in Italia. Ora non è tornato in Romania. Il procuratore Roberto Rossi, completata l'inchiesta con tutti gli atti e le perizie, ha notificato ai suoi legali il 415 bis, atto di conclusione delle indagini, che consente di depositare memorie o azioni difensive. Poi ci sarà l’udienza preliminare e il processo. Quel giorno, dopo il lockdown, la carovana era diretta a Napoli per trascorrere alcuni mesi da parenti per svolgere attività lavorative.
Luca Serafini
dacorrierediarezzo.corr.it
La gravissima tragedia stradale dell’estate scorsa. (ASAPS)