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Articoli 21/10/2015

A fronte della crescente ed irrefrenabile gravità delle morti su strada dovute non solo ad investimenti, ma anche ad aggressioni fisiche…

E’ ORMAI TEMPO DI PARLARE (E CODIFICARE) IL CONCETTO  DI “CRIMINALITA’ STRADALE” (ANCHE NEL CODICE PENALE)

a cura del Dott. Maurizio Santoloci*
Foto Blaco - archivio Asaps

Il diritto deve seguire, per non restare mero esercizio teorico/cartaceo nei codici, l’evoluzione di tutti gli aspetti sociali dei fenomeni illegali, soprattutto quando la violazione di legge muta profondamente i propri connotati di base e diventa seriale e massiva. Altrimenti le azioni delittuose si evolvono, e se le norme penali connesse restano immobili si trasformano progressivamente in regole teoriche di buon galateo senza nessun effetto concreto deterrente e repressivo.

Così è stato recentemente per molti settori vitali della nostra vita sociale. Si pensi, da ultimo, agli illeciti ambientali che, fino a poco tempo fa considerati “reati minori” senza una precisa connotazione di fisiologia – appunto -  criminale, sono di recente diventati delitti ambientali come parte integrante del codice penale sul presupposto della nascita del concetto di “criminalità ambientale”. Lo stesso per lo stalking e le violenze allo stadio. Ciascuno di questi settori, stante la gravità emergente dei fenomeni delittuosi connessi e la marcatura progressiva e seriale delle illegalità, ha trovato posto nel concetto di “criminalità” specifica, meritevole di prevenzione e repressione nel codice penale.

Oggi è – dunque – tempo maturo (forse siamo già invece in ritardo…) non per creare, ma semplicemente per prendere atto (con coraggio e serietà) che esiste - su tutto il territorio nazionale un fenomeno seriale ed in crescita esponenziale irrefrenabile: la “criminalità stradale”. Perché se alla fine si va a considerare l’elevatissimo numero di vittime (tra morti e feriti), ma questo dato viene connesso e letto alla luce specifica delle cause, si deve prendere atto che si tratta di una vera e propria forma criminale che deve essere distaccata da quel “buonismo” giudiziario (ed a volte investigativo) che va a connotare come “incidente” gli eventi delittuosi in questo settore. E radice di retropensiero psicologico per tale “buonismo” è la collocazione dei reati connessi nel Codice della Strada che – a mio avviso – è fonte ormai estranea alla vera natura di gran parte di queste gravi illegalità.

E non si tratta solo del gravissimo e devastante caso degli investimenti dei “pirati della strada” ubriachi e drogati, che incredibilmente alcuni considerano ancora “incidenti”… Ma c’è - parallelo – anche un altro fenomeno collaterale che non va sottovalutato: le minacce e le aggressioni fisiche di automobilisti violenti verso pedoni, fino ad esiti mortali. Si veda - a conferma - l’ultimo episodio dove un pedone che stava per essere investito sulle strisce pedonali da un automobilista a forte velocità, evidentemente dopo una (comprensibile) protesta è stato aggredito dall’autista e lasciato sanguinante per terra in fin di vita, con l’autore del crimine che si è allontanato tranquillamente tra la folla come se nulla fosse successo… Ma questo non è il primo caso né un fatto isolato, perché di aggressioni similari ce ne sono state fino ad oggi tantissime. E molte non finiscono sui TG nazionali perché, magari, l’esito non è mortale, ma i danni fisici per le vittime sono comunque forti.

Vi è una classe di automobilisti che – attesa l’impunità di fatto cronica alla quale sono abituati e fondando sul “buonismo” giudiziario e spesso investigativo che accompagna questi casi – hanno ormai maturato una aggressività endogena molto violenta in una specie di “usucapione dell’abuso” che è diventato diritto acquisito. E’ talmente radicata la prepotenza, che è diventata stile di vita. Il meno che ti può capitare è una forte e sentita minaccia, m troppo spesso a fronte di una inciviltà stradale con il passante che protesta si scende dall’auto e si aggredisce violentemente il malcapitato. Che differenza c’è tra queste aggressioni “stradali”, aggravate dalla violazione alle regole stradali e dai motivi abbietti e futili, rispetto ad altre aggressioni? Vi è una fisionomia specifica che merita codificazione espressa e dettagliata.

Codificazione che – logicamente – dovrebbe essere inserita nel Codice Penale, in parallelo con gli omicidi e le lesioni stradali, estrapolando tali fatti criminali dal settore culturale degli “incidenti” e della “colpa”, e collocandoli in un settore più adeguato ai tempi ed alla concreta evoluzione delle cose.  Superando il retaggio arcaico di retropensiero benevolo verso tali fenomeni…
E qui riemerge il dibattito sugli “omicidi stradali”, che incredibilmente molti ancora collocano, con “buonismo” preistorico, tra i fenomeni di incidente per “colpa”. Ma, atteso che è ormai è dato certo ed oggettivo che interi battaglioni di soggetti in modo assolutamente consapevole  doloso e cosciente, dopo lo “sballo” che è diventato per molti (troppi) stile di vita permanente, si mettono al volante intrisi ogni oltre limite di droga (sempre peggiore) ed alcool e si sparano -  letteralmente - sulla strada a folle ed incontrollata velocità, come si fa ancora oggi a considerare questo comportamento come “colpa”, e cioè una imprudenza o una negligenza? Sostanzialmente, è come caricare una pistola, affacciarsi da una finestra e sparare sulla strada a caso… Che differenza c’è tra il caricare consapevolmente un’auto a folle velocità e spararla sull’asfalto senza controllo? La ragionevole certezza – in ambedue i casi – di uccidere qualcuno è forse diversa? L’esito è lo stesso. Perché la collocazione giuridica deve essere totalmente opposta?

Dobbiamo oggi avere il coraggio – anche dottrinario e civile, oltre che politico  - di riconoscere che esiste un fenomeno complesso e diffuso di “criminalità stradale” che va dalle prepotenze fattuali, alle minacce verbali, alle aggressioni fisiche fino agli omicidi ed alle lesioni su strada. Si tratta di tutti aspetti sinergici che meritano collocazione unitaria nel Codice Penale. Senza aspettare la somma di altre vittime.

                       
*Magistrato – GIP presso
 il Tribunale penale di Terni


Una interessante riflessione del dottor Maurizio Santoloci Magistrato,  sulla “Criminalità stradale”. (ASAPS)

Mercoledì, 21 Ottobre 2015
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