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Articoli 29/12/2004

58^ Assemblea Confetra

Il bilancio del primo semestre 2004 nel settore trasporti e logistica.

58^ Assemblea Confetra
Il bilancio del primo semestre 2004 nel settore trasporti e logistica.

di Roberto Rocchi

La 58esima assemblea annuale della Confetra, la Confederazione Generale Italiana dei Trasporti e della Logistica, ha consentito di tracciare un bilancio dell’attività di settore ed aprire nuovi scenari futuri, grazie soprattutto alla nota congiunturale che semestralmente viene redatta e presentata alla stampa ed all’opinione pubblica.
L’indagine della Confetra si estende su tre attività fondamentali: l’autotrasporto a carico completo (sia nazionale che internazionale), il trasporto di collettame (corrieri) e le spedizioni internazionali (modalità e relazioni di traffico).
In questa direzione, nel primo semestre del 2004 rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, nel trasporto nazionale non si è registrato per i carichi completi un sensibile aumento del numero di viaggi effettuati (+1,7%), che ha sostanzialmente lasciato piatto il fatturato. Andamento più positivo invece per il bilancio del trasporto di collettame (+4,5%), anche per la tendenza delle aziende ad ordinare quantità di merci più piccole ma con maggiore frequenza. Nel trasporto internazionale su strada, invece, i valori di crescita sono stati di maggiore rilievo (+6,8%) e ciò sia per il numero superiore di viaggi, sia per il migliore fatturato dovuto essenzialmente a viaggi di media e lunga percorrenza.
Nel nostro Paese, dunque, pare essere in atto una timida ripresa del settore dei trasporti, peraltro trainata più dall’export che dai consumi interni. Nelle spedizioni internazionali, cosa assai inconsueta, la tipologia di trasporto aereo ha mostrato una leggera e forse inattesa crescita, mentre la vivacità maggiore è derivata dalle linee marittime.
Basti pensare che proprio dai trasporti su mare è stato possibile registrare un incremento del 14%, contro il 6,8% del trasporto su gomma ed lo 0,5% di quello aereo. In difficoltà rimangono invece le spedizioni ferroviarie (-8,7%), che già da tempo sono alla ricerca di un rapido riscatto.
In questo contesto, segnalano dalla Confetra, occorre rivalutare la politica delle infrastrutture, cosa che nel precedente decennio pareva non essere tanto indispensabile.
Così, mentre nel resto della U.e., negli ultimi venticinque anni aumentava del 73% la rete autostradale, in Italia si è registrato un timido aumento del 10%. Senza peraltro provvedere per tempo a completare una sola linea dell’alta velocità ferroviaria.
Eppure, secondo molti indicatori economici, tra una decina di anni il trasporto delle merci e dunque la logistica italiana potranno valere tra il 15 ed il 20 per cento del Pil nazionale. L’Italia e soprattutto i suoi porti, potrebbero diventare il baricentro dei traffici tra l’Europa ed il cosiddetto Far East e la Cina, che da soli disporranno fra non molto di oltre il 50 per cento della capacità produttiva.
Per giungere a risultati positivi nel campo dei trasporti, sostiene la Confetra, è necessaria una politica coraggiosa degli investimenti, che a fianco di auspicabili interventi governativi sappia rendere più competitivo il sistema logistico nazionale.
Per l’Italia, è stato più volte sottolineato, è giunta un’opportunità di sviluppo che deve passare attraverso la creazione ed il potenziamento delle infrastrutture nell’arco dei prossimi due anni. Attendere oltre significherebbe portare il Paese ad essere il fanalino di coda in Europa.
Questa opportunità, è stato ribadito dal presidente di Confetra, Giuseppe Smeriglio, può essere definita come la globalizzazione di ritorno dai Nic (new industrial countries), che ci invadono di manufatti a bassissimo costo. Nel 2015, infatti, sia la Cina che il Far East disporranno di nuove capacità produttive in grado di moltiplicare di quattro volte le esportazioni di manufatti verso l’occidente via mare e attraverso il canale di Suez.
Questa movimentazione e il loro indotto hanno l’Italia e in particolare Genova come baricentro per tutta l’area europea, ma occorrerà saperlo dimostrare sfruttando al meglio l’occasione. Per la Confetra, dunque, non è affatto esagerato affermare che tra dieci anni il trasporto e la logistica italiana potranno ricoprire il 20 per cento del Pil nazionale e proprio per questo motivo occorrerà saper compiere scelte strategiche giuste, per non avere imprese deboli in un territorio leader.
Quali dunque gli interventi suggeriti dalla Confederazione generale italiana dei trasporti e della logistica? La migliore risposta trova realizzazione nell’avverarsi di alcune condizioni.
La prima prevede il completamento ed il rafforzamento delle grandi tangenziali di Mestre, Bologna, Milano, Roma e Torino. Inoltre, occorrerà investire pesantemente nei porti contenitori (Genova e Trieste innanzitutto) ed attivare l’autostrada Brescia-Bergamo-Milano, completando nel contempo la Salerno-Reggio Calabria.
La seconda condizione è la creazione di “hub-logistici” nei quali le merci possano essere stoccate, lavorate e preparate per la distribuzione. L’Italia era partita bene con gli interporti (che gli altri paesi hanno poi copiato…), ma improvvisamente si è fermata ed allo stato attuale tutto è rimasto solo sulla carta. Come per altre infrastrutture, occorre sacrificare una piccola parte del territorio designandola come zona logistica, nella quale gli operatori si possano insediare secondo uno schema preordinato.
Più che di risorse finanziarie, è stato ribadito, occorrono terreno a basso costo e capacità di pianificazione, mentre l’ente pubblico deve solo sostenere l’onere della viabilità stradale e degli impianti ferroviari che i privati non possono ovviamente finanziare.
La terza condizione prevede la creazione di presupposti per cui l’Italia sia attrattiva per un investitore che voglia installarvi la sua sede europea, con tutte le funzioni che essa comporta. Servono non soltanto infrastrutture fisiche, ma anche normative attraverso l’abrogazione di leggi vetuste e che allontanano gli investitori esteri anziché avvicinarli. Fare impresa in Italia, ha detto lo stesso presidente di Confetra, trova troppi ostacoli burocratici, costi inutili e non poche lungaggini.
Fra questi presupposti, poi, non si può dimenticare la formazione: se oggi il mestiere più richiesto è quello del venditore, il secondo è l’operatore della logistica nelle sue diverse specializzazioni. Occorre pertanto una brusca accelerazione generale delle scelte e dei processi: prigionieri di veti incrociati e di procedure complesse, la logistica italiana si muove ad una velocità che non è congruente con il resto del mondo.
Infine, la quarta ed ultima condizione riguarda l’ammodernamento dell’assetto normativo di settore ed in particolare la riforma dell’autotrasporto, che abbisogna urgentemente dell’abolizione delle tariffe obbligatorie. Fra le altre cose, occorre anche una riforma delle gestioni portuali che tenda a promuovere l’imprenditorialità e ad attivare gli investimenti dei privati. Inoltre, bisognerà prevedere anche una diversa disciplina del traffico urbano, che attualmente penalizza la distribuzione in conto terzi e rilanciare il trasporto combinato ferro-gomma, per il quale sono stati stanziati pochi finanziamenti ancora non utilizzati a causa di ostacoli burocratici. Tutto ciò ha provocato una frammentazione del settore fortemente nociva, che dovrebbe essere combattuta con un processo di aggregazione delle imprese.
Il rilancio di patto per la logistica, con più forza e convinzione, formando un tavolo comune con enti locali, sindacati, società di gestione autostradale e ministeri, è la migliore soluzione che la Confetra ha auspicato per rilanciare la competitività del trasporto ed offrire nuove opportunità a tutto il Paese.

Il presidente Smeriglio:
Grazie anche alla logistica, il Trasporto
è diventato la punta di diamante del Paese

La 58esima assemblea della Confetra, la Confederazione Generale Italiana dei Trasporti e della Logistica, che come ogni anno rappresenta un importante momento per tracciare le linee guida e le future strategie del settore nazionale dei trasporti, è stata l’occasione per fare il punto della situazione con il presidente Giuseppe Smeriglio, da due anni alla guida di questa importante confederazione.

Presidente Smeriglio, com’è cambiato in questi ultimi anni il settore dei trasporti e della logistica italiana?
“In passato il nostro settore è sempre stato percepito come marginale rispetto ai restanti che gravitano attorno alle attività industriali, forse perché non produce beni in maniera diretta, nonostante storicamente i trasporti abbiano sempre rappresentato il motore dell’economia italiana. Oggi, finalmente, tutti si sono accorti che grazie anche alla logistica, il nostro settore è diventato la punta di diamante del Paese ed una grande opportunità per tutto il tessuto socio-economico.”
Si parla spesso di trasporti combinati fra loro e perfettamente integrati. Tuttavia, non sembra che vi sia tutta questa convinzione ed i problemi da risolvere sono ancora molti. “Cominciamo ad assistere a cose interessanti e il trasporto combinato è in continua crescita in tutto il Paese. Certo, siamo solo agli inizi ed è nostro auspicio che il Governo, come ha più di una volta assicurato, sappia dare un forte impulso attraverso opportuni finanziamenti. In ogni caso credo che questa possa essere una importante opportunità per disintasare le strade nel futuro.”
Però il settore dei trasporti, almeno quello su gomma, lamenta carenze e una scarsa attenzione sui problemi che rendono il mercato sempre più agguerrito e concorrenziale, soprattutto da parte delle imprese straniere.
“Il mondo della gomma deve sicuramente guardarsi da una competizione europea molto forte, da regole diverse ed è chiaro che le piccole e medie aziende che hanno sempre vissuto sulla flessibilità e capacità in questo, dovranno ristrutturarsi ed accorparsi per essere maggiormente competitive in campo internazionale.”
Dunque, cosa occorre fare per rilanciare il settore italiano dei trasporti in campo europeo?
“Credo sia indispensabile far crescere le aziende, la professionalità degli operatori e dotarsi di un apparato logistico in grado di coordinare tutta questa movimentazione. Auspichiamo che ci siano imprese italiane che possano distinguersi ed in grado di essere paritetiche alle grandi aziende europee.”
Un’ultima battuta: come può il vostro settore e in particolare la logistica intervenire sui grandi temi della sicurezza stradale, vera spina del fianco anche del sistema viario italiano?
“La logistica è obbligata ad intervenire in questo senso, realizzando nuovi metodi per organizzare al meglio la rete dei trasporti soprattutto su strada, attraverso l’assunzione di regole serie, rispettate e finalizzate a garantire pari competitività su tutte le modalità di trasporto.”
Un auspicio che vogliamo anche noi condividere.

Chi è Giuseppe Smeriglio, presidente di Confetra, la Confederazione Generale Italiana dei Trasporti e della Logistica? Nato nel 1958 a Pinerolo, in provincia di Torino, è coniugato ed ha due figli. Diplomato in ragioneria ed iscritto alla Facoltà di Economia e Commercio, è stato impiegato presso una piccola azienda torinese di trasporti, per diventare poi assistente del direttore tecnico presso la TNT Traco SpA. Di seguito, presso la stessa azienda, ha ricoperto gli incarichi di direttore operativo, direttore d’esercizio, direttore generale, amministratore delegato di TNT Central Service e di TNT Global Express. Attualmente è direttore generale della Divisone Cargo di Trenitalia SpA ed oltre ad essere presidente di Confetra lo è anche dell’Associazione provinciale delle aziende industriali dei trasporti presso l’Unione Industriale di Torino. Past president di Fedit (Federazione Italiana Trasportatori) e del Cuea (Consorzio Universitario di Economia Aziendale) è anche membro dell’Aspen Institute Italia e dell’Ambrosetti Club.

 

il Presidente della Confetra Giuseppe Smeriglio

 

 



di Roberto Rocchi

da "Il Centauro" n.91
Mercoledì, 29 Dicembre 2004
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