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Articoli 07/09/2004

Croazia via al nuovo codice della strada. Stop all’alcol, con divieto assoluto per chi guida, alla velocità e via alla tolleranza zero, anche con i politici

Croazia via al nuovo codice della strada.
Stop all’alcol, con divieto assoluto per chi guida, alla velocità e via alla tolleranza zero, anche con i politici
Di Lorenzo Borselli*

Il 20 agosto di quest’anno è stata una data importante nella vicina Croazia.
Il governo, con un colpo di mano, è riuscito a far passare un pacchetto di norme che hanno scatenato il panico nell’utenza e il dissenso di una nutrita schiera di commercianti e imprenditori, terrorizzati dalle potenziali conseguenze che la tolleranza zero potrebbe riverberare sull’economia dello stato istriano.
Un dissenso che però non ha influito minimamente sulle intenzioni dell’esecutivo croato, che è andato avanti per la sua strada senza concedere un metro di terreno agli antagonisti politici, compresa la Dieta Democratica Istriana, che ha parlato senza mezzi termini di “imposizione contro le tradizioni istriane”. La novità più contestata è stata l’introduzione del divieto assoluto di consumare alcolici per chi debba condurre veicoli, abbattendo il limite alcolimetrico precedentemente valido, lo stesso in vigore qui in Italia, da 0,5 g/l a 0, esattamente come in Russia o in alcuni paesi della penisola scandinava.
Una sorta di puritanesimo della strada, che ha mietuto vittime anche in seno alla stessa maggioranza di governo, presieduta dal premier Sanader, che aveva commesso una gaffe eleggendo in seno alla commissione per la sicurezza stradale Ivan Peko, un uomo politico che nel 1997 aveva investito e ucciso – dandosi poi alla fuga – una ragazzina che attraversava sulle strisce e che si consegnò alla polizia solo 24 ore dopo.
Chi ha chiesto la sua testa, indignato anche dal fatto che il consigliere non ha scontato un solo giorno della condanna ad un anno di carcere inflittagli, è stato prontamente accontentato.
Ma vediamo in cosa consiste la rivoluzione croata delle leggi stradali, dove la popolazione locale ottiene una patente di guida con 7 punti disponibili, che una volta esauriti mettono il titolare della licenza nella condizione di dover ripetere gli esami da capo, senza possibilità di recuperi automatici con la buona condotta.
Già questo particolare basterebbe a far annoverare lo stato mediterraneo tra quelli più severi in Europa, dove le patenti a punti sono già tante. Abbiamo già visto, in altri articoli, come la Francia abbia limitato i punti a disposizione dei suoi conducenti a 12, 6 nei primi tre anni dal conseguimento.
Lo stato di ebbrezza, in Croazia, è una sanzione amministrativa, disciplinata in maniera del tutto diversa dall’Italia, dove la medesima fattispecie rappresenta una contravvenzione penale e dove la quantità di alcol ingerita e constatata può ripercuotersi solo in un diverso periodo di sospensione da parte del Prefetto, soprattutto se trattasi di neopatentato.
Nel nuovo codice della strada croato, invece, il tasso di alcol nel sangue è stato suddiviso in tre fasce: da 0 a 0,5 (limite consentito nel resto di gran parte d’Europa) il conducente ebbro dovrà pagare 200 euro e subire la decurtazione di un punto dalla patente; da 0,5 a 1,5 la multa arriva a 260 euro, alla quale si aggiunge la decurtazione di 3 punti e l’applicazione di una sanzione accessoria di sospensione della patente per almeno 3 mesi. Oltre 1,5, invece, l’utente dovrà sborsare 400 euro, accettare l’abbassamento del punteggio personale di 5 unità e restare lontano da un volante per almeno 6 mesi . Sanzioni salatissime, soprattutto se rapportate al costo della vita. Quest’ultima sanzione viene applicata anche in caso di rifiuto, da parte dell’utente, di sottoporsi all’esame dell’etilometro.
Analogo approccio anche al contrasto della velocità, con fattispecie di precetti e sanzioni che fanno impallidire altri partner europei tradizionalmente severi nel settore: solo nei centri urbani violare il limite imposto può costare dai 40 ai 400 euro (!), prevedendo due fasce di trasgressione: dai 10 ai 50 km in più ed oltre 50 km/h oltre il limite.
Nella seconda ipotesi, quella che per intenderci che in Italia è prevista e punita dall’articolo 142/9°, il trasgressore – oltre che lasciare all’erario i 400 euro – dovrà consegnare la patente alle forze di polizia per una sospensione di almeno 3 mesi e subire una decurtazione di 5 dei 7 punti disponibili.
Guidare senza cinture di sicurezza o parlare al telefono costerà invece 66 euro, mentre prima del 20 agosto analoghe violazioni erano sanzionate con soli 13 euro. Più salato è invece l’aumento previsto per i motociclisti che non faranno uso del casco, soggetti ora ad una multa che costerà loro 100 euro tondi tondi.
L’approvazione del pacchetto ha ovviamente gettato nel panico sia gli utenti, che ora non potranno nemmeno bere una birra per rendere più fluida una pizza, e i gestori di ristoranti, di locali, i produttori di vino e persino i preti, usi in funzione del loro Istituto a bersi un bicchiere di vino dopo l’ostensione del Corpo e del Sangue di Cristo.
Ciò nonostante, come abbiamo visto, la legge è entrata regolarmente in vigore. All’indomani del D-Day istriano, quando sulle coste adriatiche è sbarcata la tolleranza zero, le categorie più colpite hanno reagito in maniere e modi diversi: i ristoratori sono arrivati persino a prevedere servizi navetta e taxi dedicati, con ovvi aggravi – però – sui conti degli avventori e sulle tasche dei gestori. Non potranno invece ricorrere al medesimo escamotage i produttori di vino, che in Croazia vantano marche e vitigni di grande pregio e di crescente diffusione, praticamente in piazza ormai da settimane per reclamare “un diritto” di bere vino senza esagerare.
La protesta dei vignaioli ha prodotto una prima richiesta di moratoria fino al 15 settembre, data della ripresa ufficiale della vita politica nello stato adriatico, che preveda poi il ripristino del limite di 0,8 grammi di alcol per litro di sangue. Il divieto – secondo i produttori – costerebbe all’erario qualcosa come 350 milioni di euro, ipotizzando un bicchiere di vino per ognuno dei conducenti delle 600mila automobili circolanti in Croazia, 100mila delle quali di turisti.
In effetti il turismo rappresenta una delle maggiori fonti di reddito del neopartner europeo, che attraversa – più o meno come tutta l’area mitteleuropea – una grave crisi economica.



* Sovrintendente della Polizia Stradale


Di Lorenzo Borselli*

Martedì, 07 Settembre 2004
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