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Articoli 23/05/2012

Capaci, vent'anni dopo, l'esplosione fa ancora sentire la sua inconfondibile  eco

di Lorenzo Borselli
Giovanni Falcone e Paolo Borsellino

 

Ogni generazione ha i suoi eroi.
Chi ha vissuto la lunga estate di sangue del 1992, chi si è indignato per il modo in cui tentarono di spegnere il coraggio di chi saltò in aria sui quintali di tritolo vigliaccamente stipato nei tubi sotto la carreggiata dell’A29, a Capaci, o nel bagagliaio della 126 parcheggiata in via Mariano D’Amelio, per chi quel giorno decise definitivamente di “fare” la Polizia, gli Eroi sono molti.
C’è solo l’imbarazzo della scelta.
Lo scopri “facendo” la Polizia che non c’è un Eroe solo, quando a saltare in aria sono in tanti.
Sarebbe bastato un cecchino, per un lavoro così.
Sarebbe stato vigliacco lo stesso, ma volete mettere la bomba?
La bomba dilania: l’esplosivo di cui è composta brucia a velocità altissima e genera pressioni istantanee; prende un corpo e lo mastica in un cuscino d’aria, lo spara via con un alito immondo e incandescente e quando lo lascia, lo sbatacchia contro qualcosa.

 

Giovanni Falcone, Procuratore Nazionale Antimafia, Medaglia d'Oro al Valor Civile

È un modo barbaro di fare scempio collettivo della morte, perché la colonna di fumo si innalza minacciosa e angoscia tutti quelli che la vedono, perché quelli che la vedono hanno sentito il botto, avvertono l’odore acre e tossico della combustione. I tessuti bruciano insieme alla plastica, al ferro, al legno, alle vernici delle auto, all’olio del motore. Alla benzina.
Ma non è odore di morte.
È il puzzo del potere corrotto da sé stesso, che si è rivelato. È la strage.
Giovanni Falcone non è stato il primo a cadere. I poliziotti saltati con lui, il 23 maggio 1992, vent’anni fa, non sono stati i primi. Paolo Borsellino non è stato l’ultimo. Non sono stati gli ultimi a morire, gli agenti che erano con lui il 19 luglio 1992.
C’è un lungo elenco di persone, poco importa il lavoro che facevano, che sono morte prima e che sono morte dopo. Hanno testimoniato il coraggio, certo, ma soprattutto la dignità di chi allora, e oggi, guarda dritto in faccia chi si crede investito di un potere fondato sulla sopraffazione, sull’ingiustizia, sul gusto puro e semplice che dà loro tenere in mano lo scettro del comando.
Per anni ci è stato fatto credere che il nostro Paese e la sua (nostra) storia, sono un condensato di inevitabili e inesplicabili misteri.
Pensando di darcela a bere per sempre, hanno fatto saltare banche, treni, hanno rapito innocenti, hanno impiccato persone, le hanno avvelenate, fatte sparire.
Le hanno lasciate sole.
Ma quante ce ne hanno fatte?
Giovanni Falcone e Paolo Borsellino non sono mai stati soli, però.
Li hanno isolati, condannandoli a vedere il bluff di uno Stato che non c’era fin quando gli è servito non esserci, relegandoli nell’isolamento della burocrazia, nel veleno della ragion di stato (con la esse minuscola) e nell’immobilismo di apparati impegnati a “trattare”, come si è detto poi.
A depistare, a inquinare.
Ora ci piacerebbe che di quel coraggio e di quella dignità sopravvissuti allo scoppio del tritolo, della pentrite o del T4, qualcuno la finisse di sciacquarsi la bocca, tanto per allinearsi con il popolo che ricorda i suoi Eroi e li vorrebbe ancora lì, al loro posto.
Invece di intitolare strade e scuole, facciamo in modo che nei programmi scolastici si arrivi a studiare il progetto che Falcone e Borsellino hanno incarnato con la loro morte e con quella di chi credeva in loro. Non solo di chi è morto: anche di chi ha investigato, ha raccontato, ha costruito. Chi ha raccolto il testimone.
Fatela finita, per piacere, e rendeteci la vita che avete dilaniato a loro e che volete rubare a noi.

 

Agente Scelto della Polizia di Stato Rocco Dicillo, Scorta Giudice Falcone, Medaglia d'Oro al Valor Civile
Assistente della Polizia di Stato Antonio Montinaro, Scorta Giudice Falcone, Medaglia d'Oro al Valor Civile
Agente Scelto della Polizia di Stato Vito Schifani, Scorta Giudice Falcone, Medaglia d'Oro al Valor Civile


 

 
Il giudice Francesca Morvillo, moglie di Giovanni Falcone, Consigliere di Corte d'Appello di Palermo,
Medaglia d'Oro al Valor Civile
 

 

 
Paolo Borsellino, Procuratore Aggiunto di Palermo,  Medaglia d'Oro al Valor Civile
 
 
Agente della Polizia di Stato Emanuela Loi, Scorta Giudice Borsellino,  Medaglia d'Oro al Valor Civile
Assistente Capo della Polizia di Stato Agostino Catalano, Scorta Giudice Borsellino,  Medaglia d'Oro al Valor Civile

 

 

Agente Scelto della Polizia di Stato Walter Eddie Cosina, Scorta Giudice Borsellino, Medaglia d'Oro al Valor Civile Agente della Polizia di Stato Vincenzo Li Muli, Scorta Giudice Borsellino, Medaglia d'Oro al Valor Civile
Agente Scelto della Polizia di Stato Claudio Traina, Scorta Giudice Borsellino, Medaglia d'Oro al Valor Civile
Mercoledì, 23 Maggio 2012
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