Venerdì 26 Aprile 2024
area riservata
ASAPS.it su
Articoli 23/12/2006

Invecchiamento ed idoneità alla guida



L’invecchiamento è un processo naturale ed irreversibile durante il quale, anche senza l’intervento di fattori patologici, si verifica una riduzione delle abilità psicofisiche e una progressiva involuzione morfologica e strutturale dell’organismo. Le modificazioni interessano l’apparato neuro-sensoriale, il sistema nervoso centrale, i vasi cerebrali, l’occhio e l’orecchio. Per la progressiva perdita di cellule nervose, il peso e il volume del cervello si riducono, diminuisce il flusso ematico, il consumo d’ossigeno e l’utilizzo cerebrale di glucosio. Diminuiscono anche l’acutezza visiva, l’adattabilità all’oscurità e la capacità di vedere i colori; in particolare si riduce l’acuità dinamica, ossia la capacità di discriminare gli oggetti in movimento e, per la riduzione dell’elasticità e della trasparenza del cristallino, la visione da vicino diviene difficoltosa. Le strutture uditive si atrofizzano o calcificano, causando una diminuzione della capacità uditiva. Purtroppo, questo declino delle prestazioni visive, muscoloscheletriche e cognitive può influire significativamente sulla capacità di conduzione dei veicoli. Secondo recenti stime, in Italia la percentuale degli anziani sopra i 65 anni con patente sul totale dei patentati è di oltre il 12%, e questo numero è destinato ad aumentare, visto il progressivo invecchiamento della popolazione. I dati relativi alla frequenza degli incidenti stradali nelle persone anziane, tuttavia, sono contraddittori. Pare che oltre i 65 anni di età si abbia il doppio della probabilità di morire in un incidente stradale rispetto ai guidatori tra i 55 e i 64 anni; e questo numero aumenterebbe a quattro volte nei soggetti di età superiore agli 85 anni. In base ad altri dati statistici gli anziani fanno più incidenti delle persone giovani, ma guidano meno. Quindi il rischio di fare incidenti fra le due categorie di età si uguaglia. Alcuni studi dell’Istituto di Medicina Legale dell’Università di Zurigo e altre ricerche condotte in Germania confermano che il numero dei tamponamenti stradali in proporzione alla distanza percorsa è aumentato nella fascia d’età più elevata. Una ricerca condotta, invece, dalla Società Italiana di Traumatologia della Strada indica negli anziani degli attenti guidatori, con minore probabilità dei giovani di essere coinvolti in incidenti stradali per la loro prudenza, ma anche perchè non guidano molto, percorrono generalmente strade urbane, viaggiano soprattutto di giorno ed hanno più esperienza alla guida rispetto ai giovani. In California i guidatori fra i 16 e i 19 anni risultano all’apice della curva del rapporto incidenti – età insieme a quelli intorno agli ottanta anni. In realtà giovani e vecchi possono essere ugualmente pericolosi, seppure in maniera diversa. In Italia non è prescritto un limite massimo di età per la patente di guida, ma negli anziani occorre sempre tenere presente le conseguenze del naturale invecchiamento e delle patologie correlate, soprattutto il calo della vista, ma anche la riduzione dei riflessi, della capacità di reagire a una emergenza e di valutare i rischi. I primi sintomi di demenza senile possono, inoltre, condurre a gravi errori di guida e ad incidenti. C’è poi il problema dell’assunzione di farmaci con effetti collaterali spesso ignorati. Molti anziani assumono, ad esempio, benzodiazepine per problemi di insonnia o di ansia, senza sapere che questi farmaci possono provocare stati confusionali, alterazione dei riflessi e della coordinazione motoria. L’età non può essere, però, il solo indicatore limitativo. Non si può, infatti, ignorare l’aumento di incidenza dei sintomi depressivi nei soggetti che vengono dichiarati non idonei alla guida, e le conseguenze economiche e sociali di questo provvedimento, che spesso priva l’anziano del suo principale mezzo di trasporto, e può renderlo meno autonomo e più dipendente dall’aiuto degli altri. Per questo, il criterio su cui basarsi dovrebbe essere un’attenta valutazione delle condizioni psico-fisiche, che individui precocemente quei fattori che possano pregiudicare la capacità di guida. In quest’ottica pare sicuramente importante sottoporre i soggetti anziani a più frequenti ed accurati controlli periodici, magari attraverso esami clinici standardizzati ed affidabili, in modo da evitare pareri di inidoneità a volte arbitrari. Nel corso della visita per l’idoneità alla guida, oltre all’esame della vista, dell’udito, dell’equilibrio, dei riflessi e dello stato generale di salute, sarebbe anche importante poter disporre di appositi strumenti per individuare iniziali segni di demenza senile o di Alzheimer. Potrebbe essere utile, a questo scopo, un questionario per determinare lo stato mentale, e quindi la capacità di giudicare la velocità di un mezzo o la distanza di sicurezza. Si potrebbe anche proporre, al momento del rinnovo della patente, una prova su strada con un esperto della circolazione ed un medico, in modo da scoprire i primi indizi di demenza valutando la condotta di guida. Si è constatato, infatti, che i conducenti che soffrono di demenza senile non mantengono bene la direzione, viaggiano troppo a destra o addirittura ai margini della carreggiata, o superano la linea di mezzeria, ed hanno difficoltà a stabilire la precedenza agli incroci. A volte sono gli stessi anziani che capiscono di non possedere più le facoltà necessarie, e che decidono autonomamente di smettere di guidare. Questo accade ogni anno per più di seicentomila persone sopra i settant’anni. Per favorire questa decisione, sarebbe importante proporre agli anziani delle alternative alla guida dell’automobile, affinché possano restare indipendenti nella mobilità, o magari programmare la vita senza automobile. Fondamentale a questo scopo è indirizzare la scelta del domicilio in relazione all’ubicazione dei servizi utili, come centri medici o commerciali. A questo si deve affiancare l’impegno a potenziare i trasporti pubblici, ed a fornire un adeguato servizio di informazione su come si può andare in giro con altri mezzi oppure a piedi, quando le condizioni fisiche lo consentano.

*Medico Capo Polizia di Stato Questura di Ragusa

da Il Centauro n.107

© asaps.it

di Antonia Liaci

Sabato, 23 Dicembre 2006
stampa
Condividi


Area Riservata


Attenzione!
Stai per cancellarti dalla newsletter. Vuoi proseguire?

Iscriviti alla Newsletter
SOCIAL NETWORK