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Pirateria 13/11/2006

Il commento dell’Asaps - No, non sei un pirata: sei un assassino E per prendere gli assassini prima che uccidano serve la repressione più dura

Revoca definitiva della patente, confisca dell’auto, programma di disintossicazione

(ASAPS) 12 novembre – Crediamo sia giunta l’ora di farla finita. Fate qualcosa, vi preghiamo. Prima di tutto, sulle tombe di tutta questa gente – uomini, donne, vecchi e bambini – che hanno pagato con la vita o con ferite mai più rimarginabili, la tracotanza e la recidiva di questi arroganti individui che definire pirati non basta più.

Questi sono assassini, e come tali vanno trattati.

Non ci riferiamo, lo abbiamo detto più volte, al carattere “colposo” delle loro condotte criminali. Non possiamo riferirci a questo, perché di “colpa” non si tratta. Se bevi (e devi bere tanto per superare i limiti di legge), non devi guidare. Il discorso deve finire qui.

Poi c’è anche chi scappa, segno che non cambia in peggio solo la capacità psicofisica di guidare un veicolo. Cambia la morale, cambia l’etica. Ti trasformi da brava persona ad efferato assassino. Ti scoli una bottiglia e poi lasci due ragazzine a morire sul ciglio di una strada. Hai il cuore in gola mentre scappi, ma l’alcol fa anche quest’effetto. Diventi codardo, hai paura. O semplicemente non ti rendi conto di quello che fai o hai fatto. E questo è anche peggio.

Questo è dolo eventuale: l’investitore lo sapeva, eccome se lo sapeva, che da quel suo volersi mettere al volante ubriaco, o anche di cominciare a bere alcolici quando sapeva benissimo che avrebbe dovuto guidare, sarebbero derivate conseguenze di questo tipo. Lo sapeva ma ha accettato il rischio. Di più: se n’è fregato.

Li volete fermare?

Se li volete fermare, ci sono almeno tre cose che dovete fare.

Prima di tutto, dovete cambiare la legge. Dovete fare in modo che chi commette un omicidio in queste circostanze, debba pagare caro. Non pretendiamo i lavori forzati, ma la revoca definitiva della patente sì. Alla seconda violazione accertata (la prima se si supera il limite di 1,2 g/l), anche  senza incidente, dovete far scattare la confisca della vettura condotta. Ci piacerebbe anche un programma di disintossicazione o un periodo di rieducazione in qualche reparto del traumatologico, ad assistere di persona a come arrivano in ospedale le vittime innocenti di questa guerra subdola, urlata in silenzio da chi la subisce ma ovattata dalle grida isteriche di un reality qualsiasi. Provate a farlo in un ospedale, o alla medicina legale, il reality.

In secondo luogo, dovete rimettere in strada le pattuglie e dare loro ciò che serve: coordinamento, innanzitutto, ma anche auto nuove, giubbotti, calzoni e stivali. E poi darsi subito un traguardo: “per Natale e Capodanno faremo almeno 200mila controlli…”, come fanno i francesi, gli spagnoli, i tedeschi e gli inglesi. Come fanno tutti, eccetto noi. Lo ricordiamo ancora una volta? Francia: tra i 5 e gli 8 milioni di controlli all’anno; Italia: nemmeno 190mila.

Infine l’educazione.

Che forse sarebbe bene mettere in testa a tutto. Ma d’altra parte siamo nel paese dove bere è sciccoso, dove il primo cocktail pesante viene fatto bere ai dodicenni, dove siamo martellati di pubblicità di alcolici e superalcolici. Siamo un paese al quale la sicurezza stradale non va a genio. Dove non c’è sicurezza, c’è violenza. E si vede. (ASAPS)

Lunedì, 13 Novembre 2006
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