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di Lorenzo Borselli*
Spagna, ecco le novità al Código de Tráfico: via libera per i monopattini elettrici (ma solo sulle piste ciclabili) e ad una forte riduzione dei limiti di velocità in città. Da maggio si potrà viaggiare al massimo a 20, 30 e 50 km/h. Vediamo come…

(ASAPS) MADRID, 6 gennaio 2021 – Anche la Spagna ha adattato il Código de Tráfico y Seguridad Vial all’uso dei monopattini elettrici e di altri veicoli similari (segway, hoverboard e monowheel), così come era precedentemente avvenuto in altri paesi dell’UE, Italia compresa. Nel nostro Paese, lo ricordiamo, la norma è stata approvata lo scorso febbraio quando, con Legge n. 8 del 28.02.2020 (di conversione del d.l. 160 del 30.12.2019, il c.d. decreto milleproroghe), il legislatore aveva modificato l’art. 1 comma 75, introducendo un periodo di sperimentazione di tali “veicoli” fino al 27 luglio 2022, quando si tireranno le somme. A Madrid, però, il parlamento del Regno ha dato esecuzione anche ad altre norme, tra cui una vera e propria rivoluzione copernicana della velocità urbana, che fa storcere la bocca (e non poco, ndr), alla gran parte degli automobilisti, ma che recepisce in pieno le raccomandazioni dell’OMS per ridurre la violenza stradale, prodotto della somma di due fattori che noi dell’ASAPS conosciamo bene: omicidio e lesioni stradali. In breve, in città ci saranno limiti di 20, 30 e 50 all’ora.

Appena qualche giorno fa, in un pezzo in cui abbiamo dato conto della ricorrenza del trentennale dell’istituzione della prima zona a 30 km/h in Francia (clicca qui), abbiamo spiegato, partendo proprio dallo studio dell’OMS che ispira anche la riforma spagnola, che all’aumento della velocità media di 1 km/h segue in genere un rischio di incidente con lesioni superiore del 3% e con esito mortale del 4-5%. Infatti, in caso di incidente stradale a 80 all’ora il rischio morte per gli occupanti di un veicolo è 20 volte superiore rispetto a coloro che dovessero trovarsi a bordo di un mezzo che vada a impattare contro un ostacolo a 30 km/h.
La World Healt Organization, nell’indagine che applica la fisica alla medicina (clicca qui), spiega che nel caso in cui un utente debole (che percorra una determinata strada a piedi o in bicicletta) venga “impattato” da un veicolo che viaggi ad una velocità inferiore o pari a 30 orari, la possibilità di sopravvivenza è, statisticamente, pari al 90%. A 45 all’ora la percentuale scende a meno del 50% e raggiunge lo zero a 80 all’ora.

Cose dette e ridette, lo sappiamo. Sappiamo anche, però, che per il conducente medio italiano il limite di velocità di 30 all’ora è solo una rottura di scatole e la sempre più scarsa vigilanza stradale, unita alla difficile contestazione di violazioni in tali contesti viari, ha ormai sdoganato la presenza di quelle “assurde” limitazioni alla stregua di stratagemmi utili “solo a far cassa” (il virgolettato è d’obbligo, perché l’ASAPS la pensa ovviamente in tutt’altra maniera).
Comunque, tornando alla Spagna: a partire dal prossimo mese di maggio, nei centri urbani, si dovrà marciare a 20 chilometri all’ora su tutte le strade con carreggiata unica e marciapiede ed a 30 orari sulle carreggiate caratterizzate da un unico senso di marcia (evidentemente dove è più remoto il rischio di deviare a seguito di collisione); si potranno invece raggiungere i 50 su tutte quelle strade urbane in cui ci siano almeno due corsie per ogni senso.

Alla DGT, la Direzione Generale del Traffico, tengono a precisare che il programma di riduzione della velocità urbana non è correlato solo alle “nuove politiche di mobilità e sicurezza stradale delle città, in cui il veicolo deve condividere lo spazio e coesistere con motocicli, biciclette, veicoli per la mobilità personale e pedoni, ma anche su richiesta che numerose amministrazioni locali hanno avanzato alla DGT per apportare modifiche normative tali da permettere loro di sviluppare adeguatamente i nuovi modelli di città”.
Con il via libera delle Corti Generali (l’equivalente spagnolo dei nostri Camera e Senato), licenziato lo scorso 10 novembre col Decreto Reale 970/2020, i comuni spagnoli avranno tempo fino al prossimo maggio per adeguare la segnaletica e apportare tutte le modifiche necessarie ai piani viari.

Per quello che riguarda invece i monopattini elettrici e gli altri veicoli ad esse assimilati, il codice stradale iberico li equipara – come quello italiano – ad ogni altra categoria di veicoli, pur non prevedendo una sua immatricolazione ed un obbligo di copertura assicurativa di tipo RC e di un titolo autorizzativo alla guida. Tuttavia, per i conducenti di queste new entry della mobilità urbana, valgono le stesse soglie legali alcoliche, il divieto di assumere sostanze stupefacenti, di fare uso di dispositivi elettronici durante la guida e di indossare cuffie. È stata espressamente vietata la circolazione sui marciapiedi e anche su ogni tipo di strada, rete urbana compresa, cosa che invece, a proposito di tale ultimo punto, la legislazione italiana prevede come possibile. Ne consegue che potranno circolare solo sulle piste ciclabili.

Per la legge spagnola, in particolare il Regolamento Generale dei Veicoli, i mezzi destinati alla mobilità personale (come, appunto, i monopattini elettrici, i segway, gli hoverboard ed i monowheel), sono mezzi a una o più ruote dotati di un unico posto ed alimentati esclusivamente da motori elettrici in grado di fornire al veicolo una velocità massima di fabbrica compresa tra 6 e 25 km / h. Tali veicoli possono essere dotati di sedile o di sella solo se dotati di un sistema di auto-bilanciamento, definizione questa che esclude dall’articolato del decreto 970/2020 i mezzi per persone a mobilità ridotta.
Tutti questi nuovi tipi di veicolo, per circolare, dovranno essere dotati del corrispondente certificato di circolazione, che attesti che la loro conformità ai requisiti tecnici secondo le norme tecniche nazionali e internazionali. Per chi avesse già acquistato uno di questi beni, la DGT sta predisponendo un apposito disciplinare, ma entro due anni tutti coloro che vi circoleranno avranno l’obbligo di esibirlo alle forze di polizia in caso di controllo. (ASAPS)
 

(*) Ispettore della Polizia di Stato,
Responsabile della Comunicazione di ASAPS


Anche in Spagna misure più rigide per la circolazione con i monopattini che potranno circolare solo sulle piste ciclabili e limiti di 20-30-50 km/h in città. (ASAPS)

 



 

 

 

 

 

 

Venerdì, 08 Gennaio 2021
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