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Notizie brevi 16/10/2014

Strage di Sassano, al via la raccolta firme: "Gianni non deve tornare a casa. Non è vendetta, solo giustizia"

 

 

Chi ha ucciso i nostri figli, i nostri amici, deve pagare, niente sconto di pena ma soprattutto via da Sassano” è questo il monito lanciato dai familiari e dagli amici di Daniele Paciello e di Giovanni e Nicola Femminella, tre delle quattro giovani vittime della strage di Sassano (la quarta è Luigi Paciello, fratello di Gianni), dello scorso 28 settembre. I congiunti dei quattro angeli, per evitare che Gianni Paciello, il 22enne che era alla guida dell’auto assassina e che ha falciato le giovani vite dei ragazzi possa tornare così presto agli arresti domiciliari in paese, hanno dato al via ad una raccolta firme.

 

E’ doloroso sapere che il responsabile di questa tragedia si trovi a poche centinaia di metri dal luogo della strage, è doloroso pensare che mentre i nostri cari sono sotto terra lui è a casa sua - hanno detto i parenti delle vittime - non vogliamo vendetta, ma chiediamo giustizia. E’ l’unica cosa che possiamo fare per i nostri ragazzi”.

 

Da qualche ora alcuni giovani e cittadini sassanesi si sono attivati per raccogliere le firme ed impedire il ritorno a casa di Gianni.Non ho esitato a firmare per questa causa e ieri sera, quando me l’hanno chiesto, ho subito detto di si  - ha detto Antonietta - ha sbagliato, ha combinato un disastro ed è giusto che paghi. Poteva capitare anche ai miei figli, ai miei nipoti. Io avrei fatto lo stesso. E avrei voluto che tutto Sassano mi aiutasse a non farlo tornare”. “Queste sono notizie delle quali non vorrei mai sentire parlare – ha aggiunto Lucia - se con la mia firma posso aiutare in qualche modo i genitori di questi bambini a fare giustizia, io sono disposta a metterla“.

 

Quella domenica mi trovavo a Silla, davanti la chiesa ho sentito un’esplosione, mi sono girata verso il bar “New Club 2000” e ho visto – fa una pausa la signora Anna  - ho visto quei giovani corpi schiacciati da quell’auto nera, ho visto il sangue bagnare la strada, ho toccato con mano la disperazione del papà di Nicola e Giovanni. Un dolore troppo grande che nessuno potrà mai cancellare. Io devo firmare”.

 

Nel piccolo centro del Vallo di Diano, però, c’è anche chi non è d’accordo ad apporre la propria firma e dice:Io non sono nessuno per decidere se Gianni possa tornare o meno a casa. Ha ucciso quattro ragazzi e deve pagare. Deve pagare senza sconti di pena. Non dovrebbe mai più prendere una macchina. La giustizia farà il suo corso. Ma io non mi sento giudice della vita di altre persone”.

 

Sono tante le persone che, in queste ore, stanno sostenendo la causa dei familiari di Daniele, Giovanni e Nicola e tutti pronunciano la stessa frase: “Si deve fare giustizia. E’ giusto che paghi per quello che ha fatto. Ma nessuna vendetta”.

 

Sono passati sedici giorni dalla tragedia, sedici giorni in cui a scuola per Luigi, Daniele e Giovanni c’è solo un banco vuoto, sedici giorni in cui Nicola non ha potuto alzare le saracinesche del bar e salutare con i suoi occhi azzurri ed il suo sorriso i suoi clienti. Sedici giorni strappati a Nicola per passare il suo tempo con Mariagiustina, l’amore di sempre.  Sedici giorni in cui Pina, Francesco, Michele, Maria, Lina e Cono non hanno visto rientrare a casa i propri figli. Quei figli, quegli amici, che ora si trovano nel cimitero di Via Santa Maria a Sassano, sommersi di frasi, pensieri, ceri, fiori e tante lacrime di chi in questi giorni si è recato nel luogo santo per salutarli e far sentire la presenza di chi in vita è stato vicino ad ognuno di questi angeli della strage di Sassano.

 

 

Giovanna Quagliano
da ondanews.it

 


 

Ecco questo è un segnale piuttosto chiaro e in controtendenza. (ASAPS)

 

 

 

 

 

 



Giovedì, 16 Ottobre 2014
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