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FRANCIA - RIVISTA PRESTO LA PATENTE A PUNTI. SI SPARGE LA VOCE DI UNA NORMATIVA PIÙ CLEMENTE, MA È SUBITO RIENTRATA. RIFORMA IN CANTIERE MA SOLO IN CHIAVE DI EQUITÀ. VELOCITÀ ED ALCOL RESTANO NEL MIRINO


(ASAPS) PARIGI – Il delegato interministeriale alla Sicurezza Stradale, Rémy Heitz, ha annunciato che il Codice della strada francese sarà presto rivisto, soprattutto sulla parte normativa relativa alla patente a punti. Lo scopo è quello di rendere più equo il sistema della decurtazione, ormai a pieno regime, che ha contribuito certamente in maniera determinante alla diminuzione (drastica) della mortalità, ma che ha anche evidenziato eccessi di rigore nell’applicazione di alcune sanzioni accessorie, mentre per altre è necessario “rincarare la dose”. Per adesso, comunque, il governo non prenderà in considerazione – come prospettato nei giorni scorsi – l’ipotesi di diminuire il numero di punti decurtati per le violazioni meno gravi relative alle velocità: in sostanza, si era detto che chi violerà di poco il precetto sul limite, avrebbe potuto contare presto su un prelievo di crediti meno consistente. Pare invece certo che il restyling dovrebbe riguardare il dispositivo giuridico che regola il ritiro del permesso di guida per sei mesi. Si è ancora alla fase progettuale di un pacchetto da proporre in chiave di “rivisitazione” su cui gli esperti stanno lavorando, che dovrebbe rendere la norma più giusta ed evitare il senso di frustrazione che sembra aver colpito una certa parte di conducenti francesi, molti dei quali si sono trovati senza patente dopo aver commesso infrazioni oggettivamente lievi: in più, ed anche questo pesa molto, c’è da considerare che in Francia, perdere tutti i 12 punti disponibili in un colpo solo comporta per il patentato dover ripassare dal Permis Probatorie, una sorta di libertà vigilata del conducente, nel corso della quale la disponibilità effettiva di crediti si ferma a 6 unità. Questo ha creato il senso, nei sanzionati, di una doppia pena, che nel paese della Libertà e dell’Uguaglianza non poteva passare inosservato. “Ne bis in idem”, dunque: giustizia incondizionata, necessaria a far accettare da tutti una legge dello repubblica. A chi aveva avanzato l’ipotesi di addolcire molte sanzioni, il delegato interministeriale ha risposto picche, precisando anche che “non è in programma rimettere in discussione l’attuale politica di sicurezza stradale, che ha mostrato tutta la sua efficacia”. Ma se in Italia una notizia del genere farebbe così tanti proseliti da accattivare politici spregiudicati (quantomeno), in Francia il solo pensiero di allentare la briglia fa salire su tutte le furie gli “integralisti” della sicurezza stradale, trattati in regime di par condicio con Heitz. È il caso di Geneviève Jurgensen, portavoce della Lega Francese contro la Violenza Stradale (LCVR), che ha giudicato irresponsabile chi annuncia una riduzione delle pene. “Non stiamo parlando di biglietti per la metro – ha commentato – ma della vita e della morte delle persone. Se il pubblico sente solo parlare di un’imminente ondata di clemenza, ci sarà una prima ondata di rilassamento al volante, con le conseguenze disastrose che tutti ormai conosciamo”. La Jurgensen è poi tornata sugli strumenti oggi più affilati: il controllo della velocità, l’abuso di alcole e droga, cinture di sicurezza e casco. “Da quando i controlli sono divenuti una costante, abbiamo salvato migliaia di vite. Altro che sanzioni senza pietà”.(ASAPS) 


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Venerdì, 09 Giugno 2006
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