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Notizie brevi 06/06/2006

Sono 38 i morti italiani in Iraq dal 2003

Ai trentuno militari deceduti dall’inizio della missione «Antica Babilonia» si aggiungono 7 civili. Tra loro Quattrocchi e Baldoni


MILANO -Con l’attentato di oggi a Nassiriya, in cui è morto un soldato italiano, salgono a 38 i caduti italiani in Iraq. In totale i militari morti durante la missione «Antica Babilonia» sono 31. Ammontano invece a sette i civili deceduti in Iraq: il regista Stefano Rolla e l’operatore della cooperazione internazionale Marco Beci, l’agente di sicurezza Fabrizio Quattrocchi, il giornalista free-lance Enzo Baldoni, l’imprenditore italo-iracheno Ayad Anwar Wali, Salvatore Santoro e il funzionario del Sismi Nicola Calipari, ucciso da una pattuglia americana mentre trasportava all’aeroporto di Bagdad la giornalista del ’Manifestò Giuliana Sgrena, appena liberata.

Ecco la cronologia degli eventi che hanno provocato i morti italiani e dei principali fatti che hanno visto feriti militari italiani in Iraq. La lunga lista delle vittime inizia dalla strage di Nassiriya del 2003.

12 novembre 2003 - Alle 10.40 (le 8.40 in Italia) un camion sfonda la recinzione della sede della missione Msu (Multinational Specialized Unit) dei carabinieri a Nassiriya, aprendo un varco ad un’autobomba che esplode subito dopo. Muoiono 12 carabinieri, cinque soldati e due civili: i militari dell’Arma sono Domenico Intravaia, Orazio Majorana, Giuseppe Coletta, Giovanni Cavallaro, Alfio Ragazzi, Ivan Ghitti, Daniele Ghione, Enzo Fregosi, Alfonso Trincone, Massimiliano Bruno, Andrea Filippa, Filippo Merlino; i soldati Massimo Ficuciello, Silvio Olla, Emanuele Ferraro, Alessandro Carrisi, Pietro Petrucci. Stefano Rolla e Marco Beci sono i due civili. La base Maestrale, che ospita il personale dell’unitá di manovra del Reggimento carabinieri della Msu, è ridotta a uno scheletro di cemento, davanti c’è un cratere profondo otto metri provocato dall’autobomba. In conseguenza dell’esplosione muoiono anche 9 iracheni, mentre i feriti italiani sono 18.

10 marzo 2004 - Un carabiniere viene ferito nel corso di una sparatoria a Nassiriya. Tra gli episodi più cruenti da registrare nel corso dell’anno, la cosiddetta «battaglia dei ponti», scontro armato con i miliziani sciiti legati a Moqtada Al Sadr per il controllo dei ponti sull’Eufrate, che il 6 aprile causa il ferimento di undici bersaglieri. Coinvolti nel conflitto a fuoco gli uomini della Task Force Eleven, circa 500 militari intervenuti per ripristinare l’ordine pubblico. I bersaglieri italiani vengono fatti oggetto di colpi d’arma da fuoco e rispondono con le armi in dotazione.

2/3 maggio 2004 - Altri episodi, uno dei quali coinvolge anche il comandante del contingente, generale Gianmarco Chiarini: un mezzo di pattuglia sul quale viaggia l’alto ufficiale italiano è fatto oggetto di colpi di arma da fuoco da parte di un gruppo di assalitori. I militari italiani rispondono al fuoco. Nella notte tra il 6 e il 7 maggio 2004 quattro colpi di mortaio esplodono nelle vicinanze della sede della Cpa, l’autoritá provvisoria di governo.

Tra il 14 e il 16 maggio, nuova violenta fiammata di scontri a fuoco: prese di mira con razzi Rpg e colpi di mortaio la base White Horse, la base Libeccio e la sede della Cpa di Nassiriya, bersagliata dai miliziani appostati nel vicino ospedale cittadino. Matteo Vanzan, 23 anni, lagunare del Reggimento Serenissima, viene colpito da una scheggia di mortaio all’arteria femorale. Ricoverato in ospedale, muore dopo un disperato intervento chirurgico nelle prime ore della mattina del 17 maggio.

5 giugno 2004 - Convogli militari italiani vengono attaccati per due volte nella stessa giornata nei dintorni di Nassiriya. Contro i soldati di Antica Babilonia, che scortano un convoglio di cooperazione civile-militare impegnato nella ristrutturazione di un edificio scolastico e di una struttura veterinaria, vengono esplosi in tutto cinque razzi Rpg. -

10 giugno 2004 - Un ordigno esplode nelle vicinanze di una pattuglia di Lagunari, senza provocare feriti.

25 giugno 2004 - Vengono esplosi colpi di arma da fuoco contro gli elicotteri italiani in Iraq. Presi di mira due Ab412 dell’esercito italiano in servizio di perlustrazione notturna a trenta chilometri da Nassiriya. L’attacco non provoca danni ai mezzi nè feriti, gli elicotteri si allontanano dalla zona degli spari senza riportare danni e senza rispondere al fuoco.

5 luglio 2004 - Il primo caporalmaggiore Antonio Tarantino muore in seguito ad un incidente stradale nel quale rimane coinvolto mentre percorre la strada che separa le due basi di White Horse e di Tallil.

21 gennaio 2005 - Muore il maresciallo Simone Cola, di 32 anni, da Ferentino. Era il mitragliere a bordo di un elicottero dell’Esercito, in volo di perlustrazione su Nassiriya.

4 marzo 2005 - L’ufficiale del Sismi Nicola Calipari cade ad un check point americano sulla strada per l’aeroporto di Bagdad dove stava andando per riportare in Italia Luciana Sgrena, appena liberata dopo un drammatico sequestro. Ma l’auto con Calipari, l’ostaggio e un ufficiale dei Ros sará colpita dal fuoco dei soldati Usa: Calipari viene ucciso, la Sgrena ferita.

15 marzo 2005 - Il sergente Salvatore Marracino muore per un incidente durante una seduta di addestramento.

31 maggio 2005 - Cade un elicottero AB-412 dell’Aviazione dell’esercito in forza al 6.ROA, con base presso l’aeroporto di Tallil. Le vittime sono il tenente colonnello Giuseppe Lima, 39 anni di Roma e il capitano Marco Briganti, 33 anni di Forlì, e i mitraglieri di bordo, il maresciallo capo Massimiliano Biondini, 33 anni di Bagnoregio (Viterbo) e il maresciallo ordinario Marco Cirillo, 29 anni di Viterbo.

16 giugno 2005 - Nessuna vittima tra i soldati italiani investiti dall’esplosione di un ordigno nella zona di Nassiriya. L’ordigno contro i militari italiani è esploso al passaggio di un veicolo 50 chilometri a nord di Nassiriya, senza provocare feriti. Solo il mezzo ha riportato lievi danni. Solo il parabrezza del veicolo è rimasto scheggiato, ma l’ordigno non ha provocato feriti tra i militari.

14 luglio 2005 - Muore, in un incidente d’auto, Davide Casagrande, un militare del contingente italiano a Nassiriya. Casagrande, sergente del quarto reggimento alpini paracadutisti di Bolzano, era impegato in una normale attivitá di ricognizione, insieme ad altri 5 militari del suo reggimento. Mentre percorreva una strada nella periferia sud-est di Nassiriya l’automezzo è uscito di strada, verso le 12:30, ribaltandosi. Nell’incidente sono rimasti feriti anche altri due militari.

27 aprile 2006 - Verso le 7:30, ora italiana, una bomba esplode al passaggio di una pattuglia composta da militari italiani e rumeni, uccidendo quattro soldati, tre italiani e un romeno. Le vittime sono il capitano dell’esercito Nicola Ciardelli, del 185esimo battaglione dei paracadutisti di Livorno; il maresciallo capo dei carabinieri Franco Lattanzio, 38 anni di Pacentro (L’Aquila); e il maresciallo capo dei carabinieri Carlo de Trizio, 37 anni di Bisceglie (Bari) deceduto in ospedale. Il 7 maggio muore durante il trasferimento in Italia da Kuwait City, in seguito alle gravi ferite riportate, il maresciallo aiutante Enrico Frassinito, 41 anni, di Padova ma residente a Sommacampagna (Verona).


© asaps.it


da Corriere.it
Le prime vittime i carabinieri della missione Msu
Martedì, 06 Giugno 2006
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