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Notizie brevi 22/04/2006

USCÌ DI STRADA DURANTE UNA GARA CLANDESTINA DI VELOCITÀ E UCCISE L’AMICO: PER I GIUDICI SVIZZERI FU OMICIDIO VOLONTARIO. 5 ANNI E TRE MESI DI CARCERE ALL’IMPUTATO


(ASAPS) LOSANNA (SVIZZERA) – Niente da fare: anche l’ultima speranza per l’imputato è caduta davanti al muro del Tribunale federale di Losanna, che ha confermato in via definitiva la condanna a cinque anni e tre mesi di reclusione per “omicidio intenzionale” nei confronti di un automobilista che aveva provocato un incidente mortale, imboccando a 170 all’ora lo svincolo di uscita di un’autostrada. Non abbiamo purtroppo molta dimestichezza con il codice penale elvetico, ma ci sembra che l’aggettivo “intenzionale” corrisponda al nostro “volontario”, pur mitigata dalla condizione di “dolo eventuale” con cui il protagonista/imputato commise il reato. Il fatto avvenne alcuni mesi fa, a Winterthur, sull’autostrada A1: una BMW M3 aveva ingaggiato una gara di velocità con un altro missile a 4 ruote, una Ford Escort Cosworth. Auto capaci di schizzare da 0 a 100 in 5 secondi e di superare agevolmente i 230 all’ora. Il traguardo improvvisato doveva essere appunto l’uscita dell’autostrada, ma nessuno dei due aveva intenzione di cedere il passo all’altro. Alla fine la spunta il “pilota” fai da te della BMW, che secondo la ricostruzione della Polizia Stradale non tolse nemmeno il piede dall’acceleratore, finendo fuori strada ad una velocità non inferiore ai 170 orari. Un impatto terribile, dal quale uscì praticamente illeso. La stessa fortuna non era toccata però all’amico che viaggiava con lui, rimasto esanime tra le lamiere schiacciate contro i manufatti dello svincolo. I magistrati, esaminando gli attui processuali, hanno concordato pienamente con i colleghi zurighesi che avevano celebrato il processo di primo e secondo grado, secondo i quali all’uomo non poteva essere contestata negligenza, e quindi una condotta colposa. L’imputato aveva in realtà piena contezza di ciò che faceva, ed “ebbro di velocità” aveva maturato la piena convinzione di commettere un reato, con la forma del “dolo eventuale”: insomma, sapeva che ad andare così forte avrebbe potuto provocare un disastro, ed aveva accettato il rischio. Ora deve pagarne le conseguenze. (ASAPS

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Sabato, 22 Aprile 2006
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