(ASAPS) PALERMO – Robot, come nei film di fantascienza,
pronti ad aiutare gli uomini nelle mansioni più pericolose, come calarsi in un
cunicolo o strisciare sul fondo di un’intercapedine saturata di fumo e gas:
praticamente il lavoro più pericoloso del mondo, quello del Vigile del Fuoco,
che purtroppo pagano troppo spesso un tributo altissimo per il soccorso della
collettività. Ora però i pompieri potrebbero avere un alleato formidabile,
risultato di tecniche evolute, un robot appunto. Ancora meglio: molti robot,
per ora solo prototipi, progettati per raggiungere luoghi pericolosi o
semplicemente troppo piccoli per consentire ad un uomo di arrivarci. In fondo,
ci sono robot artificieri, che permettono agli specialisti artificieri di
lavorare a distanza al disinnesco di un ordigno, o robot chirurghi, così
piccoli da poter entrare nel corpo umano guidati da microcamere e da sistemi di
comando impugnati dai medici in carne ed ossa. Ce ne sono altri che vanno sul
fondo dell’oceano, a recuperare relitti, e persino su Marte: veri e propri
automi, che possono muoversi da soli, imparare dai propri errori, studiare il
terreno in cui raccogliere campioni e “scegliere”, proprio così, il passo
successivo da fare. Un ricco campionario di questi prodigi della robotica sono
stati presentati nei giorni scorsi ad EUROS, il convegno di settore, tenutosi a
Palermo. Quello che dovrebbe sulla carta aiutare uomini e donne del 115 si
chiamerà “Robogat” ed è stato ideato per lavorare in condizioni proibitive come
quelle che si sono presentate ai soccorritori all’interno del tunnel del Monte
Bianco, del Frejus o del Gottardo in fiamme. |
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