Da Formula Passion di Vincenzo Borgomeo
“Troppo severa le revoca della patente”: interviene la Corte Costituzionale
Colpo di scena: mentre le Camere si apprestano ad approvare il pacchetto di misure sulla sicurezza stradale appena deliberato dal Consiglio dei Ministri che conferma gli interventi già annunciati e recepisce alcune delle novità proposte dalla Conferenza Unificata, la Corte costituzionale sta valutando le validità dell’applicazione automatica della revoca della patente per i guidatori in stato di ebbrezza, anche in assenza di danni o feriti, in risposta alle critiche sollevate dalla Corte d’appello di Milano. La Corte d’appello ha definito infatti “sproporzionato e irragionevole” il quadro attuale delle sanzioni, che punisce in modo uguale comportamenti di gravità diversa. La questione sarà discussa in udienza pubblica domani alla Consulta.
Tutto nasce per un caso clamoroso, finito al centro della questione: quello di un agente di commercio che ha perso il controllo della sua auto e ha colpito una barriera stradale, senza causare danni a nessuno, nemmeno a sé stesso. Con l’aiuto di alcuni passanti, è riuscito a rimettere l’auto in strada e si apprestava a ripartire. Tuttavia, il test dell’alcoltest ha rilevato un tasso alcolemico superiore a 1,5 grammi per litro, e per questo è stato condannato a 8 mesi di arresto e 7.200 euro di ammenda dal tribunale di Milano. Nonostante il giudice abbia sospeso la pena considerando che non c’erano feriti e che l’imputato non aveva precedenti penali, la revoca automatica della patente è comunque entrata in vigore come sanzione amministrativa accessoria alla condanna.
Gli avvocati dell’automobilista però hanno presentato un appello e hanno chiesto ai giudici di sollevare la questione di illegittimità costituzionale dell’articolo 186, comma 2 bis del Codice della Strada, che prevede l’automatismo nella revoca della patente, impedendo al magistrato di comminare una sanzione proporzionata alle circostanze specifiche del caso. Secondo la difesa, ciò viola il principio di proporzionalità della pena, nonché i principi di uguaglianza e ragionevolezza. Inoltre, la difesa sostiene che ci sia una “disparità ingiustificata di trattamento”, poiché, a seguito di una sentenza della Consulta del 2019 sul Codice della Strada, un conducente che provoca la morte di una persona per negligenza, purché non sia ubriaco, può essere punito solo con la sospensione della patente.
La Corte d’appello di Milano condivide la posizione della difesa e, nell’ordinanza con cui ha trasmesso gli atti alla Consulta, definisce “ingiustificato” punire automaticamente il conducente in stato di ebbrezza senza lesioni o danni. La decisione della Corte costituzionale su questa questione sarà di fondamentale importanza per stabilire se la norma attuale è conforme ai principi costituzionali di proporzionalità, uguaglianza e ragionevolezza.
Una sentenza che potrebbe avere effetti demolitori sull'efficacia del 186 CdS. Ci vorrà il morto per stabilire la vera gravità? (ASAPS)
|
Clicca qui per iscriverti al nostro canale TelegramClicca qui per mettere "mi piace" alla nostra pagina Facebook
Clicca qui per seguire la nostra pagina Instagram
|