Poliziotto travolto e ucciso sull’A23, l’automobilista patteggia 8 mesi
da messaggeroveneto.gelocal.it
TREPPO GRANDE. Quella mattina e nei giorni a seguire il lutto attraversò l’intero Paese. La tragica scomparsa di Maurizio Tuscano, 58 anni, assistente capo coordinatore della Polizia di Stato, in servizio alla sottosezione Polizia stradale di Amaro, investito l’11 dicembre 2022 da un’utilitaria lungo l’autostrada A23, all’altezza di Treppo Grande, pochi minuti prima della fine del turno di notte, suscitò un generale moto di cordoglio: dai vertici istituzionali, con in testa il presidente della Repubblica, il ministro dell’Interno e il capo della Polizia, a chiunque in Friuli lo avesse conosciuto e apprezzato, tutti si unirono al dolore della famiglia.
Venerdì 19 maggio, a certificare le cause dell’incidente e chiudere il procedimento penale per omicidio stradale che ne seguì a carico del conducente, il 44enne Ramon Pellegrini, di Trivignano Udinese, è stata la sentenza di patteggiamento definita davanti al tribunale di Udine.
Ritenendo provato il concorso di colpa della vittima, che durante i rilievi di un tamponamento avvenuto un’ora e mezza prima non aveva adottato tutti i dispositivi di sicurezza previsti, il giudice dell’udienza preliminare, Mariarosa Persico, ha applicato all’imputato la pena, precedentemente concordata tra Procura e difesa, di 8 mesi di reclusione, sospesi con la condizionale.
>Agente travolto in autostrada, la testimonianza del medico
A Pellegrini, che era assistito dagli avvocati Alessandro Franco e Agata Tiussi, è stata riconosciuta anche l’attenuante del danno risarcito agli eredi. Quanto alla sanzione amministrativa legata all’omesso azionamento delle luci abbaglianti all’approssimarsi del mezzo che segnalava una situazione di pericolo, tenuto conto del grado di colpa, il gup ha ritenuto congruo determinare la durata della sospensione della patente in due anni.
Erano state in particolare le conclusioni dell’ingegner Marco Pozzati, incaricato dal pm Claudia Finocchiaro della consulenza dinamica, a precisare la ricostruzione dei fatti. A fornire, cioè, i particolari che hanno reso ancora più drammaticamente assurda la vicenda.
Tuscano si trovava in quel punto dell’autostrada, nel tratto compreso tra Udine nord e Gemona, per effettuare i rilievi di un tamponamento tra due auto avvenuto attorno alle 5.
Terminate le operazioni - circostanza peraltro comunicata anche ad Autostrade per l’Italia, che a quel punto aveva interrotto la segnalazione dai pannelli luminosi -, tuttavia, era rimasto sul posto per procedere con ulteriori accertamenti. Ma lo aveva fatto - da qui, la contestazione del concorso di colpa – ponendo l’auto di servizio con lampeggianti attivi non davanti al campo che intendeva ispezionare, bensì oltre il luogo in cui, poi, sarebbe stato appunto investito.
La tragedia era avvenuta alle 6.40. La Suzuki Splash condotta da Pellegrini aveva centrato e caricato Tuscano a cavallo tra la corsia di marcia e quella di decelerazione che immette nell’area di parcheggio “Cormor est”.
Il primo a prestare soccorso era stato un medico di passaggio. Ma il decesso era sopraggiunto poco dopo l’arrivo dei sanitari del 118.
Residente a Moggio Udinese con la moglie Roberta Linda, con cui aveva avuto il figlio Mattia, ingegnere informatico, Tuscano aveva prestato servizio per vent’anni al distaccamento Polstrada di Tolmezzo e lavorava ad Amaro dal 2017. Gli mancavano un paio d’anni alla pensione.
Una pena veramente mite per chi ha ucciso l’Assistente Capo Maurizio Tuscano della Sottosezione Polizia Stradale di Amaro (UD). (ASAPS)
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