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Notizie brevi 25/03/2004

QUELLO CHE L’ASAPS SOSTIENE GIÁ DA GENNAIO. - Allarme alla presentazione del rapporto sulle due ruote. "Lontani dalla media europea" - "Patente a punti, l’effetto è finito" Il presidente dell’Aci: "Vittime di nuovo in crescita sulle strade"

Da"Il Corriere della Sera"

QUELLO CHE L’ASAPS SOSTIENE GIÁ DA GENNAIO. (ndr)


Allarme alla presentazione del rapporto sulle due ruote. "Lontani dalla media europea" - "Patente a punti, l’effetto è finito"
Il presidente dell’Aci: "Vittime di nuovo in crescita sulle strade"
ROMA - "Gli incidenti stradali sono in aumento. La spinta propulsiva della patente a punti si sta esaurendo". Il presidente dell’Aci, Franco Lucchesi, rileva, dati alla mano, una tendenza preoccupante: "La patente a punti è stata introdotta nel luglio scorso. Nel primo mese gli incidenti su autostrade e strade statali, registrati da polizia stradale e carabinieri, sono diminuiti del 30%. Ma già da luglio a dicembre la percentuale media si era ridotta a un meno 18%. Considerando anche le strade provinciali e i centri urbani, su cui abbiamo dati parziali, il calo medio degli incidenti diventa meno 8, meno 10%. Se non si interviene, tra un anno tutto ritornerà come prima". Il presidente Lucchesi ha esposto le sue allarmanti valutazioni nel corso della presentazione del "Rapporto Aci-Censis due ruote", che si è svolta ieri a Roma (all’ordine del giorno l’introduzione a luglio del patentino per i motociclisti al di sotto dei 16 anni).
Le percentuali allarmanti fornite da Lucchesi sono basate su cifre parziali. I dati sulle strade provinciali e sui centri abitati (dove mediamente si registra il maggior numero di incidenti) non sono ancora ufficiali. "Ma è significativo - avverte il presidente dell’Aci - che l’Italia sia scesa al di sotto del meno 20%. In tutti i Paesi dove la patente a punti è stata introdotta, Francia , Stati Uniti, Germania, dopo un consistente calo degli incidenti, c’è stata una tendenza di senso contrario, ma alla fine la percentuale si è stabilizzata su un meno 20%. In Italia sta andando peggio".
Cosa produce questa tendenza? "Da una parte - risponde Lucchesi - è possibile che gli italiani, dopo un primo momento di attenzione, siano tornati alle vecchie abitudini di guida. Dall’altra, che i controlli delle forze dell’ordine siano diventati meno puntuali e diffusi rispetto ai primi mesi. I dati parlano chiaro".
Proprio sui dati però al ministero degli Interni c’è qualche divergenza rispetto alle valutazioni del presidente dell’Aci. La Polizia stradale esclude categoricamente di aver diminuito i controlli e, considerando solo gli incidenti su autostrade e strade statali, dà un quadro più incoraggiante di quello rappresentato dal meno 8%. Gli incidenti, dal primo luglio 2003 al 22 marzo 2004, sono diminuiti del 16,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
"Una percentuale comunque preoccupante - nota Lucchesi - rispetto a quel 20% su cui si sono stabilizzati gli altri Paesi in cui è stata introdotta la patente a punti". Per contrastare la brutta tendenza, il presidente dell’Aci ha lanciato una sfida. La giornata mondiale della salute, il 7 aprile, quest’anno è stata dedicata alla sicurezza stradale. L’Aci, con l’appoggio di 90 tra aziende e istituzioni, ha organizzato una grande campagna di sensibilizzazione. Lo slogan prescelto può suonare temerario: "Il 7 aprile nessun morto sulle strade". Mediamente, ogni giorno, sulle strade italiane, i morti sono 18. Dalla prossima domenica le televisioni pubbliche e private manderanno in onda spot terrorizzanti, immagini di tragedie sulle strade. Unico commento sonoro lo stridore dei pneumatici, la sirena delle ambulanze, il pianto delle famiglie negli ospedali

Claudio Lazzaro

Giovedì, 25 Marzo 2004
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