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Notizie brevi 05/04/2004

Da "Corriere della Sera" - Il parere del Presidente dell’Asaps al Corriere della Sera La polizia: controlli impossibili, non basta prevedere di indossarli se si scende di notte "Giubbotti obbligatori a bordo di tutte le auto" L’ipotesi allo studio del ministero: se serve per la sicurezza lo faremo

Da "Corriere della Sera"
Il parere del Presidente dell’Asaps al Corriere della Sera
La polizia: controlli impossibili, non basta prevedere di indossarli se si scende di notte
"Giubbotti obbligatori a bordo di tutte le auto"
L’ipotesi allo studio del ministero: se serve per la sicurezza lo faremo
L’obbligo c’è, mancano i controlli. Sul giubbotto catarifrangente, ammette la polizia, "fare prevenzione è impossibile". E’ un limite della legge: è obbligatorio indossarlo, ma non è obbligatorio averlo in auto. Poliziotti e carabinieri sanzionano chi, in condizioni di scarsa visibilità, scende dalla macchina senza il giubbotto, ma non possono punire chi non lo ha ancora acquistato o non lo tiene nella vettura. Un automobilista per incappare nella multa (che parte da 33 euro e comporta la sottrazione di due punti dalla patente) deve insomma essere colto sul fatto, mentre corre già il rischio di venire travolto. I controlli di routine , quelli per verificare se c’è il triangolo nel baule e se le luci funzionano, quelli dunque che servono a prevenire gli incidenti, non possono niente sulla "questione giubbotto". Che in determinate circostanze deve essere indossato, ma che non è indispensabile avere in macchina: in caso l’auto sia in panne, si può sempre starsene chiusi nell’abitacolo, aspettando il carro attrezzi. Così, nonostante l’obbligo in vigore da giovedì scorso, sono moltissimi gli automobilisti che non hanno comprato il giubbotto (o le introvabili bretelle). "La legge si presta a qualche vaghezza e qualche libera interpretazione", ammette Giordano Biserni, presidente dell’Asaps, associazione dei sostenitori della polizia stradale. Ma le cose potrebbero cambiare. "Non è detto che la normativa non possa essere rivista - spiegano dall’ entourage del ministro ai Trasporti Lunardi -. Nell’ottica dell’impegno per aumentare la sicurezza, avviato con la patente a punti, il ministro potrebbe pensare di cambiare le regole, se dovesse verificare che l’appello alla coscienza degli automobilisti non basta a convincerli a tenere in auto il giubbotto". Era giù successo per il casco e per le cinture di sicurezza: fino a quando non sono cominciate a piovere multe, nessuno le ha prese sul serio. In vista, dunque, un giro di vite? La questione non è semplice: non tutti applaudono all’ipotesi di controlli anche sui giubbotti a bordo. "Applicare la stessa sanzione, due punti in meno sulla patente, a chi non ha in auto il giubbotto come a chi viene sorpreso a guidare a 200 all’ora in autostrada non mi sembra per niente equo: la prima infrazione è molto meno grave dell’altra - dice ancora Biserni -. Sono più urgenti altri ritocchi alla normativa. Per esempio: è possibile che non venga ritirato neppure un punto a chi viaggia con le gomme lisce?".
Comunque la sia guardi, l’informazione scarseggia. Dall’agosto scorso, chi armeggia attorno a un’auto in condizioni di scarsa visibilità dovrebbe indossare obbligatoriamente il giubbotto. Ma in quanti lo sanno? A questo "vecchio" obbligo, dal 1° aprile si è aggiunto quello che riguarda specificamente i conducenti. "Temo che questa storia del giubbotto sia un po’ come la distanza di sicurezza: non c’è prevenzione, nessuno controlla e, alla fine, a venire multato è solo chi tampona l’auto davanti", chiude Maurizio Marchi, segretario del Sulpm, il sindacato autonomo della polizia municipale.

Daniela Monti

Lunedì, 05 Aprile 2004
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