Treviso, dopo la tragedia in autostrada l’appello delle associazioni di categoria: non criminalizzate i camionisti. Ma per i bisonti della strada il lavoro è sempre più terribile. |
(ASAPS)
MESTRE — A pochi giorni da una delle tante, troppe, pagine nere della
viabilità italiana, sempre meno sostenibile per la concomitanza
di eventi così terribili, le associazioni di categoria che rappresentano
gli autotrasportatori fanno quadrato e lanciano un appello a tutti affinché
non si criminalizzi il camionista. Il fatto, lo ricordiamo, è avvenuto
sulla A27 lo scorso 13 luglio: un tir è piombato sulla coda ferma,
sterminando una famiglia belga (padre, madre e figlia) e una coppia di
fidanzati trevigiani, la giovane poetessa Elisa Gobbo. "In attesa
che la Polizia Stradale ricostruisca la dinamica dell’incidente e individui
i responsabili, crediamo che l’unica cosa da fare sia quella di non
criminalizzare nessuno. Tanto meno i camionisti". Sono parole di
Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia (Associazione artigiani e pmi)
di Mestre, alle agenzie di stampa. A sostegno delle sue ipotesi cita i
dati del 2000, dai quali si evince che solo 7,41% degli eventi è
stato causato da un mezzo pesante. Tutti gli altri sono da addebitare
ad autovetture o motocicli. Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente
della Confartigianato Trasporti veneto, Danilo Vendrame. "Incidenti
come questi — ha detto Vendrame — sono avvenimenti tragici che
lasciano il segno. Soprattutto a chi, come noi camionisti, trascorre oramai
con il fiato sospeso una parte sempre maggiore del proprio tempo in coda
tra la tangenziale di Mestre ed i vari innesti. Siamo allo stesso tempo
arrabbiati ed angosciati. Arrabbiati perché l’esperienza quotidiana
su questo tratto di viabilità ci ha indotto a proporre più
volte a Regione e società autostradali alcuni semplici accorgimenti
che vengono puntualmente ignorati. Ultimo in ordine di tempo, venti giorni
fa, riguardava proprio l’innesto della A27 in Tangenziale e la richiesta
di spostare un cartello stradale di 500 metri. Ci eravamo resi conto infatti
che il cartello di divieto di sorpasso per i mezzi pesanti alla confluenza
di tre strade portava ad una paralisi perenne e soprattutto pericolosa.
Triste presagio di quello che sarebbe accaduto. La Polizia Stradale aveva
— sulla scorta degli ultimi avvenimenti nella zona — lanciato
un segnale d’allarme circa le sempre più difficili condizioni
di lavoro dei camionisti, sottoposti a turni di lavoro massacranti. A
certi ritmi l’errore può avvenire, e questo è inaccettabile.
(ASAPS).
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