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Notizie brevi 15/07/2004

Treviso, dopo la tragedia in autostrada l’appello delle associazioni di categoria: non criminalizzate i camionisti. Ma per i bisonti della strada il lavoro è sempre più terribile.

Treviso, dopo la tragedia in autostrada l’appello delle associazioni di categoria: non criminalizzate i camionisti. Ma per i bisonti della strada il lavoro è sempre più terribile.

(ASAPS) MESTRE — A pochi giorni da una delle tante, troppe, pagine nere della viabilità italiana, sempre meno sostenibile per la concomitanza di eventi così terribili, le associazioni di categoria che rappresentano gli autotrasportatori fanno quadrato e lanciano un appello a tutti affinché non si criminalizzi il camionista. Il fatto, lo ricordiamo, è avvenuto sulla A27 lo scorso 13 luglio: un tir è piombato sulla coda ferma, sterminando una famiglia belga (padre, madre e figlia) e una coppia di fidanzati trevigiani, la giovane poetessa Elisa Gobbo. "In attesa che la Polizia Stradale ricostruisca la dinamica dell’incidente e individui i responsabili, crediamo che l’unica cosa da fare sia quella di non criminalizzare nessuno. Tanto meno i camionisti". Sono parole di Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia (Associazione artigiani e pmi) di Mestre, alle agenzie di stampa. A sostegno delle sue ipotesi cita i dati del 2000, dai quali si evince che solo 7,41% degli eventi è stato causato da un mezzo pesante. Tutti gli altri sono da addebitare ad autovetture o motocicli. Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente della Confartigianato Trasporti veneto, Danilo Vendrame. "Incidenti come questi — ha detto Vendrame — sono avvenimenti tragici che lasciano il segno. Soprattutto a chi, come noi camionisti, trascorre oramai con il fiato sospeso una parte sempre maggiore del proprio tempo in coda tra la tangenziale di Mestre ed i vari innesti. Siamo allo stesso tempo arrabbiati ed angosciati. Arrabbiati perché l’esperienza quotidiana su questo tratto di viabilità ci ha indotto a proporre più volte a Regione e società autostradali alcuni semplici accorgimenti che vengono puntualmente ignorati. Ultimo in ordine di tempo, venti giorni fa, riguardava proprio l’innesto della A27 in Tangenziale e la richiesta di spostare un cartello stradale di 500 metri. Ci eravamo resi conto infatti che il cartello di divieto di sorpasso per i mezzi pesanti alla confluenza di tre strade portava ad una paralisi perenne e soprattutto pericolosa. Triste presagio di quello che sarebbe accaduto. La Polizia Stradale aveva — sulla scorta degli ultimi avvenimenti nella zona — lanciato un segnale d’allarme circa le sempre più difficili condizioni di lavoro dei camionisti, sottoposti a turni di lavoro massacranti. A certi ritmi l’errore può avvenire, e questo è inaccettabile. (ASAPS).
Giovedì, 15 Luglio 2004
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