La tragedia di Vito, morto a 32 anni mentre lavorava in autostrada: “L’investitore era ubriaco”
Stava lavorando in uno dei pochi cantieri aperti in tempi di lockdown per coronavirus, sulla autostrada A1, quando è stato travolto e ucciso da un suv.
L’incidente è avvenuto nella notte tra venerdì e sabato 18 aprile, intorno all’1:30, all’altezza del km 134 in direzione Bologna, nel tratto reggiano vicino al casello Campegine-Terre di Canossa.
La vittima è Vito Regina, 32nne originario di Grumo Appula in provincia di Bari ma da qualche tempo residente a Senigallia, dove conviveva con la compagna. Lavorava per la succursale di Marzocca della 3S Safety, una ditta di verniciatura con sede a Faenza.
L’operaio si stava occupando del rifacimento della segnaletica stradale quando è stato investito da un Range Rover guidato da un giovane modenese che ha invaso il cantiere, finendo contro un mezzo di lavoro.
Nell’impatto è stato coinvolto anche un suo collega, un giovane di 28 anni, ricoverato all’ospedale di Reggio Emilia con un mese di prognosi. Sulla dinamica indaga la polizia stradale. Distrutti i familiari di Vito e il cugino, Vito Perniola, accusa: “La polizia ci ha detto che l’investitore era ubriaco e per colpa sua l’abbiamo perso”.
Anche in epoca di coronavirus un conducente ubriaco può uccidere un giovane operaio Intento nel suo lavoro. (ASAPS)