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Notizie brevi 11/10/2004

TREVISO - VITTIME DIMENTICATE, LA STORIA DI MARIA LAURA MION, CRESCIUTA IN COMA E MORTA SABATO, DOPO 30 ANNI DI INFERMITÀ TOTALE TRA LE BRACCIA DELLA MADRE. ERA STATA INVESTITA NEL 1971

VITTIME DIMENTICATE, LA STORIA DI MARIA LAURA MION, CRESCIUTA IN COMA E MORTA SABATO, DOPO 30 ANNI DI INFERMITÀ TOTALE TRA LE BRACCIA DELLA MADRE.
ERA STATA INVESTITA NEL 1971

(ASAPS) TREVISO – Nel 1971, Maria Laura venne investita da un’auto praticamente sul pianerottolo di casa. Da allora, quando aveva appena 3 anni, quel piccolo angelo smise di vivere come noi viviamo, ed entrò in uno stato di coma nel quale è cresciuta, senza il piacere di giocare, di frequentare una scuola, di innamorarsi. È sopravvissuta, semplicemente respirando, tra le amorevoli cure di una madre, Serafina, e del papà, scomparso di recente, che da quella terribile mattina non hanno fatto altro che assisterla, lavarla, accudirla, vedendola crescere senza parlare, senza giocare, senza andare a scuola: semplicemente respirando. Don Achille, parroco della chiesa di San Tiziano di Francenigo, ha raccontato commosso la triste vicenda terrena di una famiglia che non ha mai perso la speranza, e che per oltre trent’anni non ha mai fatto altro. Qualche giorno fa le condizioni di salute di Maria Laura si sono aggravate, e dopo poche ore di ricovero ospedaliero si è spenta. “Se alle creature in stato vegetativo permanente noi assicuriamo il nutrimento, mantenendo il giusto livello di nursing, possono resistere a lungo – ha detto all’Ansa il prof. Giampiero Giron, direttore dell’Istituto di Anestesia e Rianimazione dell’Azienda ospedaliera di Padova e responsabile della terapia antalgica -; le cure nei loro riguardi sono sacrosante, perché sono assolutamente vivi e possono continuare ad avere percezioni, anche se a livello primordiale, troncoencefalico, e non più corticale”. Ma Maria Laura non è la sola creatura ad essere piombata nel limbo del coma ed essere sopravvissuta, in quelle condizioni, alle lesioni. Secondo una ricerca dell’Istituto di Anestesia e Rianimazione dell’Università di Padova, in Veneto sono circa 25 i casi all’anno di persone che rimangono in stato vegetativo permanente, oltre la metà dei quali per incidenti stradali, il resto per lo più per incidenti vascolari. Pazienti che, per tempra personale e per qualità delle cure prestate, tengono duro in media per cinque, sei anni. “Un problema sociale molto serio – ha aggiunto Giron – regolato da una buona legge regionale che dà garanzie sia diagnostiche che assistenziali, anche a livello domiciliare, quando le famiglie sentono dentro di sé la motivazione a tenere a casa i congiunti”. A mamma Serafina, cui va il nostro profondo affetto di figli, bastava quel sorriso, che Maria Luisa sapeva ancora rivolgerle dopo una carezza o una parola sussurrata nella penombra di quella casa, in cui è cresciuta senza giocare, senza parlare, senza tutte quelle cose così banali per noi. (ASAPS). 





Lunedì, 11 Ottobre 2004
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