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Notizie brevi 29/08/2018

Nicky Hayden e l’incidente mortale: la famiglia chiede 6 milioni all’automobilista

Il 10 ottobre al via al processo per omicidio stradale

La famiglia di Nicky Hayden, il campione di motociclismo statunitense morto il 22 maggio 2017 in seguito a un incidente stradale avvenuto 5 giorni prima a Misano Adriatico (Rimini) mentre era in bici, chiederà 6 milioni di euro di risarcimento nell’ambito del processo per omicidio stradale che si apre il 10 ottobre a Rimini. A riportarlo è «il Resto del Carlino», che spiega come la richiesta di risarcimento dei familiari del campione di motociclismo sia pervenuta ai legali Pierluigi Autunno e Francesco Pisciotti, avvocati del 31enne di Morciano che guidava l’auto contro la quale si scontrò il pilota. Il processo per omicidio stradale inizia il 10 ottobre in Tribunale a Rimini.

Le perizie

Un processo che — come riporta il Corriere di Bologna — è già tutto agli atti come le tre perizie depositate, quella della Procura, quella dei difensori e quella della parte civile, la famiglia del pilota Usa che non sarà presente in giudizio. La difesa della parte civile non ha accettato il rito abbreviato ed è quindi uscita dal processo probabilmente riservandosi un’azione civile. Resta però agli atti la perizia della parte civile che con quella della Procura fa una ricostruzione diversa da quella fatta dal perito della difesa. Ad esempio secondo la ricostruzione fatta dal consulente della Procura, il giovane che ha investito Hayden all’incrocio, al momento dell’impatto viaggiava a 72,8 km all’ora anziché ai 50, che è il limite consentito in quel tratto. E stando alla ricostruzione della Procura, se avesse viaggiato ai 50 all’ora «sia continuando a velocità costante, sia reagendo e frenando, l’incidente sarebbe stato evitato». Insomma se l’auto avesse rispettato i limiti, Hayden «sarebbe transitato appena davanti al veicolo» evitando l’impatto. Diversa invece la posizione del perito della difesa che punta sulla responsabilità piena di Hayden, sostenendo che anche se l’automobilista avesse rispettato il limite di velocità, Hayden, non rispettando lo stop, sarebbe comunque finito contro l’auto.

da corriere.it


“Stando alla ricostruzione della Procura, se la vettura (che secondo la perizia viaggiava a 72,8 km/h) avesse viaggiato ai 50 all’ora «sia continuando a velocità costante, sia reagendo e frenando, l’incidente sarebbe stato evitato». Insomma se l’auto avesse rispettato i limiti, Hayden «sarebbe transitato appena davanti al veicolo» evitando l’impatto. Diversa invece la posizione del perito della difesa che punta sulla responsabilità piena di Hayden, sostenendo che anche se l’automobilista avesse rispettato il limite di velocità, Hayden, non rispettando lo stop, sarebbe comunque finito contro l’auto.” (ASAPS)

Mercoledì, 29 Agosto 2018
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