Venerdì 26 Aprile 2024
area riservata
ASAPS.it su
Notizie brevi 12/12/2017

Auto in panne e liti sotto la neve, la mia odissea di 12 ore bloccata sull’Autobrennero

Da Bressanone a Milano, di notte sotto la tempesta perfetta

Premesso che con la neve (annunciata) e un ponte di 3 giorni (4 per i milanesi) c’era da aspettarselo, premesso pure che la partenza «domenica in serata» non è intelligente ma per ragioni familiari non si poteva fare altrimenti, premesso tutto questo, siamo saliti in macchina alle 18.20 a Bressanone-Brixen (Alto Adige) e abbiamo messo piede in casa a Milano alle 6 di lunedì mattina. Fortuna che l’auto era attrezzata e i figli a casa, partiti il giorno prima. Il navigatore, a dire il vero, aveva previsto «10 ore» ma l’avevamo giudicata una stima da Cassandra digitale o esageratamente prudenziale. Invece lui sapeva. 

>VIDEO -  Allerta meteo rossa in Liguria e Toscana, maltempo in Val d’Aosta

A Bressanone aveva appena cominciato a nevicare, fiocchi piccoli, ghiacciati. Per strada si viaggiava bene, incolonnati ma con un certo ritmo, e lì esce la prima frase che non si dovrebbe dire: «Be’, pensavo peggio». 

E non si capiva perché il navigatore continuasse a mostrare sul display un serpentone rosso sangue, come a vedere un traffico che noi non vedevamo. Isoradio parlava dell’A1, di rallentamenti, di maltempo, di code dalle località sciistiche. E in effetti, la tempesta perfetta si stava preparando. Dopo Bolzano la neve sottile diventa tormenta e l’autostrada, come un fiume, si ingrossa del flusso di macchine che arrivano dalle strade affluenti delle valli. Auto di ogni dimensione, tanti camper, pick-up con rimorchio, davanti a noi viaggia anche un cavallo. E, soprattutto, una quantità infinita di bus più qualche tir impaziente, vista la mala parata, di forzare il blocco del weekend.  

È un attimo e si è tutti fermi, lo scenario cambia. Macchine in panne sulla destra, gente che mette le catene fuori tempo massimo, alcuni ancora fingendo nonchalance, in una mano la catena e nell’altra la sigaretta accesa. Su certi berretti la neve si accumula un centimetro sull’altro.  

Alle nove siamo già in viaggio da ore e mandiamo il primo messaggio ai ragazzi, dicendo che siamo a Trento mentre abbiamo passato di poco Bolzano. La strada sembra ormai un sentiero di montagna, spazzaneve e spargisale passano solo nella carreggiata opposta, dove c’è spazio, qui come potrebbero? E la neve non solo non smette ma rinforza e fa larghi mulinelli. L’atmosfera si fa più pesante, i cartelli luminosi parlano di anschluss, che è parola neutra per «raccordo», ma ora suona cupa. Poi promettono code «a tratti», ma il tachimetro è sempre fermo o segna a malapena 5… 

Noi però abbiamo ancora fiducia nelle magnifiche sorti e progressive da decidere di uscire dall’A22 e provare la statale. Un passo falso, e lo capiamo appena usciti. Se in autostrada lo spazzaneve non passa qui si rischia di finire nei meleti. Riusciremo a rientrare dopo un’ora e mezza, per fare il tratto fra un’uscita e l’altra. 

A quel punto in macchina si parla di meno, c’è un filo di tensione e vista l’ora si decide di mangiare un panino all’autogrill. Ma quando i cartelli lo annunciano a un chilometro capiamo che lì comincia anche la coda per incolonnarsi. Niente, ci metteremmo ore per entrare nel parcheggio e poi chissà quanto per un Camogli e - soprattutto - per il bagno. In tanti fan due conti e da lì in poi è tutto un accostare di macchine e scendere di passeggeri che fanno pipì en plein air. Qualche suv della polizia passa, vediamo anche un’auto medica.

Alla stazione di servizio successiva ci arriveremo oltre un’ora dopo. La gente apre le portiere e barcolla nella neve, sembriamo tutti dei sopravvissuti. La coda al bagno è uno choc, non solo perché sembra quella per i saldi di Harrod’s, ma anche perché la metà si fa all’aperto, sotto la neve e all’aria che mulina. Però è una coda democratica, perché tocca farla tutti, sciure e sciuri di ritorno da Cortina e comitive in gita in pullman ai mercatini di Natale. In coda e al freddo si litiga presto e anche il politically correct viene sospeso, così si assiste a un acceso battibecco in cui viene coinvolto un gruppo di persone sorde (sordomuti non si dice più) per nulla intimoriti dalla favella di chi accusavano esser passato davanti. Qualcuno, esausto, propone di andare dietro quei tir laggiù, «tanto in questo casino chi ci guarda?».

Il resto del viaggio è silenzio e - ammettiamolo - anche un po’ preghiera, perché se non smette né la neve né la coda star svegli al lavoro, l’indomani, sarà una sofferenza. Tutti, in carreggiata, hanno più o meno la stessa idea. Contro i colpi di sonno si accosta dove si può, si schiaccia un pisolino e si mangia un Pocket Coffee dopo l’altro.  

Le cose migliorano dopo l’allacciamento sull’A4, c’è sempre meno neve però compare il ghiaccio, quindi svanisce la speranza di poter accelerare un po’. Ci si mette il cuore in pace, ormai tutti sanno che si farà mattina. Qualcuno, come noi, ha ancora la forza di vedere se almeno può fregare un po’ la sorte prendendo la Brebemi, la nuova Brescia-Bergamo-Milano che costa un po’ di più ma la fanno ancora in pochi. In effetti l’idea è buona, ci sono tanti mezzi di servizio, poca gente, l’asfalto è ben pulito. Alla fine si recuperano forse 15 minuti, ma son gli ultimi dopo 12 ore di Apocalypse (S)now. 

Sara Ricotta Voza

da lastampa.it


La testimonianza di una nottata sulla A22 fra code e gelo. (ASAPS)
“Premesso che con la neve (annunciata) e un ponte di 3 giorni (4 per i milanesi) c’era da aspettarselo, premesso pure che la partenza «domenica in serata» non è intelligente ma per ragioni familiari non si poteva fare altrimenti, premesso tutto questo, siamo saliti in macchina alle 18.20 a Bressanone-Brixen (Alto Adige) e abbiamo messo piede in casa a Milano alle 6 di lunedì mattina.”

Martedì, 12 Dicembre 2017
stampa
Condividi


Area Riservata


Attenzione!
Stai per cancellarti dalla newsletter. Vuoi proseguire?

Iscriviti alla Newsletter
SOCIAL NETWORK