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Notizie brevi 04/07/2017

L’anima nera di Firenze: “Il respiro delle anime”, l’ultimo romanzo noir
di Gigi Paoli, cronista della giudiziaria fiorentina
Tra i vicoli oscuri e bui di una Firenze torrida, un sovrintendente della Polizia Stradale e un cronista, insieme, in una spy story mozzafiato

(ASAPS) – Chi ha letto “Il rumore della pioggia”, titolo d’esordio del giornalista Gigi Paoli, per anni responsabile della giudiziaria fiorentina del quotidiano La Nazione e ora capo della pagina di Empoli, attendeva con ansia il ritorno di Carlo Alberto Marchi, cronista de “Il Nuovo”, immaginario (ma non troppo) tabloid toscano e protagonista del romanzo, alle prese con le intricate trame noir di una Firenze dominata, oltre che dal Cupolone, dall’avveniristica skyline del nuovo palazzo di giustizia, “Gotham City”.
E Gigi Paoli non si è fatto attendere troppo, con l’uscita, pochi giorni fa, del suo secondo lavoro, “Il respiro delle anime”, edito da Giunti: stavolta, il suo Marchi sarà alle prese con un’intricatissima inchiesta di cui è coprotagonista il sovrintendente della polizia stradale Lorenzo Rindi, brillante investigatore della specialità, finito in pattuglia dopo essere uscito sconfitto, con la sua squadra di polizia giudiziaria, da un’inchiesta sull’urbanistica cittadina e il malaffare politico.

Dal “palazzaccio”, progettato negli anni ‘70 dall’architetto Leonardo Ricci e intitolato, dopo la sua inaugurazione nel 2012, a Pietro Calamandrei, si dipana una sottile linea di suspence e paura, condita di delitti inspiegabili – alla fine tutti collegati – che avrà come punti perimetrali la storica caserma della polizia stradale delle “Cure” (dove ha tuttora sede il Compartimento), la sede del “Il Nuovo” di Marchi e altri luoghi ben conosciuti dai fiorentini. In mezzo, tra i vicoli bui e oscuri resi insopportabili dalla canicola estiva, la rotonda in cui un ciclista viene ucciso da un pirata della strada: ecco, proprio dai rilievi di quello che sembra un banale incidente mortale con omissione di soccorso, Marchi e Rindi si ritroveranno a indagare, ciascuno a modo suo, in una terra di nessuno, tra senzatetto e spie, scoprendo, alla fine dell’intricata trama, che tutti i loro sospetti circa un oscuro movente, erano ancora una volta fondati.

Chi conosce l’ambiente giudiziario fiorentino è pronto a giurare che anche in questo romanzo, come in quello d’esordio, i riferimenti a persone e fatti non sono poi così lontani  dalla realtà: lo è Carlo Alberto Marchi, giornalista single e “ragazzo padre”, lo è il suo collega della nera, “L’artista”, lo sono i magistrati e gli investigatori. Impressiona, oltre al modo disinvolto con cui Paoli scatena, un capitolo dietro l’altro, l’attenzione del lettore, la preparazione scientifica e dei dettagli di ogni singola scena: dal modo in cui nelle conversazioni radio la centrale operativa della Stradale, la “Ventuno”, invia la “Verona due-undici” sul luogo dell’incidente , alle dissertazioni di un luminare dell’anatomia patologica alla personalità fine di un magistrato puntiglioso, che quel sovrintendente della stradale, proprio non lo può soffrire…, fino a doversi ricredere. Credeteci, assolutamente da leggere.
“Il respiro delle anime”, Giunti Editore, 15 euro, 413 pagine, in tutte le librerie e anche on-line. (ASAPS)
 


Un libro con una trama avvincente che ha come coprotagonista un investigatore della Polizia Stradale. Dopo l’overdose di commissari e marescialli, ecco un uomo della Specialità… (ASAPS)

Martedì, 04 Luglio 2017
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