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Notizie brevi 27/02/2017

Nessuno ripara le strade, consumi di asfalto a picco

Secondo l'analisi del Siteb l’utilizzo del conglomerato bituminoso in Italia è sceso al minimo storico e per riportare in sicurezza le nostre strade occorrerebbe un piano straordinario da 40 miliardi di euro

Consumi di asfalto a picco nel 2016. L’utilizzo del conglomerato bituminoso in Italia è sceso nuovamente al minimo storico, i lavori stradali sono “al palo” e per riportare in sicurezza le nostre strade occorrerebbe un piano straordinario da 40 miliardi di euro. Sono questi in estrema sintesi i dati emersi dall’analisi del Siteb, l’Associazione dei costruttori e manutentori delle strade nel corso del convegno apertura di Asphaltica,  salone europeo dedicato al comparto, in svolgimento a Verona.
Allarmanti i dati relativi al 2016 riportati nell’analisi del Siteb (produzione di asfalto ferma a 22,371 mln di tonnellate di asfalto, -3,2% rispetto al 2015) che mettono in luce la battuta di arresto in materia di attività di realizzazione e manutenzione delle strade dopo il dato positivo del 2015 (+3,7% rispetto al 2014), il primo dopo 9 anni di calo ininterrotto. Un segnale quest’ultimo che secondo l’analisi la crescita di due anni fa era dovuta non a un’effettiva ripresa della manutenzione del nostro patrimonio stradale, ma era essenzialmente trainata da alcuni grandi lavori eccezionali e dall’esecuzione di alcune grandi opere autostradali nel Nord Italia
“Al netto di queste opere – spiegano alla Siteb – costruzione e manutenzione di strade oggi sono ferme, con dati dimezzati rispetto a soli 10 anni fa (nel 2006 si consumavano 44 milioni di tonnellate di asfalto) e al livello medio di manutenzione necessario per tenere in salute e sicure le nostre strade (40 mln di tonnellate di asfalto), una rete lunga quasi 500.000 Km (di cui 7.000 km circa di autostrade e 25.000 gestiti direttamente dall’Anas), il cui valore complessivo (con gallerie, ponti e viadotti) è stimato in 5.000 miliardi di euro.

Nel 2016 nonostante il sensibile calo del prezzo del petrolio sui mercati mondiali, l’allentamento del patto di stabilità per le pubbliche amministrazioni, l’immissione di denaro da parte della Bce e il rilancio degli investimenti in manutenzione da parte dell’Anas, l’economia “stradale” non è ripartita, e l’entrata in vigore del Codice degli appalti non ha certamente creato un contesto favorevole.

Il continuo rinvio dei lavori necessari e il mancato rifacimento periodico dei superficiali “tappetini d’usura” ha determinato in diverse parti del Paese spaccature e infiltrazioni d’acqua sulla superficie stradale che hanno compromesso molte arterie sin dalle fondazioni, rendendo oggi necessari costosi lavori straordinari in profondità, non sostituibili da cosiddette “operazioni tappa buche”, destinate a durare solo poche ore”.

L’analisi del Siteb evidenzia inoltre come negli ultimi due anni si sia ridotto il numero di impianti in attività (-16,7%) anche se è rimasto quasi invariato il numero totale degli addetti (con una forte riduzione tra il 2010 e il 2013), mentre il valore della produzione è ulteriormente sceso del 3,3% per effetto del minor costo del petrolio.

“E’ ora che le strade e la loro adeguata manutenzione – ha sottolineato il presidente Siteb, Michele Turrini -entrino di diritto nell’agenda delle Istituzioni locali e nazionali, non solo durante
le campagne elettorali e non solo per porre ‘toppe’ momentanee alle troppe buche sempre più diffuse nelle nostre città. Il nostro Paese oggi non ha bisogno di grandi opere, ma di rimettere in sesto e in sicurezza la rete esistente, prima che questa collassi”. (m.r.)

da repubblica.it/motori


 

In effetti si vede anche a occhio... (ASAPS)
Sono questi in estrema sintesi i dati emersi dall’analisi del Siteb, l’Associazione dei costruttori e manutentori delle strade nel corso del convegno apertura di Asphaltica,  salone europeo dedicato al comparto, in svolgimento a Verona.

Lunedì, 27 Febbraio 2017
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