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Notizie brevi 09/12/2016

Alla Motorizzazione civile di Napoli solo 4 su 10 senza guai con la giustizia

Il rapporto del ministero dei Trasporti all’Anac di Cantone: «Un quadro sconcertante». Dai documenti emerge come oltre la metà dei dipendenti risultano con procedimenti disciplinari o penali a carico

Dunque. Il rapporto parla di Napoli e il paragrafo di pagina cinque si intitola «Situazione del personale in servizio presso l’Ufficio motorizzazione civile». L’attacco non promette nulla di buono: «Per una visione d’insieme della gravissima situazione dell’ufficio di Napoli — dice —, nell’allegato nr.10 si riporta l’elenco di tutto il personale che ad oggi vi presta servizio».

L’allegato

Gravissima situazione? Allegato? L’autore ne riassume il senso: «In giallo — scrive — sono evidenziati i dipendenti che hanno procedimenti disciplinari/penali recenti; in verde quelli che sono stati oggetto di procedimenti disciplinari/penali chiusi; in azzurro i dipendenti che hanno procedimenti disciplinari/penali aperti e sospesi da molto tempo; in rosso i dipendenti segnalati da esposti/denunce pervenute all’Amministrazione e inoltrati alle competenti procure». Quindi, per ricapitolare: «Da tale allegato emerge un quadro sconcertante in quanto solo il 40% del personale in servizio risulta ad oggi privo di qualsiasi pendenza e/o denuncia». Che si può dire anche così: solo quattro su dieci non hanno alcun tipo di guaio con la giustizia.

Il dossier

Il dossier — che risale ad agosto scorso e mette in luce «criticità» ancora oggi non risolte — è firmato dal capo del personale del ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture Alberto Chiovelli ed era destinato a due dirigenti interni: il capo di gabinetto Mauro Bonaretti e Loredana Cappelloni, responsabile per la prevenzione della corruzione. Ma è finito anche all’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione di Raffaele Cantone. Nove pagine più allegati vari che raccontano (fra le altre cose) la storia di un ufficio — quello della motorizzazione civile di Napoli — nel quale «appare chiaro che nonostante le azioni intraprese dall’Amministrazione e nonostante le indagini in corso, continuano ad essere commesse irregolarità».

Accorgimenti


Una specie di dichiarazione di fallimento, diciamo così, malgrado siano stati presi nel tempo accorgimenti che, manco a dirlo, sono elencati ad uno ad uno. E cioè: «Nuove disposizioni in materia di esami e patenti, centralizzazione nella scelta degli esaminatori, implementazione del sistema informatico, ispezioni a sorpresa, controlli a campione sulle pratiche, procedimenti disciplinari...». Niente. Tutto inutile: «Dai controlli costantemente effettuati — fa sapere il capo del personale del ministero — emergono ancora attività fraudolente dei dipendenti e numerosi esposti anonimi che segnalano al nuovo dirigente situazioni sulle quali è necessario fare chiarezza».

L’Anac

A questo punto la domanda è: perché dal ministero hanno sentito la necessità di spiegare tutto questo all’Anac? In realtà non l’avrebbero fatto se non fosse stata la stessa Anac a chiedere informazioni dopo le rimostranze di alcuni impiegati della Motorizzazione (di Napoli e altre città campane) ai quali non è stato confermato il cosiddetto «distacco», cioè il diritto - a termine - di lavorare in una sede diversa da quella per la quale si è stati assunti. Che sta succedendo negli uffici della Campania? ha chiesto in sostanza qualcuno dall’Autorità anticorruzione. E dal ministero hanno deciso di abbondare con i dettagli.

Le inchieste

Così si scopre che sul territorio campano sono in corso almeno tre procedimenti giuridici (di altrettante procure) che riguardano gli uffici della Motorizzazione: i magistrati di Avellino stanno celebrando il processo per l’incidente dell’autobus che nel luglio 2013 finì giù da un viadotto e causò la morte di 40 persone. La revisione risultò falsa ed è proprio sulle false revisione che sarebbe aperta un’inchiesta anche dalla procura partenopea mentre a Caserta le indagini riguarderebbero soprattutto le irregolarità negli esami delle patenti. Si va da extracomunitari che avrebbero sostenuto test per la patente al posto di altri, a funzionari che avrebbero suggerito le risposte o consentito l’uso del cellulare durante l’esame, oppure parliamo di impiegati che avrebbero inserito per anni dati falsi di revisioni mai avvenute.
A giudicare dallo scenario disegnato dal ministero dei Trasporti agli inquirenti non mancheranno spunti.

 

di Giusi Fasano
da corriere.it


Una Motorizzazione con dati imbarazzanti. (ASAPS)

Venerdì, 09 Dicembre 2016
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