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Notizie brevi 10/11/2016

Svizzera, inchiesta dell'UPI
Anziani? Categoria più a rischio della strada: incidenti in crescita del 18% per gli over 65

(ASAPS) Berna (Svizzera), 9 novembre 2016 – La categoria più a rischio della strada? Sono gli anziani. Lo ha rivelato l'ultimo rapporto SINUS, redatto dall'Ufficio Svizzero per la Prevenzione degli Infortuni (UPI). Il rapporto, che conduce a una pubblicazione curata anche dal Fondo di Sicurezza Stradale (FSS), fa il punto sul livello di sicurezza e dell’incidentalità stradale e rappresenta il maggior riferimento per gli specialisti della prevenzione e tutti gli interessati all’antinfortunistica. Sulla base di diversi indicatori (ad esempio la tipologia di lesioni, l'analisi dei comportamenti criminali e di quelli cautelativi) si valuta la situazione attuale e la sua evoluzione, evidenziando i problemi da affrontare. I dati, riguardo gli anziani, sono inequivocabili: se nella fascia d’età fino ai 44 anni il numero degli incidenti gravi è diminuito del 45% negli ultimi anni, per la fascia degli ultra 65enni il dato è invece in crescita del 18%.
“La società invecchia – si legge nel rapporto – e l’incidentalità nella circolazione stradale si sposta ulteriormente verso gli utenti più anziani. Una sfida anche per chi opera nel settore della prevenzione degli infortuni e che deve chiedersi come può incrementare la sicurezza per questa categoria anagrafica”.

Tra i meno giovani scende comunque, seppur di poco, il livello di mortalità, ma crescono, e di parecchio, gli incidenti gravi (+18%) in particolare tra i pedoni, i motociclisti, i ciclisti e i conducenti di e-bike. Secondo l'analisi, il fattore di rischio di gran lunga più elevato per la sicurezza degli anziani nel traffico è la loro vulnerabilità fisica.
“Gli anziani nella circolazione stradale sono più a rischio che un rischio”, spiega con un gioco di parole Uwe Ewert, collaboratore scientifico della sezione Ricerca dell’UPI. Sul banco degli imputati, tra le cause che concorrono alla maggior debolezza degli utenti stradali più attempati, ci sono i cambiamenti a livello cognitivo (specialmente la percezione visuo-spaziale e la velocità di elaborazione delle informazioni) e la difficoltà a valutare le distanze e la velocità: ciò altera pesantemente il loro comportamento nella mobilità, come attestano i numeri provenienti dalle analisi degli infortuni occorsi ad anziani alla guida di e-bike, una categoria di veicolo molto diffuso nella confederazione elvetica. Nel 2011 gli episodi di morte o lesioni gravi erano stati 18, mentre nel 2015 il loro numero è arrivato a 65.

L'UPI, dati alla mano, prova anche a fare la sua proposta, suggerendo all'esecutivo federale ed ai governo locali, una serie di misure volte a incrementare la sicurezza come, ad esempio, nuovi accorgimenti a livello di infrastruttura e protezione dai veicoli, come frontali più morbidi o dotati di airbag. Alcuni esempi? Promuovere l'adozione di norme giuridiche sui sistemi anticollisione con riconoscimento delle persone, la verifica periodica di tutti i passaggi pedonali, tenendo conto delle esigenze specifiche degli anziani, l’introduzione del regime di velocità 50/30 km/h negli abitati e la sensibilizzazione sul tema della popolazione, seguire tutte le possibilità di trattamento contro le limitazioni e le malattie dovute all’età, informare e istruire i medici e sensibilizzare gli utenti della strada più anziani. (ASAPS)
 


“Gli anziani nella circolazione stradale sono più a rischio che un rischio”, spiega con un gioco di parole Uwe Ewert, collaboratore scientifico della sezione Ricerca dell’UPI. (ASAPS)

Giovedì, 10 Novembre 2016
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