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Notizie brevi 18/01/2005

SCATTA DI NUOVO L’ALLARME SMOG IN TUTTA ITALIA

 
SCATTA DI NUOVO L’ALLARME SMOG IN TUTTA ITALIA

di Roberto Rocchi

Foto Galleria La Repubblica.
La rigidità delle ultime temperature invernali ha di nuovo fatto scattare l’allarme smog nelle principali città italiane ed intere aree urbane di alcuni grandi capoluoghi di provincia sono state nuovamente chiuse al traffico. Non solo, le deroghe sempre concesse per talune categorie di persone o per motivi particolarmente importanti, sono state questa volta negate in maniera assai determinata e forse un poco inconsueta. Basti pensare a quanto è avvenuto in Lombardia, dove la Regione ha negato a tutti i comuni lombardi la possibilità di far accedere ai centri storici i tifosi che ogni domenica si recano allo stadio. Unica eccezione, almeno per ora, Milano, che pare avere problemi più che altro di ordine e sicurezza pubblica.
Nel resto d’Italia, invece, è stato blocco pressoché totale dal mattino della domenica fino al tardo pomeriggio, pur di rispettare la norma che vieta il superamento di 50 microgrammi di PM10 per non più di 35 giorni l’anno.
La normativa europea, approvata nel 1999 e recepita dal nostro Paese soltanto nel 2002, intende tenere sotto controllo la concentrazione delle cosiddette polveri sottili, principale causa d’inquinamento ambientale nei grandi “contenitori” cittadini.
Tuttavia, è stato in questi giorni precisato dai responsabili dell’Arpa (l’agenzia di prevenzione ambientale che opera a livello regionale), queste sostanze sono comunque nocive indipendentemente dal tasso di concentrazione presente nell’aria e questo spiega il motivo della particolare severità di applicazione dei divieti domenicali.
Altro fattore preoccupante, è il fatto che secondo una denuncia di Legambiente il 30 per cento delle città di piccole-medie dimensioni non ha una centralina di rilevamento delle polveri sottili, così come alcuni comuni non tengono in considerazione le percentuali delle particelle semivolatili, ugualmente nocive come il PM10.

Foto Galleria La Repubblica.
La diffusione delle centrali di rilevamento, inoltre, pare essere maggiore nelle città del Nord e Centro Italia, mentre in quelle del Sud scarseggia soprattutto nei centri meno importanti o che non sono capoluoghi di provincia.
Uno dei motivi che ha fatto scattare l’allarme domenicale, sono state le pesanti concentrazioni registrate nel corso della passata settimana: la media è stata di 77 microgrammi per Bologna, 78 per Perugia, 92 per Verona, fino a giungere a 101 per Firenze, cioè più del doppio del consentito.
Naturalmente, assieme ai provvedimenti di chiusura dei centri storici sono cominciate anche le polemiche, soprattutto da parte di chi vorrebbe un parco veicolare più giovane e dotato di combustibile meno inquinante.
Per ottenere risultati soddisfacenti, si stima che andrebbero sostituite almeno 10 milioni di vetture attualmente in circolazione, quando complessivamente se ne contano quasi 30 milioni. Un simile scenario potrebbe avverarsi soltanto con l’ennesimo provvedimento di incentivazione alla rottamazione, ma in questo caso lo Stato pare non avere la necessaria copertura di fondi.
Nei prossimi giorni, comunque, il Governo prenderà in esame quanto avvenuto nel corso dell’ultima settimana ed è già stato fatto sapere che sono al vaglio alcuni provvedimenti la cui operatività potrebbe non piacere a tutti. Non rimane altro che attendere e cercare nel frattempo di usare quanto più possibile i mezzi pubblici o evitare di usare l’automobile per i piccoli spostamenti.

di Roberto Rocchi

Martedì, 18 Gennaio 2005
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