MATERA
- «Ti serve una Megane?». Bastava una telefonata al
cellulare e l’affare era concluso. Auto o veicoli industriali
presi di mira venivano rubati, smontati e rivenduti come pezzi
di ricambio o taroccati, con la complicità di una fitta
rete di meccanici e carrozzieri. Un mercato illegale parallelo,
dai facili profitti, esentasse.
A dirigere i furti, segnalando questa o quella vettura, era un
paraplegico. Sarebbe uno dei componenti di una banda di foggiani,
con base a Cerignola, specializzata in furti e riciclaggio di
auto e mezzi pesanti. Più di cento colpi messi a segno
tra Matera e i comuni del Barese. Dopo un complesso lavoro di
indagine avviato nel 2003 dalla Squadra Mobile, in collaborazione
con la Polizia Stradale, l’organizzazione è stata sgominata
l’altra notte, con l’esecuzione di 10 arresti. Altri quattro potrebbero
scattare nelle prossime ore. Sono invece 16 le ordinanze di custodia
cautelare spiccate dal giudice per le indagini preliminari, Angelo
Onorati, su richiesta del pubblico ministero, Salvatore Colella,
che ha coordinato le indagini. Quasi tutti gli arrestati hanno
precedenti penali.
Cinque di loro sono detenuti in carcere. Si tratta di Michele
Tullo, 30 anni, e Luigi Perrucci, 45, di Cerignola, Domenico Callea,
28, di Bari, Antonio Logrieco, 31, e Francesco Antonio Schiraldi,
42 anni, di Bitonto. Hanno invece ottenuto gli arresti domiciliari
Cosimo Damiano Brilli, 35 anni, di Bitonto, Antonio Mancini, 19,
Emilio e Leonardo Cirulli, 29 anni il primo e 32 l’altro, e Domenico
Tricarico, 18, di Cerignola. All’obbligo di firma sono stati sottoposti
altri due indagati. Il blitz è stato portato a termine
da 150 agenti di polizia. Con gli uomini della Squadra Mobile
e della Polizia Stradale hanno collaborato le questure di Foggia
e Bari, il commissariato di Cerignola, il Nucleo di prevenzione
crimine della Puglia, la Polstrada e il Corpo forestale di Foggia,
che ha individuato in un bosco uno dei nascondigli sfruttati per
occultare le scocche delle auto rubate.
L’operazione contro i furti di auto è stata denominata
«Secret Park», ovvero il parcheggio segreto dove erano
piazzati auto e veicoli industriali rubati. Oltre a quest’area,
la polizia ha sequestrato due grossi impianti di autodemolizione
a Cerignola e un capannone industriale sulla statale 98 Bari-Foggia
adibito a deposito di autocarri di dubbia provenienza. I particolari
dell’operazione sono stati illustrati ieri mattina in una conferenza
stampa dal questore, Antonio Dellinoci, dal sostituto procuratore
Salvatore Colella e dal dirigente della Squadra Mobile, Giancarlo
Conticchio. Ad attirare l’interesse degli investigatori sulla
vicenda - ha spiegato quest’ultimo - era stato un incremento di
furti di auto di grossa cilindrata, in particolare Bmw, Mercedes
e Audi.
I ladri si spostavano da Cerignola in gruppi di cinque o anche
sette individui. Rubavano quattro o cinque auto al giorno, su
commissione o secondo piani definiti all’istante. Tra le vittime
dei furti non sono mancati concessionari o clienti, interessati
al controllo dell’auto quasi nuova. Ma spesso i colpi avvenivano
ai danni di imprese delle aree Paip e della zona industriale.
Le vetture rubate erano cedute ai ricettatori per somme dai 300
ai 700 euro. Smontate, erano rivendute come pezzi di ricambio
e i guadagni si moltiplicavano. Autocarri e mezzi industriali,
invece, erano riciclati sul mercato dell’usato dopo esser stati
taroccati. A ricostruire l’organigramma dell’intera banda si è
arrivati attraverso un paziente lavoro di indagini, basate su
appostamenti e intercettazioni telefoniche. Sono state seguite
le mosse degli autori dei furti e si è giunti a localizzare
nel Foggiano la base dell’organizzazione. Nel corso dell’operazione
sono state sequestrate due auto di grossa cilindrata appena rubate,
15 motori, targhe e centraline di sistemi di controllo.
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