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Notizie brevi 25/01/2005

Roma IL RETROSCENA «Una norma voluta da loro»

Il ministro contro il Viminale
da "Corriere della Sera"

IL RETROSCENA
«Una norma voluta da loro»
Il ministro contro il Viminale

ROMA - Non fa nomi il ministro dei Trasporti, Pietro Lunardi, ma mastica amaro: il «frontale» con la Corte Costituzionale che ha rotto l’incantesimo della patente a punti, finora considerata dal capo del governo un esperimento riuscito, si poteva evitare. Sarebbe bastato che «qualcuno» non avesse insistito a mantenere quella norma così incongruente e punitiva. Proprio quella norma però, rendendo irrilevante l’identificazione del conducente da parte di chi elevava la multa, finora aveva consentito al ministero degli Interni di mantenere inalterato il numero delle pattuglie di Polizia stradale attive su tutte le strade italiane: 1.300 circa al giorno, divise in quattro turni. E non una di più. Un’ottima ragione, secondo i tecnici del Viminale, per non modificare quell’articolo del Codice della strada.
«A quella norma io ero contrario fin dal principio» si è limitato a dire ieri il ministro, frenando l’irritazione. Ma il riferimento «a una parte importante che non faceva parte di questo ministero che era fortemente propensa a portare avanti la formula bocciata dalla Consulta» alla fine gli è scappata, rimanendo sospesa nell’aria. Come un’accusa.
Anche perché gli uffici legali del suo ministero e, in particolare, della Motorizzazione civile, erano perfettamente al corrente della possibilità che l’intervento della Consulta potesse vanificare l’effetto deterrente (già in calo) della patente a punti. I tecnici avevano più volte avvisato Lunardi: «Una bocciatura può addirittura invertire la tendenza e affossare tutto il nostro lavoro».
Di qui la corsa al recupero tentata ieri, con Lunardi in prima linea a spiegare che «nulla è cambiato» e che «anzi» ci saranno più controlli, che ora le pattuglie in più arriveranno. Il ministro però sa benissimo che le forze aggiuntive in realtà gli erano state promesse dal Viminale in una lettera inviatagli già prima di Natale. Si tratta di circa 50 mila pattuglie che verranno recuperate in seno alla Stradale grazie alla chiusura notturna di alcuni degli 82 distaccamenti e a una norma che consente di delegare la scorta dei «trasporti eccezionali» ai privati.
Il fatto è che 135 pattuglie in più al giorno (»10%) non potranno fare certo la differenza lungo i 155 mila chilometri di strade italiane su cui potenzialmente circolano 50 milioni di veicoli. E’ come pretendere di svuotare il mare con un bicchiere. Anche perché, come ricorda un tecnico come Giordano Biserni dell’Asaps (Associazione amici della polizia stradale): «Non esiste proprio che adesso la polizia si metta a correre su autostrade e superstrade pur di identificare i conducenti. A meno che non si vogliano provocare degli incidenti...».

Insomma il danno è fatto ma Lunardi non intende pagarne il conto. Così oggi, nel vertice con il dicastero degli Interni, il ministro girerà la «multa» della Consulta al collega del Viminale. Con una motivazione precisa: «A guidare non ero io...».

Antonella Baccaro.

Martedì, 25 Gennaio 2005
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