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Notizie brevi 31/12/2015

L’emergenza inquinamento
Il piano antismog del governo «Limite di 30 km all’ora in città»

Galletti: scoraggiare l’uso dell’auto, abbassare i riscaldamenti. Oggi il vertice Le risorse Pronti 5 milioni di fondi aggiuntivi per i mezzi pubblici. Maroni: «Servono due miliardi»

Ridurre la velocità in città da 50 a 30 chilometri orari. Abbassare i riscaldamenti negli uffici pubblici e nei centri commerciali. Ma anche spegnere i caminetti. E soprattutto scoraggiare l’uso delle auto. Questi i primi punti di un lungo elenco di misure che il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, oggi porterà al vertice contro lo smog, convocato per fare il punto con gli enti locali sui piani adottati e i risultati ottenuti. Oltre 5 milioni di fondi aggiuntivi serviranno a finanziare iniziative pro mezzi pubblici, come i biglietti «ecologici». E ieri, in una serie di riunioni tecniche, si sono studiate possibilità di finanziamento per nuovi treni e nuovi bus ecologici. Ma il governatore lombardo, Roberto Maroni, attacca: «Servono 2 miliardi». E la Puglia rilancia: «Rendiamo l’Ilva a gas».


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Aspettando la pioggia, che le previsioni promettono in arrivo già mercoledì a partire dalla Liguria, le città hanno vissuto martedì un’altra giornata tossica. A Milano, a dispetto del blocco totale delle auto, le micropolveri sono addirittura salite. Come a Roma, dopo una giornata a targhe alterne. Colpa, secondo l’Arpa lombarda, delle centraline che non rilevano cambiamenti minimi. O, secondo esperti come Teodoro Giorgiasis del Cnr, del fatto che le polveri sono emesse dai combustibili fossili e restano sospese nell’atmosfera finché non le porta via il vento o la pioggia. Ma gli occhi oggi saranno tutti puntati sul ministro dell’Ambiente che assumerà la regia unica delle misure di contrasto allo smog. Anche se la responsabilità della salute dei cittadini è dei sindaci. «Un coordinamento è utile perché lo smog non ha confini. Ma basta speculazioni politiche», auspicava al Tg1, il presidente della Conferenza Stato-Regioni, Stefano Bonaccini. ] Aspettando la pioggia, che le previsioni promettono in arrivo già mercoledì a partire dalla Liguria, le città hanno vissuto martedì un’altra giornata tossica. A Milano, a dispetto del blocco totale delle auto, le micropolveri sono addirittura salite. Come a Roma, dopo una giornata a targhe alterne. Colpa, secondo l’Arpa lombarda, delle centraline che non rilevano cambiamenti minimi. O, secondo esperti come Teodoro Giorgiasis del Cnr, del fatto che le polveri sono emesse dai combustibili fossili e restano sospese nell’atmosfera finché non le porta via il vento o la pioggia. Ma gli occhi oggi saranno tutti puntati sul ministro dell’Ambiente che assumerà la regia unica delle misure di contrasto allo smog. Anche se la responsabilità della salute dei cittadini è dei sindaci. «Un coordinamento è utile perché lo smog non ha confini. Ma basta speculazioni politiche», auspicava al Tg1, il presidente della Conferenza Stato-Regioni, Stefano Bonaccini.


Galletti di suggerimenti ne darà molti. I Comuni potranno adottarli. Senza automatismi. Tra questi la riduzione della velocità che è, di per sé, inquinante. La proposta è di farla scendere a 30 all’ora in città e a 110 in autostrada (contro gli attuali 130). Attuando contemporaneamente misure di snellimento del traffico per evitare le code, altra grande fonte di smog. Come? Incentivando il trasporto pubblico. E qui le soluzioni dovranno essere differenziate: dai biglietti gratis alla mobilità elettrica al bike e car sharing. I punti più spinosi di questa emergenza, le grandi città come Milano, Torino e Roma e la pianura padana esigono ricette diverse. Senza dimenticare, poi, che la maggiore fonte di inquinamento sono le biomasse: dunque la raccomandazione sarà limitazioni nell’uso di caldaie e caminetti. Ma il ministro ascolterà anche le proposte altrui. Martedì ne fiorivano molte. Il sindaco di Torino Piero Fassino, presidente dell’Anci, chiede di considerare prioritari il finanziamento delle infrastrutture metropolitane, il potenziamento del sistema ferroviario, il sostegno alla mobilità sostenibile. E di istituire un’unica centrale di committenza di acquisto di mezzi non inquinanti a basso costo a cui i Comuni potrebbero rivolgersi per rinnovare i bus.


Maroni, che rivendica 90 misure già adottate, fa al governo tre proposte in grado di far compiere «il passo decisivo». Ma, anticipa, servono soldi per misure strutturali. Lo stop alle auto non serve. «Io invece non ci rinuncerei, oltre a ridurre i picchi di smog ha una funzione pedagogica», dice l’ex ministro dell’Ambiente, Edo Ronchi, che invita a controllare i piani ambientali regionali: «O non ci sono, o non funzionano». «Occorrono - suggerisce - interventi sul trasporto delle merci. Troppi camioncini vuoti in giro, servono centri intermodali dove le merci arrivino e vengano smistate assieme. Bus e metro vanno rafforzati e dunque finanziati. Si devono chiudere centri storici e aree di quartiere. E vietare l’ingresso dei pullman in città. Oltre, naturalmente, a controllare le emissioni delle industrie. Non solo singolarmente, ma per area». Dalla Puglia giungerà una proposta radicale: decarbonizzare l’Ilva e la centrale Enel. Una misura in grado di ridurre di un quarto le emissioni di Co2 nazionali.




di Virginia Piccolillo

da corriere.it
 



Bastasse... (ASAPS)

Giovedì, 31 Dicembre 2015
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