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Notizie brevi 22/02/2005

Monza - Preso dai Carabinieri il caravan del terrore: a bordo armi e droga. Il camperista aveva sparato 5 colpi di pistola ad un automobilista dopo una lite per viabilità

 

Monza, preso dai Carabinieri il caravan del terrore: a bordo armi e droga. Il camperista aveva sparato 5 colpi di pistola ad un automobilista dopo una lite per viabilità

(ASAPS) MONZA – La strada è davvero un inferno. Per rammentarci quante storie di ordinaria follia avvengano ogni giorno sulle giungle d’asfalto, basta raccontare quanto accaduto a Solaro, nei pressi di Monza. Qui, un uomo di 45 anni, al volante della sua Punto, si è trovato davanti un camper che procedeva a passo di lumaca. Lo ha sorpassato, ma la manovra ha acceso le ire del suo conducente, che ha stretto l’avversario – se così lo si può definire – al guardrail costringendolo a fermarsi. Poi è sceso dal caravan, a bordo del quale c’era anche una donna, ha estratto una pistola automatica ed ha aperto il fuoco. Il lunotto è andato in mille pezzi e un paio di colpi si sono conficcati nel poggiatesta: a questo punto l’uomo è fuggito a tutta velocità, chiamando i carabinieri in soccorso: ai militari, di Monza e Desio, che incrociavano in zona, sono bastati pochi minuti per intercettare il cecchino. Lo hanno arrestato, insieme alla compagna, scoprendo che sul camper era trasportato un vero e proprio arsenale: 4 pistole, con matricola abrasa, tutte con i rispettivi caricatori inseriti e riforniti, colpo in canna pronto a sparare, 200 proiettili, 80 grammi di cocaina, 10 di hascisc, 10 di eroina e una consistente riserva di ecstasy. L’operazione è preceduto di pochi minuti una perquisizione a casa di lui, pregiudicato 33enne di Cesano Maderno (Milano), e di lei 35 anni incensurata di Saronno (Varese). Lì, i Carabinieri hanno trovato un’altra pistola con silenziatore, due pugnali d’assalto, 2 chili e mezzo di cocaina, 6 di hascisc, mezzo chilo di coca, 15mila euro in contanti. Roba da pazzi. (ASAPS)


UN COMMENTO A UN EPISODIO CHE NON AVREBBE BISOGNO DI COMMENTI
Nel film “Il Giustiziere della Notte”, per vendicare la moglie, uccisa da un trio di teppisti e la figlia stuprata, un mite architetto di New York (Charles Bronson), ex obiettore di coscienza e con idee di sinistra, si trasforma in uno spietato giustiziere. Chi ha visto il film ha sicuramente provato una sorta di identificazione col Giustiziere ed ha goduto dei suoi crimini (perché di questo si tratta), senza provare vergogna, o senso di colpa, perché a monte di tutto c’è un impagabile torto subito, un affronto alla sacralità della famiglia, ritenuta all’unanimità istituzione improfanabile. In questo caso, dunque, la vendetta è lecita, o quantomeno è comprensibile. Possiamo fare lo stesso ragionamento per un sorpasso? La risposta è chiaramente no, ma forse la questione è decisamente più ampia di quello che appare dalla reazione a dir poco eccessiva del nostro Giustiziere. I risultati delle indagini che hanno seguito l’arresto, lasciano intravedere due vite, di un uomo e della sua compagna che hanno scelto la strada della devianza, che hanno rifiutato le norme della società e che per questo hanno creato un proprio personale sistema autoreferenziale di valori, dove l’Io regna supremo sulla collettività, sempre che della collettività vi sia una percezione. Ed in questo stato di emarginazione, che consegue al non aver accettato la regola tacita della società, assistiamo ad una sorta di regressione evoluzionistica che riporta l’essere umano ad una animalesca condizione di essenziale sopravvivenza, e che lo conduce alla ricerca di espedienti per sopravvivere e all’aggressione del simile che invade il proprio spazio vitale. Per quanto ci si possa sforzare di comprendere, le giustificazioni che possiamo trovare per un simile gesto sono piuttosto inconsistenti.
Anche la stessa, barbara, legge del taglione lo riterrebbe colpevole.


Francesco Albanese.


Martedì, 22 Febbraio 2005
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