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Notizie brevi 12/10/2015

Caterina Luperto, poliziotta e mamma: “Porterò la sicurezza nei corsi pre-parto”

Caterina Luperto, comandante della Polizia Stradale di Ravenna (foto di Massimo Argnani)

Le piace cucinare, soprattutto i dolci. Punta la sveglia alle cinque e mezza di mattina per concedersi un’ora di corsa “mentre tutti dormono ancora”. Le capita di farsi una doccia con una figlia che disegna in bagno e l’altra che trottola nel girello. Caterina Luperto, 38 anni, comandante della Polizia Stradale di Ravenna da due anni, sa che per conciliare famiglia e lavoro bisogna, in cima a ogni cosa, “pianificare”. Da mamma di due bambine – Elena, cinque anni e Clara, nove mesi – il tema della sicurezza in auto le sta parecchio a cuore. Seguendo la scia del progetto nazionale di sensibilizzazione B.I.R.B.A. (baby and infant risk on board accident), sta cercando di portare il tema della prevenzione anche a Ravenna. Dove? Nei corsi pre-parto e negli incontri dedicati, dai vari enti, al post-nascita e alla crescita del bambino.
Comandante, qual è l’errore più comune che le mamme e in generale i genitori commettono quando sono in macchina con i figli?
“L’errore più frequente è tenere il bambino in braccio, soprattutto per percorrere brevi distanze. Si ha spesso l’impressione che, nei viaggi di pochi minuti, non possa succedere nulla di grave. Bisogna invece ricordare come la maggior parte dei tamponamenti avviene in ambito urbano, magari proprio durante il classico spostamento da casa al nido. Il bimbo riceve una spinta enorme che rende impossibile, alla mamma, trattenerlo. Se si moltiplica il peso del piccolo per la velocità dell’auto, si ha l’idea di quanto venga sbalzato in avanti”.
Seggiolini, ovetti, adattatori: anche in questo caso l’attenzione è troppo poca?
“Ci capita di vedere neonati trasportati nella navicella ma non agganciati alle cinture. O bimbi più grandi senza adattatore, con la cintura che lambisce il collo. Senza contare i seggiolini non omologati o quelli montati nel senso di marcia: fino ai due anni si consiglia di installarli in senso contrario. Sempre sul sedile posteriore, ci raccomandiamo”.
Come spiegherete alle future mamme quanto è importante, prima di mettersi alla guida, assicurarsi che il bimbo è protetto?
“Il progetto nazionale della Polizia Stradale, che a Bologna ha avuto un grande successo, ha visto in fase di ideazione la consulenza degli psicologi della Sapienza di Roma: non è necessario né opportuno mostrare alle donne in gravidanza, che già vivono un periodo particolare e delicato, immagini choc. Ma informarle adeguatamente sui vari dispositivi sui quali far viaggiare i loro bambini è un’operazione fondamentale e urgente. Ogni volta che facciamo una multa, soprattutto quando a bordo ci sono dei bambini, per noi è un fallimento. Il successo della Stradale è laddove non viene scritto alcun verbale”.
Lei, quando viaggia con le sue figlie, vive una sorta di deformazione professionale che la rende iper-prudente?
“Sono una persona prudente per indole. Con le mie figlie lo sono diventata ancora di più. Non sono paranoica, anche perché buona parte degli incidenti non si possono purtroppo prevenire. Ma sono attenta al punto giusto. E i bambini lo percepiscono: Elena, la maggiore, riprende sempre il papà quando sale in macchina e non si allaccia le cinture. Per lei, che è così piccola, è naturale e automatico mettersi in sicurezza”.
"Ogni multa che facciamo per noi è un fallimento". Caterina Luperto sul luogo di un incidente (foto di Massimo Argnani)

“Ogni multa che facciamo per noi è un fallimento”. Caterina Luperto sul luogo di un incidente (foto di Massimo Argnani)

Che cosa sa, del mestiere della mamma?
“Sa che sono una poliziotta, le piace la divisa, è attratta dal berretto e dalle moto dei colleghi. Sa che amo molto il mio lavoro, al quale sono arrivata un po’ per caso. Da Lecce, dove sono nata, mi trasferii a Bologna per laurearmi in Giurisprudenza. Poi vinsi il concorso per entrare in Polizia: complice anche una bellissima esperienza a Venezia, mi sono sempre più convinta che questa fosse davvero la mia strada”.
Quale aspetto ama, di più, del suo mestiere?



“Ogni multa che facciamo per noi è un fallimento”. Caterina Luperto sul luogo di un incidente (foto di Massimo Argnani)


“Essere così vicini ai cittadini e poter ragionare nell’ottica della prevenzione. Non siamo qui solo per reprimere. Dobbiamo dirci che siamo stati bravi quando facciamo poche multe e non riscontriamo automobilisti che guidano in stato d’ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze. Questo è un mestiere strano, certi momenti sono durissimi: comunicare la morte di una persona a un parente è straziante, mi è capitato di doverlo fare anche in gravidanza”.
Come ha gestito il lavoro mentre aspettava le sue figlie?
“Per Elena ho lavorato fino alla fine, per Clara fino al sesto mese. Sono una persona fortunata: anche se i miei genitori sono in Puglia, posso contare sui miei suoceri, che sono di Bagnacavallo, sulla baby sitter e sugli asili. Viviamo sopra il mio ufficio, anche questo agevola. La vita delle mamme non è semplice: si corre sempre e non si stacca mai. Ma forse, quando saranno cresciute, le mie bambine così piccole mi mancheranno”.
Una donna in un mondo di uomini: come si fa a dimostrare il proprio valore?
“Io non ho incontrato ostacoli, la mia esperienza sfata tutti i luoghi comuni sul maschilismo imperante in certi ambienti professionali. Con i colleghi uomini mi trovo bene: sono pragmatici, diretti, schietti. Ho anche cinque colleghe, tutte splendide, molto operative. In fondo lavoriamo così tanto che il tempo per le invidie e le gelosie, anche se uno volesse, non ci sarebbe”.

 

 

da romagnamamme.it


Ogni anno diversi bambini rimangono coinvolti in incidenti gravi ancor prima di nascere... Bella l’iniziativa di Ravenna. (ASAPS)

Lunedì, 12 Ottobre 2015
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