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Notizie brevi 22/02/2005

Da un collega di corso LETTERA A PEPPINO (CIMARRUSTI)

 

Da un collega di corso
LETTERA A PEPPINO (CIMARRUSTI)

Non avrei più voluto versare delle lacrime amare per nessuno di noi ed invece sono ancora qui a poco meno di un anno, di nuovo con il viso bagnato dal dolore per un altro amico che per sei ore al giorno era vestito come me. Dove sei finito? Anche tu nella lunga lista degli eroi.

Non riesco ad immaginarti li, freddo e steso su di un marmo con delle ferite così grandi che non ti permettono più di essere quella persona piena di vita che mi ricordo. Quante risate ci siamo fatti insieme, lì alla scuola di Vicenza dove ci siamo conosciti durante il primo corso ausiliari.

E poi al Reparto Mobile di Milano per un anno intero; le infinite partite a calcio organizzate in poco meno di un minuto ed io che cercavo di marcarti e tu invece che sempre mi sfuggivi, si perché non te l’ho mai detto ma eri bravo a giocare e se non l’ ho mai fatto è stato solo per orgoglio calcistico, ma adesso mi tocca farlo.

E quante prese in giro tra noi due che pur essendo nati in due paesi della stessa provincia a pochi chilometri l’uno dall’altro, avevamo due dialetti completamente differenti..ti ricordi che risate!

Le domeniche a S.Siro a preoccuparci se arrivava questa o quell’altra tifoseria da contenere e le mille volte che tutti noi ridevamo per il tuo invidiato posto alla "polmensa" del reparto. Che bello che era! E che belli sono stati quei sei mesi alla scuola di Alessandria quando da semplici ausiliari trattenuti saremmo diventati dei veri e propri agenti di Polizia.

E chissà in quale sperduto posto di Italia avrebbero mandato due meridionali che per molto tempo ancora si sarebbero dovuti dimenticare le gioie del proprio paese, dove magari un giorno ci saremmo rincontrati per poter lavorare ancora vicini.

E per questo sogno un po’ ci hanno accontentati, quando in attesa della nostra destinazione siamo transitati ancora insieme a tutti gli altri nostri amici al Reparto Mobile di Bari, dove forse un giorno saremmo tornati tutti quanti.

Ed invece no! Tu, tuo malgrado te ne torni tra qualche giorno e per sempre a Bari, e sicuramente non come avresti,avrei e avremmo voluto.

E sì, perché io avrei voluto rivedere quel sorriso, quella gioia e quella vita che tu degnamente rappresentavi e magari per poter rivivere insieme i divertimenti di quando avevamo vent’anni come durante le nostre nottate, liberi dal servizio, nella Milano by night! Ti ricordi Peppì quante serate a divertirci...che belle che erano!

Ma adesso tutto questo non sarà più possibile, perché qualcun altro ha deciso per te, e ha deciso che i tuoi sogni, forse per i suoi problemi o per le sue follie, non era giusto che si avverassero. Ma oltre che per i tuoi sogni, ha deciso anche un po’ per tutti noi e per quelli che ti circondano, togliendoci un pezzo per noi davvero importante e mettendoci nel cuore un dolore così grande che solo una persona come te quando va via può creare.
Un saluto anche al tuo amico Davide, vittima anch’egli di un atroce e schifoso destino Guardaci tu da lassù, e se almeno lì te ne sarà data la possibilità, metti una buona parola per far sì che queste ingiuste malvagità non possano mai più avvenire.
Lasciamelo fare questo sogno sperando di non dovermi mai più svegliare rendendomi conto per l’ennesima volta che tutto ciò non è vero.

Ciao Peppino
Giuseppe.


Martedì, 22 Febbraio 2005
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