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Notizie brevi 05/05/2005

Reggio Emilia - CONDANNA ESEMPLARE A 5 ANNI AL MAGREBINO CHE UCCISE DUE RAGAZZE DOPO CHE GLI ERA STATA SOSPESA LA PATENTE PER BENE SEI VOLTE PER GUIDA IN STATO DI EBBREZZA.

All’epoca sulla stampa ebbe più risalto la morte del cavallo Amoroso della contrada del Bruco durante il Palio di Siena che la tragedia delle ragazze di Reggio, 35 anni in due.
 

REGGIO EMILIA
CONDANNA ESEMPLARE A 5 ANNI AL MAGREBINO CHE UCCISE DUE RAGAZZE DOPO CHE GLI ERA STATA SOSPESA LA PATENTE PER BENE SEI VOLTE PER GUIDA IN STATO DI EBBREZZA.
All’epoca sulla stampa ebbe più risalto la morte del cavallo Amoroso della contrada del Bruco durante il Palio di Siena che la tragedia delle ragazze di Reggio, 35 anni in due.

Cinque anni di reclusione, interdizione dai pubblici uffici e sospensione della patente di guida per un anno, è questa la condanna giudicata “esemplare” che il giudice Losavio di Reggio Emilia ha inflitto a Ben Henia Chacker, il giovane magrebino che lo scorso 16 agosto causò la morte di due ragazze di 17 e 18 anni a seguito di un incidente stradale.
In quell’occasione fu forte l’impatto emotivo che coinvolse non solo la cittadinanza reggiana ma l’intero Paese e questo a causa del fatto che l’assassino si trovava in stato di ebbrezza e sotto l’influenza di sostanze stupefacenti. Non solo, ma nell’arco di pochi anni gli era stata sospeso per sei volte il documento di guida per lo stesso reato di guida in stato di ebbrezza. Certo se ci fosse stato un serio intervento prima, forse quelle giovani e innocenti vite potevano essere state salvate.
Tuttavia il 17 agosto 2004 sulla stampa nazionale trovò ampio spazio su 9 colonne in molti quotidiani la morte del cavallo Amoroso della contrada del Bruco,durante il Palio di Siena corso il giorno prima. Pochissimi giornali riportarono la tragedia delle due ragazze.
Così si uccidono le persone, non solo i cavalli, per i quali proviamo pure pena. Ma nell’immaginario collettivo non si può dare tanto spazio alla morte di un quadrupede e quasi dimenticare le ragazze che raggiungevano 35 in due.
Immediata fu anche la presa di posizione dell’Asaps, che nel segnalare la difficoltà di punire adeguatamente quanti si macchiano di simili delitti, chiese di trasformare il reato di omicidio colposo in doloso ed impedire così al cittadino extracomunitario di tornare a mettersi alla guida di una macchina.
Nell’udienza che si è svolta davanti al tribunale di Reggio Emilia, il pubblico ministero aveva chiesto tre anni di condanna, ma il giudice ha ritenuto di dover infliggere una pena maggiore.
Soddisfazione è stata espressa dalle rispettive famiglie e dagli avvocati di parte civile, che ora sperano che la Procura della Repubblica emetta un provvedimento che obblighi il magrebino al carcere e non agli arresti domiciliari.
Dopo la sentenza, i familiari di una delle ragazze coinvolte hanno voluto ringraziare anche quanti, in tutto questo tempo, sono stati a loro vicini a cominciare proprio dall’Asaps. Nel corso della giornata immediata è stata anche la presa di pozione del referente provinciale, Roberto Rocchi, che ha parlato di “condanna esemplare che deve diventare riferimento per altri analoghi casi.”.



Giovedì, 05 Maggio 2005
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