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Era ubriaca, ma all'alcoltest soffia troppo piano: assolta

A PROPOSITO DI CHI SOFFIA TROPPO PIANO... FORSE IL GIUDICE NON CONOSCEVA ALCUNI PARTICOLARI TECNICI DELL’ETILOMETRO E UNA SENTENZA DELLA CASSAZIONE. ECCO UN RIPASSINO

 

 

(ASAPS) Questa notizia che è stata visionata da moltissimi amici e ha sollevato parecchi commenti,  per questo vogliamo tornarci sopra con alcune precisazioni preparate dai nostri tecnici
“  …come per sua specifica tecnica l’etilometro MKIII 7110 ha un sistema di autodiagnosi che blocca l’analisi se l’aria prelevata è sotto il minimo necessario e se la persona non riesce a espirare tutta la quantità richiesta, in questo caso l’apparecchio emette uno scontrino con la sola scritta “volume insufficiente”, lo stesso apparecchio in questo caso non effettua e non stampa il valore della misurazione, ma si riprepara con il lavaggio e autotest all’azzeramento per una nuova misurazione .

Se invece l’espirazione è superiore al limite accettabile di legge ma il volume non è massimo, procede all’analisi e stampa scontrino con il valore misurato nella prova ritenuta tecnicamente valida, con l’aggiunta della scritta “Volume insufficiente” a significare che il volumetrico della misurazione non è stato riempito totalmente sebbene sopra il valore necessario ad una misurazione valida. “

L'interpretazione è giusta, e lo dice anche la Cassazione.
"La mancata adeguata espirazione cui consegue l'emissione di scontrino indicante “volume insufficiente”, in assenza di fattori condizionanti l'emissione di aria (quali patologie atte a incidere sulle capacità respiratorie del soggetto), non può essere ritenuta tale da rendere l'esito dell'esame di alcoltest inattendibile. Ne consegue che nella descritta situazione, alternativamente, o gli esiti dell'esame sono ritenuti idonei a fondare il giudizio di responsabilità per il reato contestato, secondo il test effettuato, o conducono a ritenere configurabile il reato di cui all'art. 186, comma 7, in ragione della dimostrata indisponibilità del soggetto a sottoporsi validamente all'accertamento (vedasi Cassazione Penale, Sez. IV,11.03.2013, n. 11499 e Cassazione Penale, Sez. IV, 03.04.2013, n. 15556)."
 
Speriamo che per futuri casi simili il giudice tenga conto di queste osservazioni. Con la sicurezza stradale non si scherza. No ebbri sulle nostre strade!! (ASAPS)


E NOI CI TORNIAMO SOPRA PER CHIARIRE...
La notizia già pubblicata nei giorni scorsi ha sollevato molti commenti, dubbi e perplessità fra gli operatori di polizia. (ASAPS)

 

 

Era ubriaca, ma all'alcoltest soffia troppo piano: assolta
Il caso in Tribunale: quantità d’aria insufficiente. Ma chi pensa di imitarla apposta rischia l’accusa di rifiuto di sottoporsi all’esame

PORDENONE. L’alcol-test decreta uno stato di (notevole) ubriachezza, ma al contempo avverte che la quantità d’aria soffiata all’interno del dispositivo è insufficiente. Risultato: il giudice assolve perché il fatto non sussiste.

Questo l’epilogo della vicenda di I.H., 39 anni, cittadina ucraina, fermata a marzo di due anni fa dalla Polstrada di Spilimbergo e finita nei guai per avere – almeno così sembrava, prima della sentenza di ieri – alzato troppo il gomito prima di mettersi alla guida.

La donna, quella notte, era incappata nella pattuglia a Casarsa. gli agenti avevano subito avvertito un odore di alcol nel suo alito. E già questo “sintomo” – come la parlata a bocca “impastata”, il barcollare, gli occhi lucidi – secondo la riforma del 2010 è sufficiente per far scattare la sanzione amministrativa.

Asserito che la multa ormai fosse inevitabile, si è proceduto dunque a effettuare l’alcol-test. Prima misurazione: lo scontrino del macchinario attesta un livello di 1,05 grammi d’alcol per litro di sangue, ovvero più del doppio del limite di legge. Ma, sul fondo, c’è la scritta “Volume insufficiente”. Seconda misurazione: il livello sale a 1,08, e la scritta in calce è la stessa.

Avendo superato quota 0,81, l’infrazione al codice della strada da amministrativa diventa penale. All’ucraina viene quindi assegnato un avvocato d’ufficio, Aldo Masserut del foro di Pordenone. Il quale, nella sua accorata difesa in aula, mette in dubbio la validità della prova, in quanto, appunto, il volume d’aria soffiato nel dispositivo della Polstrada era insufficiente per la misurazione.

Quindi, secondo lui, il test non poteva essere considerato valido a tutti gli effetti. Il giudice monocratico Licia Consuelo Marino (accusa sostenuta dalla vpo Cesia Rossi Puri, che aveva chiesto 30 giorni di reclusione) dà ragione al legale e assolve l’imputata perché il fatto non sussiste.

Caduta l’accusa penale, viene di conseguenza meno anche la sanzione amministrativa: la donna è dunque uscita totalmente “pulita” dalla difficile situazione nella quale pareva essersi cacciata.

Il magistrato, tuttavia, non ha ancora reso note le motivazioni della sentenza. Una cosa è certa: meglio non pensare di soffiare appositamente in modo debole nel boccaglio quando si viene sottoposti a un alcol-test per sperare di farla franca.

Se non si dimostra di non avere effettivamente abbastanza aria nei polmoni, a causa per esempio di una patologia respiratoria, si rischia infatti l’incriminazione per il rifiuto di sottoporsi al test. Fatto sta, tuttavia, che lo scontrino “contraddittorio” questa volta ha salvato la donna accusata di avere guidato in stato d’ebbrezza.

Viene da pensare che la soluzione dell’inghippo sia in realtà abbastanza semplice: sia misurato il livello di alcol nel sangue solo se l’aria immessa nel dispositivo è sufficiente. Altrimenti non venga stampato neppure il contestabile valore.


da messaggeroveneto.gelocal.it
di Bruno Oliveti

Giovedì, 19 Marzo 2015
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