"Polizia? Sta per verificarsi un tamponamento". Ora arriva il conto del pm: "100 condanne"
BRINDISI - “Polizia? Sta per verificarsi un tamponamento a catena all’altezza di quell’incrocio”. Fu con una telefonata anonima dal contenuto ‘profetico’, ma in realtà fatta da un "vendicatore mascherato" che conosceva piani e anche marche e modelli delle auto, che prese avvio nel 2008 una delle prime inchieste sui cosiddetti ponci, le truffe alle assicurazioni con finti incidenti stradali per cui 108 persone sono finite a processo. Ieri è arrivata la raffica di richieste di condanna per 100 degli imputati.
Le pene quantificate dal pm Pierpaolo Montinaro che non era però in aula e che ha affidato le proprie conclusioni a una memoria scritta consegnata al Tribunale dal pm Valeria Farina Valaori, oscillano dagli 8 mesi ai 6 anni. Nell’elenco vi sono anche tre avvocati, oltre a vari autocarrozzieri e addetti ai lavori. Otto le richieste di non doversi procedere per intervenuta prescrizione.
Il processo è iniziato nel febbraio 2014. In tutto sono 36 gli episodi monitorati dagli agenti della Polstrada di Brindisi: stando a quanto accertato a capo dell'organizzazione ci sarebbe stato A.B, 42 anni, ex carrozziere. Altro punto di partenza, un sinistro a Brindisi il 12 marzo 2008 con quattro auto coinvolte, presunti feriti (colpo di frusta), ma in cui due delle vetture risultarono rubate, e quindi sottoposte a sequestro, ma con targhe di auto "pulite". Mentre altre persone coinvolte nell'incidente risultarono protagoniste di altri fatti analoghi. L'inchiesta giunse a una svolta nel luglio del 2010 quando furono emessi 7 provvedimenti di custodia cautelare e furono notificati gli avvisi di garanzia agli altri indagati.
Il massimo dell’efficienza sapere di una serie di incidenti prima che si verifichino! (ASAPS)