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Notizie brevi 04/07/2005

Su e giù per la Valle d’Aosta, cercando gli inesistenti ingorghi annunciati nel dopo-Fréjus. Ma il vero caos é sulla Milano-Venezia

Su e giù per la Valle d’Aosta, cercando gli inesistenti ingorghi annunciati nel dopo-Fréjus. Ma il vero caos é sulla Milano-Venezia
di Maria Teresa Zonca

Non é cambiato nulla, anzi, nel Traforo del Monte Bianco si commettono meno infrazioni. La polizia stradale di Aosta fa fatica a trovare i dati che chiedo, perché di nuovo, in effetti, non c’é nulla da raccontare. E questa é una buona notizia. Da quando il Fréjus é chiuso, i controlli lungo la strada che porta alla Francia e all’area di sosta di Quart sono si aumentati in vista di un proporzionale incremento del traffico (il boom vero e proprio c’é stato soltanto nell’immediatezza dei fatti). Ma no, non ci sono stati problemi, nemmeno all’interno del Tunnel, nonostante tra auto, camion e Tir la percentuale dei transiti abbia subito una notevole impennata, come si evince dai dati ufficiali del gestore. Per la Polstrada, quindi, la situazione non é mai stata preoccupante. Il traffico scorre liscio come l’olio, salvo i soliti rallentamenti turistici cui i valdostani sono abituati nel fine settimana. Tutto qui.

 

 

 

   Aggiornato giovedì 30 giugno 2005

 

ULTIMI 3 GIORNI

FR     IT

veicoli leggeri

autobus

camion

Totale

26/06/2005

2242

40

363

2645

27/06/2005

1414

23

1445

2882

28/06/2005

1394

20

1975

3389

  IT   FR

veicoli leggeri

autobus

camion

Totale

26/06/2005

2034

39

575

2648

27/06/2005

1429

15

1689

3133

28/06/2005

1317

25

1917

3259

ULTIME 4 SETTIMANE

 

   media sui 28 giorni

     

veicoli leggeri

TMB

TF*

%MB

traffico media giornaliera

2870

301

90.5%

   

autobus +camion

TMB

TF*

%MB

traffico media giornaliera

2862

397

87.81%

* Tunnel del Fréjus con riserva

Decido, comunque, di verificare. Doppia andata e ritorno Aosta-Brescia: lo devo fare comunque, ma voglio stare più attenta e vedere se é vero che l’autostrada é la stessa di prima. Sono giorni di caldo infernale, viaggiare é più impegnativo di quel che credessi. Lo faccio spesso, tra Tir ed autocarri, tra pendolari e pullman di turisti accaldati. Salto sulla mia utilitaria, con in mente quelle regole che rimangono impresse dopo anni ed anni di cronaca. Perché quando i morti li vedi, ne annusi l’inconfondibile odore del sangue misto a ciÚ che resta dei loro automezzi, quando ascolti il silenzio dell’irrimediabile, e quando ti scappa persino una lacrima, lo impari da te che la prudenza non é retorica, ma l’unico modo per continuare a vivere, amare e sorridereÖ Non é un bel viaggiare quando ti devi far largo tra bisonti rombanti. Fa caldo, e il traffico é quello che é. Ma si sa, tra Brescia (da dove sono partita) e Milano é così da un bel pezzo. Tre corsie, tutte e tre belle sovraffollate. Quella a sinistra, come sempre, é quella in cui si corre di più. Centoquaranta? Macché, se per sbaglio provi ad osservare il già superdiscusso limite, ti ritrovi con una potente berlina minacciosamente vicina al tuo paraurti posteriore, generalmente guidata da qualche sorta di uomo d’affari, perennemente di fretta. Che insiste con i lampeggianti per farti rientrare. Vuole strada. Subito. Ma la corsia in cui ti dovresti infilare é occupata da un bisonte che viaggia suppergiù agli 82 chilometri all’ora, che sta rumorosamente sorpassando a sua volta un analogo Tir ìcolpevoleî di viaggiare soltanto agli 80 sulla sua destra. Dopo quasi un chilometro riesci a farti da parte, mentre schizza via la lunga colonna di auto di lusso che si era formata dietro di te. Dai centosessanta in su.Ý E così ti metti sulla corsia centrale, ma dai fastidio anche lì ai Tir che hanno bisogno di spazio per sorpassarsi tra loro. Vorresti fermarti per prendere una boccata di ossigeno, ma lungo tutto il tragitto le piazzole di sosta non hanno un solo angolo all’ombra. E quell’asfalto butta su un calore infernale. Così ci rinunci. Intanto sei ai centodieci, sulla tua destra, e un pullman lampeggia accorciando la distanza che lo separa da te, e chiede strada, incurante del fatto che qualche metro più avanti ci sia un’altra auto, e che accelerare significherebbe soltanto accorciare altre distanze di sicurezza, ed aumentare il rischio di tutti. Poi, con una manovra improvvisa, ti sorpassa ai centotrenta chilometri all’ora, e l’autista guarda giù, con l’aria di chi si sente al sicuro dall’alto, e lo fai sorridere chiusa come sei in quella scatoletta di latta, che se solo venisse sfiorata potrebbe accartocciarsi in quello che molti tra i miei colleghi chiamerebbero ìgroviglio di lamiere contorteî. Tieni duro che adesso ci sei. Prima tappa Milano. Imbocchi la tangenziale, che poi non é altro che l’autostrada che si dirama verso direzioni diverse, raccogliendo nel suo ventre bollente e fumoso migliaia di scatoline, scatolette e scatoloni di latta, con dentro persone annoiate. Tutto il mondo sembra essersi radunato lì.Ý Lunghi minuti, a volte mezz’ore, per arrivare alla seconda barriera. Il traffico, verso Torino, sembra invece diluirsi pian piano. Da quando ci sono i lavori per l’alta velocità, che costeggia l’autostrada, e i continui cambi di carreggiata, e le uscite chiuse a turno in orari serali, e le strisce per terra che si confondono tra gialle, bianche, e quelle fresche e quelle vecchie l’una sull’altra, e i muraglioni in cemento, e le segnalazioni luminose che abbagliano e di notte confondonoÖ Da quando é così da lì non si passa più volentieri. Il traffico sembra calare con il passare dei mesi. Ed é così fino a Santhià, sempre meno macchine e camion sulla bretella, fino al bivio di Ivrea. Verso Aosta, sono pochissime le auto ed ancor meno i Tir, ben distanziati salvo rare eccezioni. Di diverso da un tempo noto qualche camion sulle poche piazzole di sosta in territorio valdostano. Poca roba, tre o quattro in una, cinque o sei nell’altra. Sembra una sorta di autoregolamentazione per non arrivare tutti insieme all’area di Quart e per non dover aspettare lì, vicino all’enorme discarica e agli odori nauseabondi che emana, il loro turno per raggiungere il Traforo. La stessa cosa la noto al rientro, e così é pure nei successivi viaggi tra Nord-Ovest e Nord-Est. Poco traffico sulla Torino-Aosta. Scarso sulla bretella. Medio tra Torino e Milano. Il vero caos, ma già lo sapevo, é sempre tra il capoluogo lombardo verso Venezia e da Venezia in direzione Milano. Intanto, gli ambientalisti della Valle d’Aosta, con i loro amici francesi, continuano a protestare e quasi periodicamente organizzano blocchi, anche se di breve durata, soprattutto oltralpe. Dicono "basta" al trasporto delle merci su gomma e spiegano che l’inquinamento sta gradualmente aumentando da quando é stato chiuso il Fréjus. Inquinamento che passando non si vede, ma c’é. Vogliono che l’area intorno alla vetta più alta d’Europa sia più tutelata. E che i Tir, anche se non creano giganteschi ingorghi annunciati, passino altrove.



di Maria Teresa Zonca

Lunedì, 04 Luglio 2005
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