il Presidente dell’Anas
Vincenzo Pozzi
|
Forse non tutti sanno che l’Anas, l’azienda nazionale
autonoma delle strade, ha da tempo assunto il nome di Enas ed
è diventata l’ente nazionale per le strade. Nonostante
il cambiamento di nome e dell’assetto societario, rimane
uno dei principali soggetti di riferimento soprattutto per quanto
riguarda il settore delle infrastrutture. Ne abbiamo voluto parlare
con Vincenzo Pozzi, presidente dell’ente.
Presidente Pozzi, qual è la situazione della rete viaria
nazionale?
"Stiamo parlando di qualcosa che non è statico ma
dinamico, quindi è nostro compito cercare di fotografare
oggi, con un occhio al passato ma la proiezione al futuro, quel
che si potrebbe ancora fare. Attualmente siamo in piena trasformazione
perché dopo un lungo periodo di stasi nell’esecuzione
di opere e nella progettazione, in questi ultimi anni abbiamo
assistito ad un risveglio non solo nel comparto stradale ma anche
ad esempio in quello ferroviario e dei trasporti in genere.
Limitandoci alle strade, però, non posso che ribadire la
sensazione di forte slancio che mi pare sia stata intrapresa anche
dal nostro ente; ciò non significa, sia ben chiaro, che
la rete stradale sia sufficiente e fluida. Anzi, abbiamo tutta
una serie di cantieri aperti che creano difficoltà a molti
automobilisti, anche se occorre immedesimarsi nel fatto che una
volta completate le opere, avremo finalmente una maggiore fluidità
del traffico e tanti sacrifici saranno ben ricompensati."
Tralasciamo le grandi opere infrastrutturali, ci sono all’opera
anche nuove arterie stradali?
"Certamente. Al momento ci stiamo muovendo su tre diverse
linee operative: la realizzazione di nuove strade l’ammodernamento
di quelle particolarmente vecchie e la manutenzione periodica
della rete. Proprio di recente, inoltre, abbiamo assegnato ingenti
somme alla manutenzione ordinaria e straordinaria e tutte le pavimentazioni
sono oggi realizzate in asfalto drenante. Vorrei anche ricordare
come l’autostrada Salerno-Reggio Calabria stia cambiando
totalmente volto e pur con le difficoltà che tutti conosciamo
si presenterà in futuro con parametri di efficienza ben
superiori a quelli attuali ed in grado di offrire nuovi servizi
agli automobilisti."
Si parla tanto di frontiere tecnologiche e cioè dei controlli
di polizia eseguiti in maniera virtuale attraverso strumenti telematici
e satellitari. Cosa ne pensa?
"Partirei da un presupposto: le autovetture sono diventate
intelligenti, cioè hanno acquisito un livello tecnologico
che consente di conquistare importanti traguardi in fatto di sicurezza
ed efficienza. Al contrario, la strada è rimasta arretrata
e questo divario, che si traduce in una diversa operatività,
è la grande sfida da vincere nel futuro. Tocca proprio
a noi promuovere nuove azioni che leghino questi due aspetti,
come stiamo facendo con il centro di ricerche Fiat per attivare
dispositivi anti-nebbia, oppure con le nuove centrali operative
a livello compartimentale o con i servizi informativi all’utenza.
Sono tutte cose che vanno nella giusta direzione, cioè
verso una maggiore fruibilità della strada e perciò
anche sicurezza dell’utente."
Cosa si può aspettare l’automobilista italiano nei
prossimi anni da Anas?
"Si può e si deve aspettare molto. Siamo in pieno
processo di trasformazione non solo societario ma anche di pelle,
se mi è consentito il termine, soprattutto alla luce dei
77 anni di età che stiamo per compiere. Il nostro grande
bagaglio di esperienza non può essere dimenticato e deve
spronarci a lavorare e costruire sempre meglio a favore dell’utenza
e per questo motivo stiamo percorrendo una lunga strada, soprattutto
tecnologica, che sono convinto ci porterà grandi soddisfazioni.
Non lo dico tanto per lanciare uno slogan, ma perché credo
veramente in questo obiettivo.".