Nei
fine settimana del mese di maggio, il 53% dei morti sulle strade
sono stati motociclisti. Un dato agghiacciante, se si considera che rappresentiamo
più o meno un ottavo del parco circolante. E non è
tutto, perché c’è una punta del 64% di contributo
ai decessi, nel week-end del 6-8 maggio.
Sono dati diffusi dall’ASAPS (Associazione Sostenitori e Amici
della Polizia Stradale), in un comunicato stampa nel quale si fa notare
come, rispetto agli stessi fine settimana del 2004, solo i motociclisti
continuino a morire con tanta frequenza.
Più in dettaglio, gli incidenti nei sabato e domenica di maggio
2005 sono stati 6.821, con una diminuzione rispetto al 2004 del
9,5%. I feriti sono stati invece 5.406 (-10,4%) e i morti
198 (-5,3%). Peccato che di questi ultimi, ben 105 siano motociclisti.
L’età media dei dueruotisti che perdono la vita su strada
è sotto i 35 anni, e statisticamente si sono avuti 21
decessi per ogni week-end. Nei tragici giorni che vanno dal 6 all’8
maggio, i motociclisti morti sono stati però ben 27, su
un totale di 47 decessi. Ce n’è di che fermarsi a pensare,
anche se starete tutti (me compreso) facendo gli scongiuri del caso.
L’ASAPS chiede allora più controlli, ma punta il dito pure
contro i guard-rail assassini, e lancia l’idea di uno studio
sulle cause di rischio delle strade, che separi i fattori di pericolo
dovuti alla guida spregiudicata di alcuni dalle cause esterne di
morte, come guard-rail, buche, muretti e altre trappole tipiche delle
nostre strade.
Infine una proposta: valutare la possibilità di realizzare
dei motodromi, dove sia possibile girare a costi ridotti.
E se ne parla in Commissione Trasporti
Ma gli incidenti dei motociclisti sono ormai al primo punto dell’ordine
del giorno di chiunque si occupi di sicurezza stradale. Abbiamo scritto,
qualche mese fa, dell’Europa, che ha messo a punto una prima bozza
di riforma della patente motociclistica molto penalizzante, proprio
per fare fronte al grave problema degli incidenti.
Nei giorni scorsi si è parlato di questo anche nel Parlamento
italiano, con l’audizione dell’Associazione a carattere
europeo Sicurstrada, presso la IX Commissione (Trasporti) della
Camera dei Deputati. Al primo punto dell’intervento ci siamo proprio
noi, tacciati – giustamente - di avere un indice di incidentalità
“non più tollerabile”.
Nella trascrizione delle parole pronunciate dal segretario generale dell’Associazione,
Sandro Vedovi, si legge in particolare che negli ultimi due anni,
la mortalità dei motociclisti con passeggero è cresciuta
del 153%(!). La patente a punti ha inciso poco o nulla sui motociclisti,
dunque.
Ma il segretario di Sicurstrada ha puntato il dito anche contro i ragazzi
in motorino, per i quali dei test di guida eseguiti dalla sua stessa
Associazione, avrebbero evidenziato come solo il 10% dei possessori
di patentino sia in grado di guidare con sicurezza nel traffico. Per questo
i ragazzi avrebbero bisogno di almeno 4 ore di guida in un parco
chiuso, secondo Vedovi; un obiettivo difficilmente raggiungibile, visti
i problemi che già ci sono per l’attuale patentino, che si
consegue con un semplice esame teorico.
Infine la proposta di un patentino a punti per i minorenni, dove
i punti persi equivarrebbero a settimane di slittamento di prendere la
patente auto, una volta raggiunti i 18 anni.
Una proposta con la quale si può essere più o meno d’accordo.
Di certo, leggendo questi numeri, da una parte cresce la preoccupazione
per la nostra incolumità, dall’altra possiamo stare certi
che se nei palazzi della politica si parla di noi con questi toni, aspettiamoci
nel giro di pochissimo tempo delle norme sempre più restrittive
e severe nei nostri confronti. Perché nessun governante può
lasciare che continui a lungo la strage di motociclisti sulle strade.
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