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Notizie brevi 08/09/2014

Palmanova, La Sottosezione Polizia Stradale a Bratislava per gli sviluppi internazionali dell'operazione “Gipsy Beach Clone”

Foto di gruppo ai margini della riunione presso la Polizia Criminale del Presidio di Polizia di Bratislava (SK)

(ASAPS) Palmanova (Udine), 8 settembre 2014 – L'operazione “Gipsy Beach Clone” non si è chiusa con gli arresti e le decine di persone denunciate dalla Polizia Stradale di Palmanova, che nell'ottobre 2013 ha chiuso il cerchio attorno a una banda transazionale specializzata nel furto e nel riciclaggio di veicoli di lusso. Ora gli investigatori della Specialità friulana, coadiuvati dalla Terza Divisione del Servizio Polizia Stradale di Roma, puntano a stringere il cappio anche attorno ai promotori stranieri del sodalizio e hanno cominciato da Bratislava (Slovacchia), dove gli agenti della Polizia Criminale del presidio della capitale hanno incontrato l'Ispettore Superiore Mauro Noacco, comandante della squadra di PG della Sottosezione di Palmanova, e l'Ispettore Capo Francesco Petito, uno degli addetti della Terza Divisione.

 

Da sinistra: Maggiore Dr. Martin SLADKOVIC dell’Ufficio Polizia Criminale del Presidio di Polizia di Bratislava, Ispettore Sup. S.U.P.S. Dr. NOACCO Mauro, Responsabile della Squadra di Polizia Giudiziaria della Sottosezione Polizia Stradale di Palmanova, Ispettore Capo Dr. PETITO Francesco , Responsabile della III^ Divisione Polizia Stradale Roma e il Colonnello Ing. Ivan BATOVSKY Direttore dell’Ufficio di Polizia Criminale del Presidio di Polizia di Bratislava.

L'operazione italiana aveva condotto all'arresto di tre persone italiane, un nomade e due friulani residenti a Lignano, mentre per altre 28 persone era stato disposto il deferimento a piede libero: in pochi mesi l'organizzazione era riuscita a far sparire, reimmatricolare e rivendere ben 24 auto di lusso, molte delle quali BMW, che sono state poi individuate, sequestrate e restituite agli aventi diritto. La strategia operativa dell'associazione era semplice: alcuni soggetti si approvvigionavano delle auto con furti o truffe e le consegnavano agli operativi del secondo anello della filiera, incaricati dell'opera di ripulitura. I veicoli venivano infatti sottoposti a un'azione di sostituzione del telaio e degli altri caratteri identificativi con dati di veicoli “puliti”, realizzando quelli che nel gergo criminale e poliziesco vengono definiti “cloni”. A questo punto, il terzo anello operativo si incaricava di trasferire i documenti nel frattempo realizzati all'estero, in particolare in Slovacchia, dove venivano dotati di documenti nuovi e infine fatti tornare in Italia. Il gruppo si serviva di un'agenzia di pratiche auto di Latisana che nazionalizzava i veicoli alla MCTC di Udine, e alla fine del processo i veicoli venivano rimessi in vendita a prezzi molto più bassi rispetto al listino.

 

Nelle indagini, originate dalla Polstrada di Treviso, hanno partecipato anche il Compartimento di Napoli, la Sezione di Parma e il Distaccamento di Brunico.
In Slovacchia, gli investigatori italiani sono stati ricevuti dal colonnello Ivan BATOVSKY,  direttore dell’Ufficio di Polizia Criminale di Bratislava, e dal maggiore Martin SLADKOVIC, che hanno coordinato il lavoro di un team di 12 ufficiali comandanti di altrettanti uffici investigativi dislocati sul territorio del giovane stato.
Ai colleghi stranieri, Noacco e Petito hanno potuto illustrare in italiano i particolari dell'operazione, tradotti in slovacco da Marcel PAVUK, tenente colonnello che ha studiato in Italia prima di arruolarsi nella polizia del proprio paese d'origine.
Il momento di maggior interesse è stato quando gli Stradalini italiani hanno illustrato ai poliziotti e agli addetti della motorizzazione slovacca le modalità di contraffazione dei documenti italiani, in maniera di poter creare un alert sui sistemi di quel paese e porvi così rimedio.  Complimenti! (ASAPS)

 

 

 

 

 


 

Lunedì, 08 Settembre 2014
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