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Notizie brevi 25/11/2013

Calunniano gli agenti della Polizia Municipale: condannati
Tre anni e 2 mesi a madre e figlio. Per il giudice, «non meritano le attenuanti»

BELLUNO. Può costare caro querelare due vigili urbani per far passare loro i “guai”, dopo essere stati multati per la guida di un’auto col telefonino all’orecchio: a due trentini, madre e figlio, ieri è costata una condanna a tre anni e due mesi per calunnia, più il pagamento delle spese processuali.

Una calunnia in concorso quella di cui hanno dovuto rispondere Emiliana Pedron, 57enne di Mezzocorona, e il figlio Vania Franceschini, un uomo di 36 anni di Trento. I fatti di cui erano accusati prendono origine da un controllo che i vigili urbani di Trichiana fecero al veicolo dei due, fermandolo in quanto il conducente era stato notato alla guida con il cellulare all’orecchio e senza alcun ausilio di vivavoce o auricolari di sorta.

Multa affibbiata e situazione che finisce anche dal giudice di pace, davanti al quale sia figlio che madre non si sarebbero mai presentati.

Una verità controvertita, quella che sarebbe stata poi fornita nella querela con la quale i due vigili venivano chiamati in causa: in auto, stando alle ricostruzioni, la signora non era presente, mentre era il figlio impegnato contemporaneamente al volante e al telefono.

Provato, dunque, che la pattuglia dei due vigili urbani aveva rilevato le violazioni come avvenute, è scattata la denuncia di Pedron e Franceschini per concorso in calunnia, avendo fornito accuse che poi si sono rilevate false nei confronti della Municipale.

Il giudice Antonella Coniglio ieri non ha concesso loro neanche le attenuanti generiche: «Perchè non meritevoli, vista la condotta avuta», ha motivato nell’ordinanza letta in aula contestualmente alla sentenza. Il giudice ha quindi insistito sul fatto che i due non hanno mai reso interrogatorio, che per loro si sono dovuti acquisire i soli verbali e che non si sono mai presentati in aula. La querela sarebbe stata inoltre presentata al solo scopo di far iscrivere i vigili come indagati: «Una grave condotta» ha chiosato il giudice Coniglio.

 

da corrierealpi.gelocal.it

 


 

Dal cellulare alla guida al cellulare della Polizia Penitenziaria? No, sto giro è andato male il tentativo di ribaltare la realtà. Dalla descrizione dell'evento emerge tutta la protervia nella condotta dei due.  Condanna severa ma giusta!! (ASAPS)

 

 

Lunedì, 25 Novembre 2013
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