La
celebre Ferrari 250 Spider California
E’
’guerra’ in Parlamento sulle auto d’epoca. Una guerra che si combatterà
per davvero, a colpi di commi ed emendamenti, s’intende, quando arriverà
il momento di decidere una volta per tutte chi debba essere a conferire
ad auto e moto la ’patente’ di veicoli storici e di interesse collezionistico.
E se sulla necessità di nuove regole per il settore sono tutti
d’accordo, Camera e Senato si dividono invece sulla questione di fondo
delle certificazioni.
Il primo passo l’ha compiuto il Senato. All’esame della commissione
Lavori pubblici di palazzo Madama, infatti, c’è già
un testo unificato, sintesi delle proposte avanzate in quattro diversi
disegni di legge. Un’iniziativa ’trasversale’, guidata dal vice presidente
dell’assemblea di palazzo Madama Cesare Salvi e dal senatore di Alleanza
nazionale Luciano Magnalbò.
Il passaggio chiave è quello che istituisce, presso il ministero
delle Infrastrutture, una commissione ad hoc che, di fatto, assorbe
le competenze delle strutture che oggi possono certificare i veicoli
d’epoca. Prima fra tutte l’Automotoclub storico italiano (Asi), che
proprio il prossimo anno festeggerà i quarant’anni di attività.
Anche alla Camera è stata presentata, all’inizio della legislatura,
una proposta di legge in materia, che vede come prima firmataria l’ex
ministro per le Pari opportunità Katia Bellillo. Ma, a differenza
di quanto è accaduto a palazzo Madama, a Montecitorio si procede
a rilento. E la proposta attorno quale la deputata del Pdci ha raccolto
le adesioni di 19 colleghi di maggioranza e opposizione è rimasta
nel cassetto, senza neppure veder avviato l’iter in commissione. Anche
questa proposta punta ad una ’liberalizzazione’ del mercato delle
certificazioni per i veicoli d’epoca.
Quando, una volta ottenuto il via libera dall’aula di palazzo Madama,
la proposta Salvi-Magnalbò approderà a Montecitorio,
troverà però pane per i suoi denti: sono in preparazione,
infatti, quattro provvedimenti, di Alleanza nazionale, della Margherita,
dei Ds e dell’Udeur, pronti al ’ribaltone’: l’Automotoclub storico
italiano resterebbe, in virtù della sua competenza e dell’esperienza
accumulata in 40 anni, dicono i suoi estimatori alla Camera, il principale
punto di riferimento per la certificazione dei veicoli d’epoca. Ed
alla struttura pubblica rimarrebbe solo un ruolo di coordinamento.
Esiste comunque la possibilità che alla Camera si possa giungere
ad una ’mediazione’, soprattutto per iniziativa del parlamentare dell’Udeur
Pino Pisicchio, che sta predisponendo un testo capace, forse, di evitare
il muro contro muro.
Se su questo testo di regolamentazione complessiva del settore Montecitorio
dovesse così trovare un accordo, potrebbe essere richiesta
la sede legislativa per approvare il provvedimento in commissione
e passare poi nuovamente la mano al Senato.
Ma non è neppure da escludere neppure l’ipotesi di una modifica
del testo Salvi-Magnalbò, una volta che il provvedimento dal
Senato approdi alla Camera. Anche in questo caso si potrebbere percorrere
la via breve della sede legislativa. La partita, dunque, si presenta
complicata. Ma è possibile che una nuova legge sulle auto d’epoca
possa tagliare il traguardo entro la fine di aprile.